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Dopo le svariate letture che mi sono offerta di concedere a questo acclamatissimo autore, trovo i suoi lavori, le sue storie, il suo ancora acerbo modo di rappresentare una storia, infantili. Quest'infantilità è dovuta alla sua età, come primo luogo, ed in secondo dal troppo clamore che intorno gli hanno costruito.
Inio Asano è un autore ancora troppo giovane e sopratutto troppo ripetitivo. Le tematiche continue delle sue opere sono quei giovani che si apprestano ad abbandonare la fase di vita immaginifica e surreale per entrare in quella del grigiore dell'eternità, dell'ammazzare il tempo, del cercarlo e perderlo comunque. L'oscillazione tra l'infanzia e l'età adulta. Ed è proprio in quest'opera, "Il campo dell'arcobaleno" che si traccia quello che è il divario.

La struttura narrativa vede l'alternarsi di passato e presente in modo apparentemente confusionario ma ben strutturato. Infatti, una particolarità di Asano è la troppa autostima, l'aver confuso con "stile" il mettere alla rinfusa immagini, scene e parole. La storia sicuramente se fosse stata messa in un ordine preciso e cronologico avrebbe perso quel suo fascino e mistero tanto decantato (dove?). Come ben hanno detto altri, Asano oltre ad aver confuso cosa sia lo stile ha confuso cosa sia il talento, per questo il suo modo di scrivere incomprensibile è passato per profondità di temi e di scrittura, surrealismo, simbolismo, grande genio! E' molto più difficile essere comprensibili che essere ermetici, criptici ed enigmatici. Eppure è ben comune l'accostare l'incomprensibilità con il talento, la profondità e l'altezza di contenuti, quando poi essenzialmente dentro non vi è nulla.

Il campo dell'arcobaleno una trama la ha, basta sapere mettere in ordine quel casino inutile che il gran genio ha messo insieme. La protagonista è la bambina ultra-stuprata dalla capigliatura bianca. Partendo da questo punto, si deve vedere la storia come quel che accade attorno al mondo di questa bambina e della storia che ha inventato. E via qui a finta poesia con le farfalle ed il mostro nel tunnel. Tutti i personaggi che le ruotano attorno a partire dalla classe della bambina, sono disumani. Le loro gesta vanno aldilà dell'umana assurdità, del ridicolo, del surreale e del criminale. Asano rimette i panni dell'autore criptico e inizia ad insultare il mondo degli adulti, come sempre, inserendoli in un mondo di sessualità volgari e sporchissime, rendendo atroci anche i bambini. La psiche dei personaggi è oltremodo distorta, anche la loro sessualità ed i loro istinti, è l'emblema di un mondo degenerato all'esasperazione, dove ogni personaggio perde di intelligenza e padronanza, dove ogni occasione è buona per stuprare qualcuno o masturbare qualcun altro. Tutto questo suo modo di rappresentare è ridicolo e viene preso per "occhio romantico che vede la degenerazione dei tempi dal tratto violento e raffinato che mostra immagini in modo nitido ed aspro suscitando sgomento e malinconia..."
L'azione che i bambini compiono contro la protagonista e la storia che ha inventato sono l'attacco di paura e di difesa ad un mondo potentissimo e continuamente in declino, quello dell'infanzia, della fantasia e dell'incoscienza, che Asano mette sempre in mezzo come mondo sconosciuto ed utopico, macchiato sin da subito dalla vorace fame di sesso e di violenza degli uomini. Ritorna la visione di artista romantico, ed allora Asano si carica del nobile compito di veggente, di profeta, di inutile fotografo di un tempo che non ha né poesia e né profondità, sopratutto se lui, con il suo solito occhio infantile, narra.

Lo stile di disegno è piuttosto barocco, le figure umane sono di legno e le ambientazioni rappresentate in modo masochistico, unico punto a favore per Asano, che almeno in qualcosa col fumetto ci riesce. L'uso esagerato dei retini grigi rende spenta l'immagine quasi fosse un vecchio film in bianco e nero che racconta qualcosa di lontano, incredibilmente lontano.
I personaggi socialmente volgari e sporchi vengono rappresentati in modo caricaturale e "schifoso", come vedere un uomo dai denti che fuoriescono, con la canottiera sporca di non si sa cosa, le ascelle unte di sudore ed il sesso perennemente eretto, per non parlare dei pensieri. Tipica immagine banale dell'uomo corroso, disfatto, scomposto, mentalmente perverso e sensibilmente risucchiato dalla melma, eppure inconsciamente contento.
Chissà come mai egli riesca molto bene a rappresentare, sia graficamente che psicologicamente, i giovani. Chissà perché c'è sempre questo richiamo al "magro" alla "trasgressione" alla "ribellione repressa", chissà perché poi tutti i grandi sono putrescenti. Forse perché Asano è estremamente infantile?
L'edizione Panini è notevole, formato grande, rilegatura da romanzo, pagine resistenti e con buono spessore, con sovra copertina ed il prezzo di 9 e 90.

Data la vasta lettura delle opere di Inio Asano, ho consolidato come il suo lavoro fino ad adesso portato avanti, sia ancora lavoro di formazione, di scoperta e di crescita. Non si può parlare ancora di maturità, di profondità di temi o di sapienza, si può parlare di prepotente coraggio, di arroganza e finta sapienza. Di un ragazzino che si ribella a quello che ha scoperto essere il mondo e si rifugia nel fumetto per fare il révolutionnaire.
Il voto è un 5. Sarei voluta andare - un po' più in giù - ma non reputo completamente l'opera ridicola e volgare, nonostante i temi ed i personaggi lo siano, perché nonostante adesso lo reputi un autore mediocre spero possa togliersi quella presunzione da "sono già arrivato" e cominci seriamente a capire che il genio non è dato dalla storia complessa ed il talento non è la capacità di rendere atto a questa storia, ma la semplicità e la possibilità di arrivare a tutti, cosa davvero ardua e difficile. Questo si, che sarebbe talento.