Recensione
Junk Love
7.0/10
Recensione di CrocifissionePop
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"Junk Love" di Chaemin è una ricercata storia dalle tinte oramai adolescenziali.
Ho-Gyeong lavora come modella per una scuola d'arte al fine di potersi pagare i corsi di recitazione e le diverse spese di audizioni e roba varia.
Min-Gyu è un perditempo farfallone. Irresponsabile e facile all'accoccolarsi tra le braccia e le gambe di aperte ragazzuole. Dall'indipendenza tutt'altro che stabile, vivacchia tra lavoretti, la vita nella casa di famiglia e l'appartamento di Ho-Gyeong.
Il loro incontro è su di una chat, un gruppo di amici che s'intrattengono in discussioni e che ogni tanto organizza incontri per rendere sensato il loro dialogo.
Si deve ben dividere il punto di vista di entrambi, perché nella "narrazione" non esiste un "narratore", ma due. Due modi di vivere distaccati ed assenti, che privi della voglia di scegliere subiscono la presenza sia dell'altro che della relazione.
Il non scegliere, lasciare che la situazione scelga per noi, aspettare che sia troppo tardi, rifugiarsi all'interno di una "bolla" che estranea dal reale, dalle decisioni e dalle responsabilità, in quel momento di passaggio dove il tempo sembra essersi fermato ma che, se non trattato con cautela può esplodere ed influenzare negativamente l'esistenza.
L'ho definita una storia dalle tinte adolescenziali perché i protagonisti si destreggiano tra la passività del sesso e la scelta di qualcosa di diverso, solo il cibo. Adolescenziali nelle prese di responsabilità, nelle forzate scelte, nelle fuoriuscite di malumore, come ad esempio Min-Gyu, amante distratto e vagante ma geloso se una delle tante ragazze si intrattiene con altri, oppure Ho-Gyeong continuamente "ferita" eppure talmente annoiata da cercare i capricci che tanto le danno fastidio, quelle dimenticanze che fanno comprendere la poca attenzione dell'altro ai propri disgusti e gusti.
Un rapporto che continua perché senza pretese e sentimenti, un coccolarsi a vicenda quando il riflesso della vita distrae dalla ricerca di estraneazione.
E com'è facile allontanarsi quando si capisce e si decide di dover entrare a far parte di qualcosa di più grande. Se si comprende il mezzo per la propria realizzazione, ci si deve necessariamente muovere per raggiungerla. Allora, i giorni così noiosi, così apatici, così persi, diventano una crescita, un capacitarsi di quello che si vuole, che si è, dove si deve andare per far si che il resto della vita possa essere soddisfacente.
Entrambi vanno ad entrare nel mondo in modo molto simile, la prima realizzando sé stessa nelle sue aspirazioni, il secondo, assecondando la normalità e la costruzione di una vita più che ordinaria, ordinata. Eppure, i due, rimangono legati, nonostante le assenze, i tradimenti, le bugie, i litigi, i silenzi, ed i rifiuti, rimane come un alone di malinconia che diviene sorriso e promessa.
Un disegno che manifesta un certo studio accademico, molto lontano dal monotono ed ignorante stile manga che non permette altra rappresentazione se non sé stessa. Uno stile che ricorda molto vecchie stampe o parole scritte con le diverse sfumature di un pennino ad inchiostro. Semplice, se pur dai continui bianchi e neri, contornato da un costante grigio che rende l'ambiente una continua giornata di pioggia, ad accentuare la metafora del tempo fermo, della notte che diviene il passaggio tra il giorno prima ed il giorno dopo.
Una capacità tecnica che rimane un pò titubante sulla reale resa dei diversi personaggi ma che diviene sapiente dopo che si è abituati alle diverse facce e fisicità.
Gli ambienti non possono essere più semplici ma al contempo ricercati e ben realizzati.
Ogni capitolo prende il titolo del piatto che andrà a caratterizzare la vicenda ed ogni fine capitolo è concluso da uno schizzo di donna, che si vedrà poi essere Ho-Gyeong, durante le sue sedute alla scuola d'arte.
Tecnicamente Chaemin è molto più capace di tanti autori fumettistici orientali, sopratutto giapponesi, in quanto la sua preparazione e capacità tecnica le permettono una completa e svariata adesione ai diversi stili grafici, che non è al contempo concessa ad autori che si sono fermati studiando uno stile fumettistico senza poi le basi per una rappresentazione adiacente al reale ed accademica. Eh si, a tutti, o quasi, mancano le reali basi.
In Italia, "Junk Love", viene editato dalla sofisticata e narcisista Coconino Press, al prezzo di 19 e 50, con un volumone con più di 350 pagine, e la loro tipica ed elegante copertina ruvida.
Nonostante la definizione "adolescenziale", la storia diviene una compagna ed una riflessione per chiunque potesse mettervisi dinnanzi. Ha una semplicità ed una chiarezza di contenuti quasi stupefacenti, contenuti troppo raccontati in modo barocco ed inconcludente, se visti in quest'epoca.
