Recensione
Ayako (Riyoko Ikeda)
4.0/10
Recensione di CrocifissionePop
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"Ayako" è la collaborazione tra Riyoko Ikeda per i disegni ed Etsuko Ikeda per la storia, pubblicata nel lontanissimo 1979 in Giappone e in Italia pubblicata grazie alla Goen.
Ayako è la figlia di una condannata a morte e di un demone. Prima del parto, la madre da fuoco all'ospedale in cui le carcerate venivano portate a partorire così da poter andare nella più vicina clinica lussuosa. Dopo il parto, la donna scambia la sua bambina con un'altra di una famiglia della nobile aristocrazia giapponese, così da rendere decente almeno il futuro della figlia.
La spensierata vita di Ayako inizia a degenerare quando il medico di famiglia, Ogata, scopre che quest'ultima non è la vera figlia dei due nobili. Questi subito si preoccupano della loro posizione e di come uno scandalo del genere possa loro nuocere e fanno ricerche per ritrovare la vera ragazza ed introdurla nella casa. Iniziano a trattare Ayako con disgusto e disprezzo facendo rinascere in lei una consapevolezza malvagia ed un incredibile senso di sopravvivenza.
Ayako dovrà così destreggiarsi tra i continui tentativi dei suoi genitori di sbarazzarsi di lei accidentalmente, tra personaggi malvagi e approfittatori, persone delle quali a volte aveva anche provato affetto.
Ogni vicenda si conclude con la vittoria di Ayako portata a termine con le armi più crudeli e meno misericordiose.
Non è affatto una storia gotica dalle sapienti tinte poliziesche ed i sensazionali colpi di scena, la trama va avanti ad esagerazioni, improbabili svolgimenti, banalità ed ovvietà che portano anche ad anticipare al lettore la conclusione.
Tutti i personaggi sono malvagi, tutti hanno secondi fini, tutti hanno la potenziale capacità di commettere crimini per uno scopo personale.
Ogni gesto porta con se un'esagerazione drammatica e fittizia che rende l'opera ridicola.
La suspance, la tensione, le atmosfere sono lontanissime dallo spessore profondo e misterioso del vero genere gotico e poliziesco, hanno solo la capacità di irritare e disgustare per la poca originalità ed intelligenza.
Non si può creare un'atmosfera cupa solo tramite la successione di omicidi su omicidi, su personaggi secondari che si riscoprono a loro volta criminali dopo essere stati traditi. Si perde di credibilità.
I disegni sono ottimi, come di consueto da parte di Riyoko Ikeda, peccato per quelle figure "macabre" che fanno da tappezzeria dietro le scene di particolare trasporto emotivo.
L'edizione della Goen è ben curata, con alcune pagine a colori al prezzo di 5,95.
"Ayako" diviene lo strabordare dell'esagerazione del vecchio modo di scrivere manga, dove si doveva ben calibrare tutti i fattori drammatici e tragici di una storia al fine di non cadere nel ridicolo, nella soap opera, nella banalità e improbabilità e di ciò l'Ikeda poteva definirsi maestra, così attenta a tessere dramma storici così fragili a cadere nel ridicolo ma che mai ci arrivavano ed anzi avevano la tipica parvenza di opere teatrali.
Ma Riyoko Ikeda ed Etsuko Ikeda non sono la stessa persona, non hanno la stessa esperienza e la stessa sapienza e nonostante l'atmosfera culturale del manga che quegli anni portava, non si poteva avere un risultato di sceneggiatura degli stessi livelli. Etsuko Ikeda straborda e rompe tutti i paletti di decenza e di decoro che tanto faticosamente le sue coetanee si trovavano intorno, rovinando una storia che poteva avere una stupenda introspezione personale ed una trama molto più elegante e sobria ma profonda e sapiente.
In conclusione, consiglio l'opera agli estimatori delle autrici ma non agli amanti del genere gotico, dark e poliziesco, che speravano magari di stupirsi in una storia presa a quattro mani tutte femminili.
Ayako è la figlia di una condannata a morte e di un demone. Prima del parto, la madre da fuoco all'ospedale in cui le carcerate venivano portate a partorire così da poter andare nella più vicina clinica lussuosa. Dopo il parto, la donna scambia la sua bambina con un'altra di una famiglia della nobile aristocrazia giapponese, così da rendere decente almeno il futuro della figlia.
La spensierata vita di Ayako inizia a degenerare quando il medico di famiglia, Ogata, scopre che quest'ultima non è la vera figlia dei due nobili. Questi subito si preoccupano della loro posizione e di come uno scandalo del genere possa loro nuocere e fanno ricerche per ritrovare la vera ragazza ed introdurla nella casa. Iniziano a trattare Ayako con disgusto e disprezzo facendo rinascere in lei una consapevolezza malvagia ed un incredibile senso di sopravvivenza.
Ayako dovrà così destreggiarsi tra i continui tentativi dei suoi genitori di sbarazzarsi di lei accidentalmente, tra personaggi malvagi e approfittatori, persone delle quali a volte aveva anche provato affetto.
Ogni vicenda si conclude con la vittoria di Ayako portata a termine con le armi più crudeli e meno misericordiose.
Non è affatto una storia gotica dalle sapienti tinte poliziesche ed i sensazionali colpi di scena, la trama va avanti ad esagerazioni, improbabili svolgimenti, banalità ed ovvietà che portano anche ad anticipare al lettore la conclusione.
Tutti i personaggi sono malvagi, tutti hanno secondi fini, tutti hanno la potenziale capacità di commettere crimini per uno scopo personale.
Ogni gesto porta con se un'esagerazione drammatica e fittizia che rende l'opera ridicola.
La suspance, la tensione, le atmosfere sono lontanissime dallo spessore profondo e misterioso del vero genere gotico e poliziesco, hanno solo la capacità di irritare e disgustare per la poca originalità ed intelligenza.
Non si può creare un'atmosfera cupa solo tramite la successione di omicidi su omicidi, su personaggi secondari che si riscoprono a loro volta criminali dopo essere stati traditi. Si perde di credibilità.
I disegni sono ottimi, come di consueto da parte di Riyoko Ikeda, peccato per quelle figure "macabre" che fanno da tappezzeria dietro le scene di particolare trasporto emotivo.
L'edizione della Goen è ben curata, con alcune pagine a colori al prezzo di 5,95.
"Ayako" diviene lo strabordare dell'esagerazione del vecchio modo di scrivere manga, dove si doveva ben calibrare tutti i fattori drammatici e tragici di una storia al fine di non cadere nel ridicolo, nella soap opera, nella banalità e improbabilità e di ciò l'Ikeda poteva definirsi maestra, così attenta a tessere dramma storici così fragili a cadere nel ridicolo ma che mai ci arrivavano ed anzi avevano la tipica parvenza di opere teatrali.
Ma Riyoko Ikeda ed Etsuko Ikeda non sono la stessa persona, non hanno la stessa esperienza e la stessa sapienza e nonostante l'atmosfera culturale del manga che quegli anni portava, non si poteva avere un risultato di sceneggiatura degli stessi livelli. Etsuko Ikeda straborda e rompe tutti i paletti di decenza e di decoro che tanto faticosamente le sue coetanee si trovavano intorno, rovinando una storia che poteva avere una stupenda introspezione personale ed una trama molto più elegante e sobria ma profonda e sapiente.
In conclusione, consiglio l'opera agli estimatori delle autrici ma non agli amanti del genere gotico, dark e poliziesco, che speravano magari di stupirsi in una storia presa a quattro mani tutte femminili.