Recensione
Un marzo da leoni
10.0/10
Essere degli sportivi, si dice, significa combattere contro il proprio avversario da soli. Che si vinca o che si perda si è sempre circondati dalla solitudine.
E la vita di Rei è solitaria. Non ha amici, ha perso la famiglia in un incidente. Il suo mestiere è essere un giocatore di shogi professionista e anche lì è solo. Ma forse tutta quella solitudine è in parte costruita, e sarà la vicinanza con le tre sorelle a farla crollare.
Un marzo da leoni (Sangatsu no Lion in originale) è un manga che colpisce forte, come una pallonata allo stomaco. L'autrice racconta in maniera perfetta i vari stati d'animo del protagonista, usando lo shogi come metafora. Tutte le partite di Rei raramente sono delle semplici giocate: ognuna insegna al ragazzo qualcosa di nuovo, e grazie ad esse egli ottiene una nuova consapevolezza su sé stesso e su come relazionarsi con gli altri. Vincere o perdere, per Rei, non è limitato al mondo dello shogi: significa avanzare o retrocedere anche nella vita. Ed ogni volta non importa quante volte cade: si rialzerà comunque.
Ma non sono solo le partite ad insegnare. Ci sono anche gli avversari, ognuno diverso, ma tutti accumulati della voglia di vincere a tutti costi, pena essere esclusi da quel mondo che accetta chiunque ma che non ha pietà. Un esempio su tutti Nikaido, amico-nemico di Rei, un personaggio positivo nonostante la sua malattia. Un personaggio indimenticabile e adorabile.
Oltre allo shogi Rei si relaziona con le tre sorelle che sono coloro che gli daranno il maggiore supporto, Akari soprattutto. Un rapporto che evolve volume dopo volume, facendo capire a Rei cosa vuol dire avere degli amici, su come imparare a dare e ad avere.
Un discorso a parte va fatto per la sorella adottiva di Rei, Kyoko: un rapporto di amore/odio, basato su due caratteri complessi e difficili. È quello più interessante tra tutti.
Parliamo ora del secondo protaginista, lo shogi. Un gioco così complesso è molto difficile renderlo su carta e soprattutto far sì che diventi interessante. L'autrice ha avuto l'ottima idea di lasciare fare degli approfondimenti a un maestro di shogi, che spiega in maniera leggera i vari aspetti del gioco e, perché no, anche delle curiosità varie. In generale le partite non sono complesse e vengono giusto trattate le mosse fondamentali. Alcune sono molto divertirti per l'assurdità delle situazioni (ad esempio la penultima battaglia del secondo volume). E non dimentichiamoci la lezione di shogi fatta con i gattini, un modo geniale e semplice per imparare le regole basilari del gioco. In definitiva l'autrice cerca sempre il modo di appassionare e divertire nonostante la difficoltà evidente del gioco, senza però rendere tutto approssimativo.
Parlare dei disegni è un po' complesso, perché è soggettivo. Personalmente parlando apprezzo molto il tratto della Umino, semplice e curatissimo, perfetto per le espressioni. Non è molto diverso da Honey and Clover, ma si nota come l'autrice sia maturata. Degne di nota le illustrazioni a colori, con toni non troppo accesi, che danno un senso di malinconia al tutto.
Parlando dell'edizione italiana non ci si può lamentare molto: manga non troppo rigido con sovracopertina al prezzo di 5,90 €. Unica pecca è la mancanza di immagini a colori all'interno, ma per il resto è davvero un'ottima edizione.
Un marzo da leoni, quindi, è un manga che consiglio per la delicatezza dei temi trattati, oltre ad essere un ottimo spokon . Un titolo non troppo leggero ma sicuramente bellissimo, che appassiona grazie ai suoi personaggi.
E la vita di Rei è solitaria. Non ha amici, ha perso la famiglia in un incidente. Il suo mestiere è essere un giocatore di shogi professionista e anche lì è solo. Ma forse tutta quella solitudine è in parte costruita, e sarà la vicinanza con le tre sorelle a farla crollare.
Un marzo da leoni (Sangatsu no Lion in originale) è un manga che colpisce forte, come una pallonata allo stomaco. L'autrice racconta in maniera perfetta i vari stati d'animo del protagonista, usando lo shogi come metafora. Tutte le partite di Rei raramente sono delle semplici giocate: ognuna insegna al ragazzo qualcosa di nuovo, e grazie ad esse egli ottiene una nuova consapevolezza su sé stesso e su come relazionarsi con gli altri. Vincere o perdere, per Rei, non è limitato al mondo dello shogi: significa avanzare o retrocedere anche nella vita. Ed ogni volta non importa quante volte cade: si rialzerà comunque.
Ma non sono solo le partite ad insegnare. Ci sono anche gli avversari, ognuno diverso, ma tutti accumulati della voglia di vincere a tutti costi, pena essere esclusi da quel mondo che accetta chiunque ma che non ha pietà. Un esempio su tutti Nikaido, amico-nemico di Rei, un personaggio positivo nonostante la sua malattia. Un personaggio indimenticabile e adorabile.
Oltre allo shogi Rei si relaziona con le tre sorelle che sono coloro che gli daranno il maggiore supporto, Akari soprattutto. Un rapporto che evolve volume dopo volume, facendo capire a Rei cosa vuol dire avere degli amici, su come imparare a dare e ad avere.
Un discorso a parte va fatto per la sorella adottiva di Rei, Kyoko: un rapporto di amore/odio, basato su due caratteri complessi e difficili. È quello più interessante tra tutti.
Parliamo ora del secondo protaginista, lo shogi. Un gioco così complesso è molto difficile renderlo su carta e soprattutto far sì che diventi interessante. L'autrice ha avuto l'ottima idea di lasciare fare degli approfondimenti a un maestro di shogi, che spiega in maniera leggera i vari aspetti del gioco e, perché no, anche delle curiosità varie. In generale le partite non sono complesse e vengono giusto trattate le mosse fondamentali. Alcune sono molto divertirti per l'assurdità delle situazioni (ad esempio la penultima battaglia del secondo volume). E non dimentichiamoci la lezione di shogi fatta con i gattini, un modo geniale e semplice per imparare le regole basilari del gioco. In definitiva l'autrice cerca sempre il modo di appassionare e divertire nonostante la difficoltà evidente del gioco, senza però rendere tutto approssimativo.
Parlare dei disegni è un po' complesso, perché è soggettivo. Personalmente parlando apprezzo molto il tratto della Umino, semplice e curatissimo, perfetto per le espressioni. Non è molto diverso da Honey and Clover, ma si nota come l'autrice sia maturata. Degne di nota le illustrazioni a colori, con toni non troppo accesi, che danno un senso di malinconia al tutto.
Parlando dell'edizione italiana non ci si può lamentare molto: manga non troppo rigido con sovracopertina al prezzo di 5,90 €. Unica pecca è la mancanza di immagini a colori all'interno, ma per il resto è davvero un'ottima edizione.
Un marzo da leoni, quindi, è un manga che consiglio per la delicatezza dei temi trattati, oltre ad essere un ottimo spokon . Un titolo non troppo leggero ma sicuramente bellissimo, che appassiona grazie ai suoi personaggi.