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Prima di iniziare a leggere questa serie mi sono preso la briga di trovare tutti i volumi...non è stato facile, ma volevo leggerlo senza interruzioni.
Ho iniziato la lettura partendo dal presupposto di leggere un seinen visto che è in questo modo che viene classificato; pertanto mi aspettavo i canoni tipici di questa tipologia (tematiche serie possibilmente sviluppate anche su un piano psicologico e/o filosofico). In realtà (e questa è solo la mia opinione) di serio non c'è un granché e inoltre ci sono diverse caratteristiche per cui sarebbe più facile etichettarlo come shonen che non come seinen.
Fatta questa premessa, non voglio dire che questo manga tratti tematiche sciocche, ma che probabilmente prima di leggerlo ci si aspetta qualcosa di diverso. Ad ogni modo l'ho trovato di piacevole lettura, sopratutto la prima metà. Infatti i primi volumi li ho letteralmente divorati, anche perché la trama è fresca ed è ancora tutto da scoprire. La storia si snoda brillantemente e i personaggi sono caratterizzati a dovere grazie anche alla giusta dose, senza eccessi, di stereotipi.
Superando la prima metà della serie si ha sempre più chiara la volontà di Takada di "allungare il brodo". Questa cosa l'ho notata spesso nelle serie manga lunghe in cui i capitoli non sono autoconclusivi (come Berserk ad esempio) ed è un vero peccato perché così facendo la trama perde di incisività.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, quindi il disegno, non è che c'è molto da dire...il tratto è ottimo! Anche se ora sembra un po' datato, consideriamo che si tratta di un manga che ha visto la luce alla fine degli anni '80 dove i canoni stilistici erano un po' diversi qua quelli attuali.
Il voto sembra molto alto rispetto alla premessa disfattista di questa recensione, ma ci tengo a precisare che quella non era una critica all'opera in sé (che è davvero di ottimo livello), semplicemente mi aspettavo qualcosa di diverso.