Recensione
Al Tempo di Papà
9.0/10
Al tempo di papà è la prima opera di Jiro Taniguchi che abbia mai letto e resta tuttora quella che ho più apprezzato. Un piccolo gioiello capace di entrare nel cuore del lettore con la sua estrema semplicità.
Una telefonata annuncia a Youichi che suo padre, Takeshi, è morto. E' quindi giunto il momento per lui di tornare al suo paese natale, Tottori. Non ci torna da quasi 15 anni, nonostante sia a solo un'ora di strada da Tokyo, dove ora l'uomo vive felice con la moglie.
"Riesco a ricordarmi solo la dolce immagine di mia madre. Mio padre lavorava sempre. Ora penso a mio padre sempre di spalle".
E' questa l'immagine che Youichi ha di suo padre: un gran lavoratore che ha dedicato troppo poco tempo alla propria famiglia. Ai suoi occhi da bambino, quando faceva ancora seconda elementare, se la sua amata madre se ne era andata di casa, il motivo era proprio questo. Non glielo ha mai perdonato ed è soprattutto a causa di questo rancore che appena ha potuto ha deciso di abbandonare il suo paese natale per rifarsi una nuova vita altrove.
Tornato a Tottori, durante la veglia funebre, l'incontro con parenti e amici, è l'occasione per un lungo viaggio nel passato e riscoprire attraverso i loro racconti una nuova immagine del padre, decritto come un uomo sensibile, premuroso e dall'animo gentile, molto diverso da come Youichi si ricordava.
Al tempo di papà è una storia delicata, malinconica, commovente e che ci fa capire come a volte il nostro orgoglio ci porti a fare scelte sbagliate. Talvolta sarebbe bene metterlo da parte, trovare il coraggio di affrontare una discussione avendo l'umiltà di provare a rivedere anche la nostra posizione, perché potremmo anche essere noi quelli nel torto. Occorre però farlo il prima possibile, perché altrimenti potrebbe essere troppo tardi e quando è troppo tardi rendersene poi conto fa male, male da morire. Non si può più tornare indietro, se non con la mente, se non con i ricordi e allora è poi tempo di rimpianti e pianti.
Il realismo del tratto di Taniguchi ben si sposa con il tipo di storia che racconta, con i suoi personaggi eccezionali nella loro normalità e naturalezza. Uno spaccato di vita in cui è sorprendentemente facile immergersi ed emozionarsi, immedesimandosi soprattutto in Youichi, il protagonista insieme al padre di questa storia: due personaggi così veri come non si sono mai visti. Al tempo di papà è molto di più che semplice intrattenimento, perché è uno di quei fumetti capaci di far riflettere e di lasciarci qualcosa dentro. Imperdibile.
Una telefonata annuncia a Youichi che suo padre, Takeshi, è morto. E' quindi giunto il momento per lui di tornare al suo paese natale, Tottori. Non ci torna da quasi 15 anni, nonostante sia a solo un'ora di strada da Tokyo, dove ora l'uomo vive felice con la moglie.
"Riesco a ricordarmi solo la dolce immagine di mia madre. Mio padre lavorava sempre. Ora penso a mio padre sempre di spalle".
E' questa l'immagine che Youichi ha di suo padre: un gran lavoratore che ha dedicato troppo poco tempo alla propria famiglia. Ai suoi occhi da bambino, quando faceva ancora seconda elementare, se la sua amata madre se ne era andata di casa, il motivo era proprio questo. Non glielo ha mai perdonato ed è soprattutto a causa di questo rancore che appena ha potuto ha deciso di abbandonare il suo paese natale per rifarsi una nuova vita altrove.
Tornato a Tottori, durante la veglia funebre, l'incontro con parenti e amici, è l'occasione per un lungo viaggio nel passato e riscoprire attraverso i loro racconti una nuova immagine del padre, decritto come un uomo sensibile, premuroso e dall'animo gentile, molto diverso da come Youichi si ricordava.
Al tempo di papà è una storia delicata, malinconica, commovente e che ci fa capire come a volte il nostro orgoglio ci porti a fare scelte sbagliate. Talvolta sarebbe bene metterlo da parte, trovare il coraggio di affrontare una discussione avendo l'umiltà di provare a rivedere anche la nostra posizione, perché potremmo anche essere noi quelli nel torto. Occorre però farlo il prima possibile, perché altrimenti potrebbe essere troppo tardi e quando è troppo tardi rendersene poi conto fa male, male da morire. Non si può più tornare indietro, se non con la mente, se non con i ricordi e allora è poi tempo di rimpianti e pianti.
Il realismo del tratto di Taniguchi ben si sposa con il tipo di storia che racconta, con i suoi personaggi eccezionali nella loro normalità e naturalezza. Uno spaccato di vita in cui è sorprendentemente facile immergersi ed emozionarsi, immedesimandosi soprattutto in Youichi, il protagonista insieme al padre di questa storia: due personaggi così veri come non si sono mai visti. Al tempo di papà è molto di più che semplice intrattenimento, perché è uno di quei fumetti capaci di far riflettere e di lasciarci qualcosa dentro. Imperdibile.