logo GamerClick.it

7.0/10
-

[LA RECENSIONE È BASATA SULLA VERSIONE DELUXE]

[VOTO 7,5]

Eccomi a recensire ABARA ed il primo approccio che ho avuto con Tsutomo Nihei. Indubbiamente la trama mi ha affascinato fin da subito. Inoltre queste figure del "Gauna bianco" e "Gauna nero" (ammetto che all'inizio pensavo fosse guana) mi intrigavano molto visto che amo le figure "disposte" a tesi ed antitesi. Sicuramente uno sci-fi che il suo impatto l'ha fatto. Successivamente mi sono informato su Nihei, sulle altre opere scritte, vedendo qui su animeclick qualche disegno qua e là, rimanendone colpito dalla tristezza che riesce a infondere.

TRAMA
ABARA. Siamo in questo mondo, in questa cittadina di cui non si sa il nome né quale sia la sua posizione geografica. Non si sa nulla. La storia inizia all'interno di una centrale dell'olio dove Denji Ito, un ragazzo freddo e cupo, viene disturbato durante il proprio lavoro da Todohomi, una ragazza misteriosa che gli chiede aiuto. Aiuto, perché un gauna bianco sta divorando civili e distruggendo la città, diventando sempre più forte e più grande. Ma perché andar a chiedere aiuto ad un ragazzo, fino alle profondità del sottosuolo? Perché? Semplice: lui è una gauna nero. Una figura "cyber genetica" fornita di una velocità semi - divina ed una forza di pari eguaglianza. Esso si scontrerà contro questo gauna bianco e, da qui, sarà l'inizio o forse la fine di tutto.
Tra cospirazioni della "quarta cronaca" ed indagini parziali del corpo di giustizia ci ritroveremo in mezzo ad una guerriglia tra semi - divinità, per il destino del mondo.

Forse così è narrata un po' troppo "facile e bella", perché oggettivamente la trama è molto slegata con se stessa e molti aspetti sono poco chiari. I testi, a mio avviso, sono qualitativamente insufficienti, anche se alla fine non si sposano male con l'ambientazione e, grazie alle immagini, riescono a raccontare dove le parole non arrivano. Bisogna premettere che la trama di ABARA è rilevante dopo, ma non verso le ultime pagine, dopo che si è finito di leggere tutto. E' un qualcosa che deve essere assaporato e poi riassaporato ancora.
La sceneggiatura dà l'idea di esser stata scritta molto velocemente ed anche in maniera slegata, ma sicuramente riuscendo nel rendere il tutto affascinate e melanconico. Strano a dirsi, ma piacerà.

N.B. La parola ABARA, traducendola dal giapponese(tramite traduttore) ne risulta: "肋", che significa "Costola". Non so se la traduzione sia corretta, ma a parte tutto è un termine che molto ben si configura con la storia. Lo capirete meglio in seguito.

DISEGNI
I disegni sono fantastici per una questione di espressività emotiva: è intrinseco di melanconia. Tutto questo si sposa a meraviglia con l'ambiente circostante, rendendolo cupo, buio e angusto. Tecnicamente su Nihei non vi è nulla da dire. Il disegno è spettacolare, ma analizzandolo più approfonditamente si possono notare alcune sottigliezze:
- Il disegno a livello anatomico visivo è veramente un po' troppo simile, anche se comunque è indubbiamente rende il suo stile.
- Vedendo Abara penso che Nihei sia un gran appassionato di Alien.
- I fondali sono molto ma molto simili a quelli di Q Hayashida (anche lui appunto appassionato di Alien).
- Per certi versi, soprattutto a livello espressivo, e anche per il fatto che quasi tutti hanno i capelli nero pece, mi ricordano vagamente Re-l di Ergo Proxy.
- L'apatia espressiva di Nayuta e Ayuta e la loro fisionomia mi hanno ricordato moltissimo i "Precog" di Minority Report.


