Recensione
Gourmet
3.0/10
Basta lo ammetto. Faccio proprio outing. Io sono fondamentalmente una coatta. Perché si, va bene, mi piace vedere gli anime scrausi e leggere i manga one shot dalla modica cifra di dieci euro per tre pagine. Adoro anche fare recensioni puntuali, elaborate, piene di preposizioni articolate e paroloni come "intreccio narrativo", "sfaccettatura delle psicologie", "Evangelion".
Ma è inutile nascondersi dietro un dito. Io sono anche l'unica in questo sito che ha visto e financo recensito cavolate trash come "Sukeban Deka" e "Bubblegum Crisis". Perché va bene, bella la poetica del non detto, belle le espressioni intense, belle le narrazioni dilatate, bello tutto, ma io sono profondamente convinta di una cosa. Io la penso esattamente come Bruce Springsteen, il quale a proposito della musica rock diceva: " Da una parte credo che si possa influenzare in qualche modo la vita della gente, ma dall'altra credo che è solo intrattenimento e devi fare ballare la gente prima di tutto."
Penso che questo spieghi perfettamente il mio rapporto con questa opera di Taniguchi. Non mi appassiona. Non mi prende. Non mi dice nulla. Formalmente è perfetto, Taniguchi è un poeta della vignetta, ma per il resto non ho mai capito il motivo per cui un lettore dovrebbe leggere quest'opera. Gourmet infatti è uno one shot che parla della storia di un impiegato che gira per il Giappone, mangiando in tutti i ristoranti e mostrando i piatti tipici del paese del Sol Levante.
Fine.
Scusate ma non ho altro da aggiungere a questa recensione se non la parola noia. Perché mi dovrebbe interessare la storia di uno che va a caccia di piatti tipici? Si potrebbe pensare che è la metafora di una ricerca, che sotto questo esile pretesto si dipani una trama o una morale interessante... Assolutamente no. Taniguchi si diletta nel riempire la tavola di dettagli, di disegnare i piatti con estrema dovizia, però io per un centinaio di pagine ho visto solo un tizio mangiare e guardare panorami.
Appassionante.
Vista la statura dell'autore, leggendo questo manga mi sono sentita come Fantozzi quando era costretto dal direttore della megaditta a vedere barbosissimi film tedeschi sottotitolati in cecoslovacco. Quindi permettetemi di usare questa recensione come il palchetto utilizzato dal famoso ragioniere per dire una volta per tutte che "Gourmet" è una... opera che non mi è piaciuta.
Sicuramente anche io come Fantozzi sono solo una piccola borghese che non capisce il geniale genio di queste opere geniali. A me dovete dare "Gall Force", "City Hunter", "Bubblegum Crash", "Excel Saga", "Manga Bomber".
Che sì, sono cretini e non vogliono dire un bel niente. Ma sono onesti e fanno benissimo quello che un'opera di intrattenimento deve principalmente fare: farmi passare un bel quarto d'ora. Cosa in cui "Gourmet", nonostante sia bellissimissimo e poeticissimo, non è per niente riuscito.
Consigliato a chi ama... Ma se uno ama mangiare giapponese vada ad un sushi bar, non perda tempo con questo mattone suvvia!
Ma è inutile nascondersi dietro un dito. Io sono anche l'unica in questo sito che ha visto e financo recensito cavolate trash come "Sukeban Deka" e "Bubblegum Crisis". Perché va bene, bella la poetica del non detto, belle le espressioni intense, belle le narrazioni dilatate, bello tutto, ma io sono profondamente convinta di una cosa. Io la penso esattamente come Bruce Springsteen, il quale a proposito della musica rock diceva: " Da una parte credo che si possa influenzare in qualche modo la vita della gente, ma dall'altra credo che è solo intrattenimento e devi fare ballare la gente prima di tutto."
Penso che questo spieghi perfettamente il mio rapporto con questa opera di Taniguchi. Non mi appassiona. Non mi prende. Non mi dice nulla. Formalmente è perfetto, Taniguchi è un poeta della vignetta, ma per il resto non ho mai capito il motivo per cui un lettore dovrebbe leggere quest'opera. Gourmet infatti è uno one shot che parla della storia di un impiegato che gira per il Giappone, mangiando in tutti i ristoranti e mostrando i piatti tipici del paese del Sol Levante.
Fine.
Scusate ma non ho altro da aggiungere a questa recensione se non la parola noia. Perché mi dovrebbe interessare la storia di uno che va a caccia di piatti tipici? Si potrebbe pensare che è la metafora di una ricerca, che sotto questo esile pretesto si dipani una trama o una morale interessante... Assolutamente no. Taniguchi si diletta nel riempire la tavola di dettagli, di disegnare i piatti con estrema dovizia, però io per un centinaio di pagine ho visto solo un tizio mangiare e guardare panorami.
Appassionante.
Vista la statura dell'autore, leggendo questo manga mi sono sentita come Fantozzi quando era costretto dal direttore della megaditta a vedere barbosissimi film tedeschi sottotitolati in cecoslovacco. Quindi permettetemi di usare questa recensione come il palchetto utilizzato dal famoso ragioniere per dire una volta per tutte che "Gourmet" è una... opera che non mi è piaciuta.
Sicuramente anche io come Fantozzi sono solo una piccola borghese che non capisce il geniale genio di queste opere geniali. A me dovete dare "Gall Force", "City Hunter", "Bubblegum Crash", "Excel Saga", "Manga Bomber".
Che sì, sono cretini e non vogliono dire un bel niente. Ma sono onesti e fanno benissimo quello che un'opera di intrattenimento deve principalmente fare: farmi passare un bel quarto d'ora. Cosa in cui "Gourmet", nonostante sia bellissimissimo e poeticissimo, non è per niente riuscito.
Consigliato a chi ama... Ma se uno ama mangiare giapponese vada ad un sushi bar, non perda tempo con questo mattone suvvia!