Recensione
Death Sweeper
7.0/10
Attirato soprattutto da una bella recensione di presentazione, sono stato allettato a comprare in blocco tutti e 5 i volumi che compongono questa serie.
Mi aspettavo un po' di più sinceramente, il tema della storia, ovvero il tema del suicidio, è davvero ottimo e di manga che ne parlano personalmente non ne ho mai letti, ma più che altro ciò che mi ha colpito non è solo perché parla della morte in sé ma tratta quelle che possono essere le cause che spingono un uomo all'atto del suicidio, narrandolo attraverso dei personaggi che fanno parte di un'agenzia, chiamata appunto Death Sweeper, che si occupa di ripulire le scene dove c'è stato un suicidio, ormai infestate dai vari liquidi corporei, puzza di cadavere e parassiti.
Il manga sembra avere ottime potenzialità ma si perde per strada non trattando al meglio il tema centrale e soprattutto finendo nel paranormale, mettendo anche personaggi che riescono a vedere gli spiriti - cosa che non mi è piaciuta.
Per tutta la storia vediamo il protagonista, Hiroyuki, che, dopo aver vissuto la tragica esperienza del suicidio del fratello, decide di dare un senso alla sua vita trovando addirittura lavoro in questa ditta di pulizie in modo da poter aiutare gli altri e superare il suo trauma. Il protagonista però comincia a stancare già dai primi volumi, troppo menefreghista nei confronti della vita e troppo ripetitivo, infatti ogni saga inizia con la sua solita frase "c'è puzza di morte" per poi continuare con soliti vomiti e fuga in pianti.
Il manga come già detto va perdendosi per strada grazie anche ai capitoli "filler", ma si riprende nel quarto volume quando finalmente a seguito di un colpo di scena sembra seguire una nuova trama, ma si conclude un po' troppo rapidamente.
Ho dato un 7 a quest'opera perché oltre alla storia anche i disegni non mi convincono molto, anche se in alcune scene si presentano molto realistici, ma un buon punto va anche all'ottima edizione JPop che presenta l'albo con una bella sovracoperta e 4 pagine a colori d'apertura.
Mi aspettavo un po' di più sinceramente, il tema della storia, ovvero il tema del suicidio, è davvero ottimo e di manga che ne parlano personalmente non ne ho mai letti, ma più che altro ciò che mi ha colpito non è solo perché parla della morte in sé ma tratta quelle che possono essere le cause che spingono un uomo all'atto del suicidio, narrandolo attraverso dei personaggi che fanno parte di un'agenzia, chiamata appunto Death Sweeper, che si occupa di ripulire le scene dove c'è stato un suicidio, ormai infestate dai vari liquidi corporei, puzza di cadavere e parassiti.
Il manga sembra avere ottime potenzialità ma si perde per strada non trattando al meglio il tema centrale e soprattutto finendo nel paranormale, mettendo anche personaggi che riescono a vedere gli spiriti - cosa che non mi è piaciuta.
Per tutta la storia vediamo il protagonista, Hiroyuki, che, dopo aver vissuto la tragica esperienza del suicidio del fratello, decide di dare un senso alla sua vita trovando addirittura lavoro in questa ditta di pulizie in modo da poter aiutare gli altri e superare il suo trauma. Il protagonista però comincia a stancare già dai primi volumi, troppo menefreghista nei confronti della vita e troppo ripetitivo, infatti ogni saga inizia con la sua solita frase "c'è puzza di morte" per poi continuare con soliti vomiti e fuga in pianti.
Il manga come già detto va perdendosi per strada grazie anche ai capitoli "filler", ma si riprende nel quarto volume quando finalmente a seguito di un colpo di scena sembra seguire una nuova trama, ma si conclude un po' troppo rapidamente.
Ho dato un 7 a quest'opera perché oltre alla storia anche i disegni non mi convincono molto, anche se in alcune scene si presentano molto realistici, ma un buon punto va anche all'ottima edizione JPop che presenta l'albo con una bella sovracoperta e 4 pagine a colori d'apertura.