<b>[DA LEGGERE QUANDO L'AVRETE FINITO]</b>
[In tutto ciò, ho trovato spettacolare oltre ad i fondali la figura del guana bianco e della "mastodonticità" (anche se non esiste, spero dia l'idea) in cui riesce ad arrivare, emulando per certi aspetti molte scene di The End of Evangelion. Il gauna bianco sta a Rei come il mausoleo sta a Lilith. Anche la progettazione della schiena dorsale ricorda molto gli EVA ed inoltre il collegamento neurologico è ripreso in parte nella scena delle due gemelle. Non scopiazzature…ma sicuramente grossi spunti in cui è riuscito ben ad amalgamarli in questa storia, anche qui, un po' "lynchiana".
Per quanto riguarda Digimortal ho notato anche qui dei lievi collegamenti con la storia precedente. Naturalmente l'armatura ricorda quella del guana nero, anche se, in quella di ABARA vi sono grosse sfumature in Alien, qui invece le sfumature sono dirette molto più verso Venom. Infatti Digimortal oltre al titolo, mi è sembrato molto più un supereroe(o antieroe) da fumetto, non da manga.]
<b>[FINE CONSIDERAZIONE]</b>


Nota negativa, in termini assoluti, è il disordine di certe tavole (e qui non c'entra l'edizione). A volte si farà veramente fatica a capire cosa stia succedendo. Avevo già sottolineato un problema così in altre recensioni, ma qui è a livelli quasi indecenti.

EDIZIONE [versione Deluxe]
Nulla da dire. L'edizione si presenta veramente ma veramente bene, soprattutto ad impatto visivo. Spessa, pesante, sovraccoperta a base nera con scritte lucide, ad un prezzo di 12,90: caro ma considerando che sono 2 volumi più le pagine a colori e la buona densità cartacea, allora il prezzo è giustificabile. Analizzando l'interno, abbiamo una breve descrizione dei capitoli che andremmo a leggere, accompagnati da un mini poster: qui forse potevano non attaccarlo alla prima pagina della storia, ma bensì lasciarlo esterno, dando la possibilità di staccarlo. Le prime pagine a colori (per nulla azzeccati secondo me) fanno spazio ad una carta più che buona, piacevolmente scorrevole per infine far scendere il palcoscenico: Digimortal.
Un one shot. Una storia che spero venga implementata un giorno. Veramente frenetica e cattiva, in un ambiente dark - cyberpunk - ecclesiastico dove vi è un ragazzo (molto simile a Ito) che combatte contro a la "Chiesa della Trasfigurazione", una realtà ecclesiastica corrotta. Non dico altro. E' solo una piccola parte. Da leggere assolutamente. Anche perché, in poche pagine, qualche riferimento stilografico ad ABARA c'è.

Concludendo, ABARA è un qualcosa di molto particolare, forse anche troppo. Lo definirei un manga alla David Lynch (ancora meno chiaro) che però trasmette moltissimo in termini grafici e di incipit. Ci lascia sospeso proprio come quello che succederà in tutte le pagine (soprattutto le finali), con un alone di mistero e vuoto totale. E' quello che voleva lui, anche se sembra aver voluto concluderlo il prima possibile. Ma la cosa particolare è che quando lo si finisce non si può far altro che dire (scusate il termine): "Eeeeh…è una figata".
E questo è pazzesco. Lo si legge e finito lo si vuole rileggere ancora. Ed è quello che farò. ABARA fa questo alla testa. Il voto è di 7,5: sia per la storia particolare e prettamente cyber - melanconica (che amo) che per l'edizione oggettivamente ben fatta (per 12,90 vorrei vedere) che ne soddisfano la lettura.
A chi lo consiglio? A tutti coloro che amano gli ambienti melanconici ed angusti come Dorohedoro, a coloro che amano il Cyberpunk, Blade Runner o che amano realtà come Evangelion e per certi aspetti anche la tecnologia di Ergo Proxy, ma soprattutto consigliato, oltre a chi piace lo sci-fi più precisamente il Cyberpunk, anche agli amanti di Lynch. Sicuramente un manga che richiede una propria interpretazione, che necessita di esser riletto, proprio come i suoi film.
Nihei, sei stato una piacevole sorpresa più che durante, finita la lettura. Particolare!

Vi lascio con questo mio pensiero cercando di riassumere tutto ciò che è per me questo manga:
"ABARA è una storia amara. Ma un amaro di quelli non persistenti, di quelli che quando l'avete finito, per certi aspetti ne vorrete ancora. E perché? Perché in qualche modo questo amaro piace e piace tanto"