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Sfido chiunque della mia generazione ad affermare di non aver visto "Piccoli problemi di cuore", uno dei cartoni più belli esistenti al mondo. In questa opera , di cui serbo un ricordo unico, vengono affrontate tematiche moderne, anche di non facile approccio.
Un lavoro che ritengo addirittura superiore alla versione cartacea di Marmalade Boy, manga scritto e disegnato da Wataru Yoshizumi.
La storia d'amore su cui si incentra l'intera opera vede protagonisti Miki e Yu. I due si incontrano in circostanze piuttosto bizzarre. I genitori dei due ragazzi decidono difatti di scambiarsi i partners e di vivere tutti insieme in un'unica abitazione.
Seppure all'inizio la situazione sia piuttosto paradossale, le cose iniziano gradualmente a migliorare. In particolare, la vicinanza tra i due adolescenti fa nascere un sentimento che va ben oltre l'amicizia, sfociando in un legame sentimentale.
Yu, ragazzo bello e riservato, perde la testa per Miki che, pur non essendo bellissima, ha un carattere espansivo e risoluto. Quest'ultima risulta, tuttavia, decisamente inferiore rispetto al suo compagno che appare più carismatico e di presenza. Personalmente, infatti, ho trovato Miki fastidiosa in alcuni passaggi e le sue pettinature mi provocavano orticaria già da bambina.
Nonostante la sua delicatezza, questo legamene sentimentale non mi ha fatto palpitare. Riconosco tuttavia l'ottima conduzione della relazione operata dalla Sensei Yoshimizu che rispetta le dinamiche di coppia, soprattutto alla luce di una progressiva maturazione dei personaggi che accresce col passare degli anni.
Una semplice cotta adolescenziale diviene pian piano una relazione seria ed adulta con tutte le problematiche che ciò comporta. Miki e Yu hanno il tempo di prendere coscienza dei propri sentimenti senza fretta. Affrontano per gradi le situazioni che si parano loro davanti e insieme riescono a superarle.
Il risultato che è la storia d'amore risulta credibile.
I personaggi secondari, che accompagnano i due protagonisti in questa avventura, sono parte integrante del racconto. A mio giudizio le vicende amorose parallele che si sviluppano in Marmalade Boy son anche più coinvolgenti e interessanti. Ciò a riprova dell'attenzione che la mangaka ha riservato anche a questi personaggi, i quali hanno avuto un ampio spazio di manovra nell'arco narrativo.
Solitamente l'opera cartacea risulta superiore a quella animata perché più dettagliata, meno censurata. Ma non è questo il caso. Quel che di fatto si riscontra è, difatti, la mancanza di quel pepe in più che esiste invece nell'anime.
Necessaria una precisazione. È stato impossibile per me leggere il manga di Marmalade Boy senza avere come continuo riferimento il cartone, guardato più volte nel corso degli anni. Cercavo le situazioni che mi avevano divertito, fatto palpitare ed emozionare. Cercavo quel tocco maturo che è proprio dell'anime e che invece è assente nella versione cartacea di Marmalade Boy, un'opera molto più adolescenziale e semplice.
Numerose situazioni mancano di approfondimento e altre mancano del tutto.
Dov'è la professoressa che aveva una cotta per Nick/Nacchan? E dove è il momento in cui Meiko/Mary cerca coraggiosamente di trovare la felicità con il mio amato Steve/Satoshi? E la storia tra Miki e Alessandro/Kei? Non la ricordavo così superficiale. Ma soprattutto.. Yu non va in America? Un duro colpo.
Devo insomma constatare che, di fronte all'anime, il manga perda molto.
Solo due volte ho ritenuto che un anime fosse migliore del manga e questa è una di quelle.
Fatta questa doverosa puntualizzazione, è anche doveroso ribadire come il lavoro sella Yoshimizu sia oltremodo encomiabile. Uno shojo frizzante e molto carino da leggere. Momenti allegri si alternano a momenti più seri, malinconici e nostalgici. Non mancano colpi di scena e molto interessanti sono le tematiche affrontate, che rispecchiano maggiormente la realtà. Il tratto poi è molto delicato e semplice. Buone anche le scelte d'abbigliamento per i protagonisti, soprattutto nei volumi conclusivi. Si poteva sfruttare di più l'amicizia con la Yazawa, ma ci si può accontentare.
In conclusione, uno shojo sicuramente riuscitissimo.