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9.0/10
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"Ah, qui non sarebbe più possibile a un Balzac di descrivere la vita di un medico di campagna, né a un Flaubert di raccontarci i suoi adulteri provinciali... Come deve fare a esistere, oggi, il romanzo documentario di un tempo, quando si trova una massa di documenti dappertutto... Ci sono i giornali, le riviste, la radio, e le ragazzine imparano il parto senza dolore, e a quattordici anni i bambini sanno già tutto, dopo Gide e molto meglio di Gide, sull' omosessualità, sul fouet... "Il risultato è che tutto è banale, niente è originale... Se non il colorante. "Nel 1941, condannato a morte, in circostanze bizzarre... Un essere umano condannato a morte (si può ben dire) dal mondo intero... che è una drole d' attitude, e come atteggiamento può dare una ' visione del mondo' abbastanza deformata... Allora le parole assumono un valore tragico... Cioè, il colore conveniente... Questa è la cosa che m' interessa... perché lo stile è questione di colore... ** "

Leggendo qua e là interviste e vedendo documentari, ci si trova a raccogliere opinioni e pensieri da chi si occupa e si interessa di scrittura e forme di scrittura, letteratura (quel che è e quel che non è), stile contenuti e presunzioni varie. Mi trovo davanti una chiacchierata di Louis-Ferdinand Céline, scrittore francese e, sopratutto, il passo sopra riportato. Subito mi vien da pensare alla cara e "saggia" Kaoru Mori, o meglio, dopo un po', riflettendo sullo scritto, confrontando quel che è stato detto con esempi che non sono letteratura di parole ma che sono letteratura di immagini. Penso alla Mori perchè alla memoria ritorna l'opera che vengo a recensire.
"Victorian romance Emma" è prima di tutto un esercizio di stile e personalità. Che cosa fa realmente la Mori prendendo in mano il subsfruttato stereotipo ottocentesco di amore tra una cameriera ed un nobile? La risposta è molto semplice, racconta il caro stereotipo secondo i suoi ideali di scrittura, la sua natura di fumettista e la sua passione verso l'epoca vittoriana.
La risposta viene detta in una chiave ancor più esplicita descrivendo la trama: Emma è la cameriera della ex istitutrice Kelly Stoner, la quale un tempo aveva insegnato al signorino William Jones, figlio di un commerciante arricchito. Andando in visita alla vecchia istitutrice, William conosce la sua efficiente e silenziosa domestica e ne rimane, in men che non si dica, innamorato perso.
Mostrato l'incipit della trama, vado ad analizzare quello che più amo ed è importante di questa storia: lo stile, o come meglio esprime Céline, il colore.
Kaoru Mori ha un vizio ed è la modestia. La sua percezione del racconto è quanto mai oggettiva, accuratamente documentata e piena di silenzi, immagini nitide ma ferme e mute, personaggi timidi e pensieri semplicissimi. Ultimo ed importante particolare è la scelta geniale ed acuta di rendere il particolare quotidiano l'arma poetica più potente ed autentica del suo lavoro.
E' qui, appunto, che rendo omaggio e diversifico "Emma" dalle altre opere romantiche-ottocentesche dedite allo stesso tema.
E' alquanto inutile a dirsi ma importante da capire è la storicità effettiva e la piena immersione (da parte della Mori) nell'ambiente vittoriano e sopratutto nelle mentalità di quell'epoca.
Non si troveranno, infatti, avvenimenti rivoluzionari per l'epoca sia di pensiero che d'azione compiuti da parte dei personaggi. Azioni e pensieri utilizzati come slancio di rivoluzione e fattore di particolarità da scrittrici del 900' per rendersi nuove ed originali trattando un tema vecchio e colmo.
Ma come può un'opera ottocentesca avere dentro sé pensieri ed azioni di una mente del novecento? Vuol dire che manca realismo, modestia ed effettiva voglia di metterci un po' di sé nel raccontare una storia che altrimenti verrebbe snobbata e buttata.
Kaoru Mori riesce dove molte scrittrici hanno fallito. Rende "Emma" una storia semplice per i contenuti realistici ed oggettivi; poetica per le curate scelte d'immagine e silenzi e sopratutto modesta senza la sfarzosa voglia di strafare e mostrarsi al fine di rendere artificioso un banale lavoro.
Non si può non notare l'affezione e l'interesse che l'autrice ha verso la realtà vittoriana, la curiosità sapiente di voler conoscere lo stile di vita dell'epoca, i particolari, la cultura, la vita quotidiana delle diverse classi, la vita sentimentale del popolo ricco e del popolo povero.

Lo stile di disegno cresce e matura mano a mano che i volumi scanzonano avvenimenti sorprese e fastidi.
E' una delle prime e serie opere, parallela a Shirley, anch'essa dedita al tema delle cameriere ed alla realtà vittoriana. I primi volumi, appunto, vanno a braccetto, sia di giovanile struttura e volenterosa incapacità che di disegno ruvido ma talentuosissimo.
La tecnica migliora velocemente ed ancor di più migliora la fotografia ed il simbolismo poetico delle scene, aventi tutte quell'infantile stupore e dolcezze che si mette nel voler fotografare un tramonto.
Verso gli ultimi volumi si ha una maturità ed una capacità di scrittura poetica pari ad un'opera di letteratura delle migliori.
E' da dire però che la Mori, non essendo un'autrice limitata e smarrita, trabocca di genio nell'opera subito successiva "I giorni della sposa", dove lo stile di disegno ancora matura e dove l'accentuare del particolare e delle condizioni sociali come matrimoni combinati ed appunto come l'amore tra diverse classi, diventa maggiore.
Un particolare che mi trovo sempre ad omaggiare a questa donna è il suo canone estetico personale. Donne formose, femminili oltre il tipico canone di sottili e asessuate figure, dalla forte rappresentazione grafica e caratteriale, la cui "emancipazione" non si trova nelle gesta rivoltose o nei concetti alternativi, ma nel carattere forte, nell'intelligenza, nella capacità di scelta.

L'unica pecca dell'opera, che non è nell'opera è l'edizione miserevole che la Dynit concede. In primo luogo l'assenza degli ultimi tre volumi, raccolte di storie brevi inerenti il passato ed il futuro dei personaggi secondari; in secondo luogo la cromatura delle tavole a colori in tavole monocromatiche. Il prezzo è accessibile in quanto tutti i volumi tranne l'ultimo (6,50) costano 4,50.

Nel 2004 viene tratta dall'opera la prima serie animata, che spezza le vicende del manga per poi riprenderle nel 2007, aggiungendo un lieto fine nuovo e "fantasioso".
Le grandi differenze dall'opera scritta possono trovarsi nel ricalcare ancor più i particolari della vita quotidiana e sopratutto della classe sociale bassa, allargando il periodo dedicato all'istitutrice Kelly Stoner ed eliminando le forti brutture sociali della classe alta. Gli ambienti sono creati in modo limitrofo ma al contempo differente dal manga, rendendo così la grafica più vicina ad una semplicità tecnica che non può raggiungere il livello qualitativo della matita della Mori.
In fine, consiglio l'opera a tutti, in quanto è d'obbligo (e mi permetto di dirlo) riconoscere la sua grandezza e la sua qualità.