Recensione
Tarantaranta
6.0/10
Recensione di Natsumi_91
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Tarantaranta è un'opera di Yoko Maki, ormai piuttosto conosciuta in Italia per le sue opere dalle tavole sempre ben curate e dalle trame piuttosto scombinatamente e strane. Anche quest'opera, in effetti, presenta queste stesse caratteristiche.
Hikaru Sakuma è una ragazza che dopo la morte del fratello ha deciso di smettere di piangere e ricerca perciò le regole per essere felice, salvo poi gettarsi continuamente in situazioni sempre più immotivatamente improbabili che la portano a piangere ancora più di prima. In tutta questa brodaglia ci sono un latin lover mancato che inizialmente si finge il classico belloccio e sadico che poi improvvisamente decide di aiutarla (ne è innamorato?) e la "sorella" di Jun, mezza dolce e mezza psicopatica. Forse gli unici due personaggi con una personalità non completamente deviata sono Nene e Danchi, che quasi quasi si apprezzano più dei protagonisti stessi.
Anzi, no. Ciò che si apprezza di più di questo manga sono le colonnine dove l'autrice parla di sé, o dove la madre di quest'ultima parla di quello che fa tutti i giorni.
Nonostante tutto questo manga non è da buttare via. I disegni, per esempio, sono davvero meravigliosi, e anche se si nota che sono ancora acerbi (è un'opera piuttosto giovanile) non perdono la freschezza e la loro accuratezza. È evidente che quando non si può puntare sulla trama si deve puntare su qualcos'altro, no? Credo sia il motivo che mi spinge, tutto sommato, a dare la sufficienza.
In sintesi: amanti sfegatati degli shojo, potete anche leggere questo manga. Non aspettatevi troppo, punto.
Hikaru Sakuma è una ragazza che dopo la morte del fratello ha deciso di smettere di piangere e ricerca perciò le regole per essere felice, salvo poi gettarsi continuamente in situazioni sempre più immotivatamente improbabili che la portano a piangere ancora più di prima. In tutta questa brodaglia ci sono un latin lover mancato che inizialmente si finge il classico belloccio e sadico che poi improvvisamente decide di aiutarla (ne è innamorato?) e la "sorella" di Jun, mezza dolce e mezza psicopatica. Forse gli unici due personaggi con una personalità non completamente deviata sono Nene e Danchi, che quasi quasi si apprezzano più dei protagonisti stessi.
Anzi, no. Ciò che si apprezza di più di questo manga sono le colonnine dove l'autrice parla di sé, o dove la madre di quest'ultima parla di quello che fa tutti i giorni.
Nonostante tutto questo manga non è da buttare via. I disegni, per esempio, sono davvero meravigliosi, e anche se si nota che sono ancora acerbi (è un'opera piuttosto giovanile) non perdono la freschezza e la loro accuratezza. È evidente che quando non si può puntare sulla trama si deve puntare su qualcos'altro, no? Credo sia il motivo che mi spinge, tutto sommato, a dare la sufficienza.
In sintesi: amanti sfegatati degli shojo, potete anche leggere questo manga. Non aspettatevi troppo, punto.