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6.0/10
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Defense Devil mi ha conquistato con il suo tratto, di primo acchito, meraviglioso nonché con una trama che, complice la mia laurea in giurisprudenza, mi ha molto stuzzicato. Di fatto però la lettura non si è dimostrata all'altezza delle aspettative.
Lo svolgimento dei vari eventi non è un granché. E' tutto molto nella norma, pieno dei soliti cliché da shonen, personaggi piuttosto piatti e con l'odioso risvolto ecchi, tanto per risollevare un po' le sorti di un'opera che forse poteva dare molto di più.
Il risultato non è totalmente insoddisfacente, ma di certo non è un manga che rimane scolpito nella memoria di chi lo ha avuto tra le mani.
Nessun personaggio mi ha veramente convinto, in primis, il protagonista, alquanto scialbo. La stessa trama manca di qualcosa, a volte si ha l'impressione che tutto sia buttato lì a caso senza logica.
I primi due numeri sono parecchio noiosi. L'impostazione iniziale impressa non può che arenarsi immediatamente, in quanto tutti gli eventi che si verificano si pongono in contesti distinti e separati tra loro. Una sorta di presentazione del carattere dei protagonisti, in particolare di Kucabara che, demone dal cuore gentile, decide di aiutare gli esseri umani vittime di ingiuste sentenze di morte.
Con i vari flashback sicuramente tutto si fa più interessante e i pezzi del puzzle cominciano a sistemarsi per dare un quadro completo della storia, tuttavia c'è sempre qualcosa che manca. La situazione migliora, questo è vero, ma di fatto io non ho ben capito dove questo manga volesse andare a parare.
Si presenta come un'opera basata sulla figura di un demone avvocato e poi tutto si risolve in una lotta al potere, con i soliti power up e scazzottamenti vari, elementi ecchi qua e là e la storiella d'amore per far contente le lettrici che si fossero approcciate al titolo (personalmente ne farei a meno quando la cosa è forzata).
Una trama, banalissima e già vista, sapientemente mascherata dietro un titolo originale che fa presagire tutt'altra storia. Di fatto si tratta del solito shonen nella media, con le abituali lotte interne, con un protagonista buono e gentile (non manca nemmeno il tocco kawaii grazie al pupazzetto che fa da spalla a Kucabara), le bonazze denudate ad ogni occasione utile, la coprotagonista femminile problematica/acidella con la cotta per il protagonista e continui sbalzi ormonali, insomma.. la solita solfa.
Quindi mi chiedo... e la storia sull'avvocatura che fine fa? Boh... come se non ci fosse mai stata.
Il tratto del disegnatore, seppur rasenti la perfezione, manca di qualcosa. E' bellissimo da vedere, ma non comunica davvero con il lettore, facendo spesso passare inosservato questa grande talento; pare quasi che i due mangaka non si siano molto capiti nel creazione di questo titolo. Ognuno è andato per la propria strada.
In definitiva: uno specchio per allodole.