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10.0/10
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Sulla scia della grande popolarità di Tsutomu Takahashi mi sono avvicinata per la prima volta a questo genere di manga, incoraggiata anche dagli ottimi giudizi degli altri utenti.

Devo dire che Blue Heaven è un piccolo capolavoro in 3 volumi che si distingue non solo per un'ottima trama, ma anche per il tratto dell'autore. In particolar modo, i disegni hanno qualcosa di assolutamente originale; sembrano ottenuti con la tecnica a carboncino. Inoltre, esprimono un forte dinamismo e riescono perfettamente a ricreare un effetto dai toni cupi e inquieti attraverso un uso eccellente delle ombre e dei chiaroscuri, paragonabile quasi a quello dell'avanguardia espressionista.

Quanto alla storia, essa inizia in modo inquietante; dopodiché si instaura un'atmosfera di normalità quando si descrive la vita ordinaria a bordo della nave Blue Heaven dell'equipaggio e dei turisti americani, asiatici ed europei. All'improvviso essa prende una piega drammatica, quando il capitano della nave individua un peschereccio semidistrutto in mare aperto, sul quale vengono rinvenuti solo due superstiti: uno illeso e l'altro ferito quasi a morte.
È l'inizio della fine; quella che sembrava essere una romantica crociera per molti dei passeggeri si trasforma in un incubo, perché gli eventi iniziano a precipitare tragicamente e inarrestabili, sempre più in un crescendo di morte e terrore fino a raggiungere il totale caos.

Quest'opera, seppure nella sua brevità, può essere considerata una sorta di piccolo compendio sulla crudeltà umana esercitata sui propri simili. Nello specifico, in questo manga emergono, tra le tante, due forme di malvagità superiori che si fronteggiano l'una contro l'altra: l'una incarnata da uno dei superstiti che è una vera e propria macchina di morte addestrata, il classico assassino a sangue freddo; l'altro da un passeggero della nave tedesco, il cui taglio dei capelli, alcune pose e il suo malcelato odio razziale richiamano sicuramente alla memoria la fisionomia nazista. La perfidia dei personaggi, la cui disumanità raggiunge il picco dell'impensabile, viene anche espressa attraverso deformità fisiche mostruose e inquietanti, paragonabili all'effetto grottesco ed esagerato delle maschere teatrali, che rispecchiano anche una natura perversa, profondamente misantropa e megalomane.
Il Blue Heaven e il caos rappresentano un vero ossimoro, i due antipodi per antonomasia come il Bene e il Male; questo serve a mostrare al lettore come il male abbia una forza dirompente sul mondo ordinato, regolato da leggi e dal controllo come era quello della nave prima dell'incontro con il peschereccio. L'ingresso di un "demone", come il superstite, su una nave su cui regna benessere e pace, ha un effetto devastante proprio perché tale stato di grazia è di per sé fragile e non incorruttibile.

Insomma, si tratta di una esplorazione di un mondo nel quale si concentrano brutalità, spietatezza, angoscia, assenza di qualunque valore morale, che proprio per il suo essere estremo esercita paradossalmente una certa attrazione sul lettore amante del genere, che ne resta inevitabilmente affascinato.