Tutto un piccolo appartamento che lascia quasi indifferenti eppure coinvolti, perché in fondo, c'è un poco di pioggia un pò per tutti.
Ho-Gyeong lavora come modella per una scuola d'arte al fine di potersi pagare i corsi di recitazione e le diverse spese di audizioni e roba varia.
Min-Gyu è un perditempo farfallone. Irresponsabile e facile all'accoccolarsi tra le braccia e le gambe di aperte ragazzuole. Dall'indipendenza tutt'altro che stabile, vivacchia tra lavoretti, la vita nella casa di famiglia e l'appartamento di Ho-Gyeong.
Il loro incontro è su di una chat, un gruppo di amici che s'intrattengono in discussioni e che ogni tanto organizza incontri per rendere sensato il loro dialogo.
Si deve ben dividere il punto di vista di entrambi, perché nella "narrazione" non esiste un "narratore", ma due. Due modi di vivere distaccati ed assenti, che privi della voglia di scegliere subiscono la presenza sia dell'altro che della relazione.
Il non scegliere, lasciare che la situazione scelga per noi, aspettare che sia troppo tardi, rifugiarsi all'interno di una "bolla" che estranea dal reale, dalle decisioni e dalle responsabilità, in quel momento di passaggio dove il tempo sembra essersi fermato ma che, se non trattato con cautela può esplodere ed influenzare negativamente l'esistenza.
L'ho definita una storia dalle tinte adolescenziali perché i protagonisti si destreggiano tra la passività del sesso e la scelta di qualcosa di diverso, solo il cibo. Adolescenziali nelle prese di responsabilità, nelle forzate scelte, nelle fuoriuscite di malumore, come ad esempio Min-Gyu, amante distratto e vagante ma geloso se una delle tante ragazze si intrattiene con altri, oppure Ho-Gyeong continuamente "ferita" eppure talmente annoiata da cercare i capricci che tanto le danno fastidio, quelle dimenticanze che fanno comprendere la poca attenzione dell'altro ai propri disgusti e gusti.
Un rapporto che continua perché senza pretese e sentimenti, un coccolarsi a vicenda quando il riflesso della vita distrae dalla ricerca di estraneazione.
E com'è facile allontanarsi quando si capisce e si decide di dover entrare a far parte di qualcosa di più grande. Se si comprende il mezzo per la propria realizzazione, ci si deve necessariamente muovere per raggiungerla. Allora, i giorni così noiosi, così apatici, così persi, diventano una crescita, un capacitarsi di quello che si vuole, che si è, dove si deve andare per far si che il resto della vita possa essere soddisfacente.
Entrambi vanno ad entrare nel mondo in modo molto simile, la prima realizzando sé stessa nelle sue aspirazioni, il secondo, assecondando la normalità e la costruzione di una vita più che ordinaria, ordinata. Eppure, i due, rimangono legati, nonostante le assenze, i tradimenti, le bugie, i litigi, i silenzi, ed i rifiuti, rimane come un alone di malinconia che diviene sorriso e promessa.
Un disegno che manifesta un certo studio accademico, molto lontano dal monotono ed ignorante stile manga che non permette altra rappresentazione se non sé stessa. Uno stile che ricorda molto vecchie stampe o parole scritte con le diverse sfumature di un pennino ad inchiostro. Semplice, se pur dai continui bianchi e neri, contornato da un costante grigio che rende l'ambiente una continua giornata di pioggia, ad accentuare la metafora del tempo fermo, della notte che diviene il passaggio tra il giorno prima ed il giorno dopo.
Una capacità tecnica che rimane un pò titubante sulla reale resa dei diversi personaggi ma che diviene sapiente dopo che si è abituati alle diverse facce e fisicità.
Gli ambienti non possono essere più semplici ma al contempo ricercati e ben realizzati.
Ogni capitolo prende il titolo del piatto che andrà a caratterizzare la vicenda ed ogni fine capitolo è concluso da uno schizzo di donna, che si vedrà poi essere Ho-Gyeong, durante le sue sedute alla scuola d'arte.
Tecnicamente Chaemin è molto più capace di tanti autori fumettistici orientali, sopratutto giapponesi, in quanto la sua preparazione e capacità tecnica le permettono una completa e svariata adesione ai diversi stili grafici, che non è al contempo concessa ad autori che si sono fermati studiando uno stile fumettistico senza poi le basi per una rappresentazione adiacente al reale ed accademica. Eh si, a tutti, o quasi, mancano le reali basi.
In Italia, "Junk Love", viene editato dalla sofisticata e narcisista Coconino Press, al prezzo di 19 e 50, con un volumone con più di 350 pagine, e la loro tipica ed elegante copertina ruvida.
Nonostante la definizione "adolescenziale", la storia diviene una compagna ed una riflessione per chiunque potesse mettervisi dinnanzi. Ha una semplicità ed una chiarezza di contenuti quasi stupefacenti, contenuti troppo raccontati in modo barocco ed inconcludente, se visti in quest'epoca.
Tutto un piccolo appartamento che lascia quasi indifferenti eppure coinvolti, perché in fondo, c'è un poco di pioggia un pò per tutti.