Recensione
B.O.D.Y.
5.0/10
Uno shojetto semplice semplice e banale banale. I disegni sono carini: occhi grandi, pettinature varie e alla moda… Una storiella classica su due innamorati in età scolastica che ne passano di tutti i colori. Ovviamente il loro amore sarà messo a dura prova in tutte le occasioni, fra rivali, fraintendimenti, genitori sempre stranetti, ecc.
Le situazioni, almeno inizialmente, sembrano essere un po' più originali del solito, ma dopo i primi volumetti scadono nello stereotipo. Lei ha il solito carattere testardo ed eroico senza volerlo, onesta fin nel midollo. Lui comincia come maledetto e antipatico ma ovviamente si trasforma nel principe azzurro che ogni ragazza vorrebbe. Non si risparmiano batticuori, scenate incredibili e preoccupazioni a iosa. Non eccelle neanche nelle scene da spasmo emotivo, dove i disegni non assumono mai quell'aura magica tipica di certi shojo che ti tengono col fiato sospeso o ti commuovono anche solo per la bellezza dei disegni. Qui la realizzazione grafica si mantiene su un livello discreto e i fiorellini e gli sbrilluccichiii non emozionano nessuno.
Gli stratagemmi per portare avanti la trama sono piuttosto infantili né capisco perché, per l'ennesima volta in questo tipo di storie, ogni decisione presa deve essere quella finale per la vita… Cos'è questa mania di definitivo?
Uscire dalla lettura di manga come questi dà sempre l'impressione di uscire da un mondo idealizzato e impossibile, in cui tutti i cattivi possono miracolosamente recuperare la loro umanità e ogni litigio si risolve sempre in meglio. Mi chiedo: i giovani adolescenti hanno per forza bisogno di questa speranza e del lieto fine a ogni costo o potrebbero approcciarsi alla realtà in maniera più veritiera?
Siamo passati dai drammaticissimi shojo degli anni Ottanta, fin troppo drammatici per carità, a questo genere di shojo dalla realtà edulcorata e palesemente falsa. C'è da chiedersi seriamente se è cambiata la sensibilità del pubblico, che ama e richiede fino alla noia sempre le stesse storie buoniste, oppure se sono gli autori che oggi riescono a essere pubblicati per fame di mercato anche con opere così scialbe e senza nulla di nuovo da dire.
Conclusioni: per me questa è un'opera da non comprare, uguale a mille altre e con le solite scene già viste e riviste. Non ho neanche un aspetto da encomiare. La "fattura" è mediocre in ogni sua parte e si inserisce perfettamente nella schiera di opere mediocri, fatte con lo stampo, che vengono pubblicate attualmente.
Le situazioni, almeno inizialmente, sembrano essere un po' più originali del solito, ma dopo i primi volumetti scadono nello stereotipo. Lei ha il solito carattere testardo ed eroico senza volerlo, onesta fin nel midollo. Lui comincia come maledetto e antipatico ma ovviamente si trasforma nel principe azzurro che ogni ragazza vorrebbe. Non si risparmiano batticuori, scenate incredibili e preoccupazioni a iosa. Non eccelle neanche nelle scene da spasmo emotivo, dove i disegni non assumono mai quell'aura magica tipica di certi shojo che ti tengono col fiato sospeso o ti commuovono anche solo per la bellezza dei disegni. Qui la realizzazione grafica si mantiene su un livello discreto e i fiorellini e gli sbrilluccichiii non emozionano nessuno.
Gli stratagemmi per portare avanti la trama sono piuttosto infantili né capisco perché, per l'ennesima volta in questo tipo di storie, ogni decisione presa deve essere quella finale per la vita… Cos'è questa mania di definitivo?
Uscire dalla lettura di manga come questi dà sempre l'impressione di uscire da un mondo idealizzato e impossibile, in cui tutti i cattivi possono miracolosamente recuperare la loro umanità e ogni litigio si risolve sempre in meglio. Mi chiedo: i giovani adolescenti hanno per forza bisogno di questa speranza e del lieto fine a ogni costo o potrebbero approcciarsi alla realtà in maniera più veritiera?
Siamo passati dai drammaticissimi shojo degli anni Ottanta, fin troppo drammatici per carità, a questo genere di shojo dalla realtà edulcorata e palesemente falsa. C'è da chiedersi seriamente se è cambiata la sensibilità del pubblico, che ama e richiede fino alla noia sempre le stesse storie buoniste, oppure se sono gli autori che oggi riescono a essere pubblicati per fame di mercato anche con opere così scialbe e senza nulla di nuovo da dire.
Conclusioni: per me questa è un'opera da non comprare, uguale a mille altre e con le solite scene già viste e riviste. Non ho neanche un aspetto da encomiare. La "fattura" è mediocre in ogni sua parte e si inserisce perfettamente nella schiera di opere mediocri, fatte con lo stampo, che vengono pubblicate attualmente.