Recensione
Stardust Wink
5.0/10
Riecco Nana Haruta più sfavillante che mai!
Ma no ma no, questa volta non comincerà la sua serie con la solita rimbambita che arrivata alle superiori decide che deve sbocciare l'amore… Oddio la protagonista, Anna, è una ragazza piuttosto svampita, però non sta cercando un ragazzo e questo potrebbe essere un punto a favore della mangaka.
La trama è piuttosto semplice, fin troppo simile per alcuni aspetti a "Cortili del cuore" e "Ma quando mai?!", quindi per niente innovativa. In Stardust Wink Anna ha vissuto la sua infanzia con i due amici, Sou e Hinata, che però la metteranno presto o tardi di fronte a una scelta. Entrambi sono due bellissimi ragazzi e la protagonista attirerà fin da subito la gelosia e dunque l'antipatia delle altre ragazze. Purtroppo però la ragazza non vede i due come dei papabili "ragazzi" proprio perché li conosce fin nel profondo essendogli stata accanto per lunghissimo tempo. Inoltre la Haruta ha dato vita a una protagonista ancora alle prime armi e parecchio confusa in materia d'amore e ciò causerà un bel po' di incomprensioni all'interno del trio di ragazzi. Non so, l'incipit sembra in qualche modo il risultato di una serie di scopiazzate avvenute un po' qua e un po' la, ma potrei anche sbagliarmi.
Il mio malcontento non si finisce qui.
In questo manga ci troviamo di fronte a un triangolo sentimentale e nemmeno ben orchestrato. I triangoli sono ormai scontati e privi di mordente, l'unica bellezza che rimane sta nel continuo ribaltamento della situazione, come in una partita ove le squadre sono allo stesso livello per preparazione e si giocano punto per punto. Le lettrici diventano quindi come un ragazzo di fronte a una partita di calcio e fanno il tifo per il contendente preferito. Peccato che in questa storia tutto ciò si sia perso, Sou e Hinata sono terribilmente scontati, contrapposti si, ma uguali, non sono per l'aspetto fisico (una ha i capelli chiari l'altro scuri, sai che cambiamento!) ma anche per quello caratteriale che non è delineato a dovere. Questa pecca tende ad abbassare di molto il livello del lavoro che già non si mostra al lettore con elementi particolarmente innovativi.
La stessa sorte è toccata anche al disegno che, sebbene molto carino, non presenta tratti significativi rispetto ad altri manga dello stesso genere. Concludendo penso che questo sia un lavoro che, benché dagli spunti semplici e già visti, potrebbe dare molto alle lettrici interessate a una storia ingenua e ancora un po' infantile, ma sarebbe molto deludente per chi cerca qualcosa di particolare e diverso dai soliti stereotipi.
Ma no ma no, questa volta non comincerà la sua serie con la solita rimbambita che arrivata alle superiori decide che deve sbocciare l'amore… Oddio la protagonista, Anna, è una ragazza piuttosto svampita, però non sta cercando un ragazzo e questo potrebbe essere un punto a favore della mangaka.
La trama è piuttosto semplice, fin troppo simile per alcuni aspetti a "Cortili del cuore" e "Ma quando mai?!", quindi per niente innovativa. In Stardust Wink Anna ha vissuto la sua infanzia con i due amici, Sou e Hinata, che però la metteranno presto o tardi di fronte a una scelta. Entrambi sono due bellissimi ragazzi e la protagonista attirerà fin da subito la gelosia e dunque l'antipatia delle altre ragazze. Purtroppo però la ragazza non vede i due come dei papabili "ragazzi" proprio perché li conosce fin nel profondo essendogli stata accanto per lunghissimo tempo. Inoltre la Haruta ha dato vita a una protagonista ancora alle prime armi e parecchio confusa in materia d'amore e ciò causerà un bel po' di incomprensioni all'interno del trio di ragazzi. Non so, l'incipit sembra in qualche modo il risultato di una serie di scopiazzate avvenute un po' qua e un po' la, ma potrei anche sbagliarmi.
Il mio malcontento non si finisce qui.
In questo manga ci troviamo di fronte a un triangolo sentimentale e nemmeno ben orchestrato. I triangoli sono ormai scontati e privi di mordente, l'unica bellezza che rimane sta nel continuo ribaltamento della situazione, come in una partita ove le squadre sono allo stesso livello per preparazione e si giocano punto per punto. Le lettrici diventano quindi come un ragazzo di fronte a una partita di calcio e fanno il tifo per il contendente preferito. Peccato che in questa storia tutto ciò si sia perso, Sou e Hinata sono terribilmente scontati, contrapposti si, ma uguali, non sono per l'aspetto fisico (una ha i capelli chiari l'altro scuri, sai che cambiamento!) ma anche per quello caratteriale che non è delineato a dovere. Questa pecca tende ad abbassare di molto il livello del lavoro che già non si mostra al lettore con elementi particolarmente innovativi.
La stessa sorte è toccata anche al disegno che, sebbene molto carino, non presenta tratti significativi rispetto ad altri manga dello stesso genere. Concludendo penso che questo sia un lavoro che, benché dagli spunti semplici e già visti, potrebbe dare molto alle lettrici interessate a una storia ingenua e ancora un po' infantile, ma sarebbe molto deludente per chi cerca qualcosa di particolare e diverso dai soliti stereotipi.