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Primo approccio ad un'opera del maestro Sanpei Shirato, Akame - The red eyes non ha tradito le ambiziose aspettative. Procediamo con ordine.
La trama si basa sulle violenze perpetrate dal signorotto feudale Nobuhira ai danni degli agricoltori. Tale Nobuhira viene descritto come un violento, arrogante e folle tiranno dedito ad ogni sorta di angheria in maniera da, secondo la sua distorta logica, seminare panico, terrore e obbedienza tra i contadini del suo feudo.
I tentativi di rivolta vengono però sempre sedati sul nascere e la poverissima popolazione agricola si vede sottrarre le proprie derrate alimentari a favore di Nobuhira. La speranza nel domani nascerà proprio dove la speranza è stata più duramente calpestata, e soprattutto grazie alla leggenda degli Akame, circostanza molto inusuale per una rivolta...

La scelta di sviluppare una trama sì tradizionale ma al tempo stesso non convenzionale è indubbiamente il punto forte dell'opera di Shirato. La forte caratterizzazione dei personaggi (Nobuhira e il vecchio Akame su tutti) rende bene il crescendo di speranza e disperazione, così come le prediche sugli Akame e i discorsi serrati che lasciano trapelare verosimilmente i sentimenti dei protagonisti.
Se nella prima parte dell'opera i colori attraverso cui vengono descritti i sentimenti dei personaggi sono tinte molto fosche (con scene molto forti) si può dire che nella seconda parte si sviluppi un crescendo di speranza e fiducia nel futuro. E tale cambiamento di registro viene descritto magistralmente dall'autore.
Nota particolare per l'aspetto grafico: nonostante l'opera sia stata scritta nel 1961 i disegni risultano ancora attualissimi e perfettamente godibili. La tecnica della "pennellata secca" di Shirato è inoltre un vero è proprio must..
Opera dedicata ai nostalgici, a coloro che bramano contenuti intensi e sono attirati da veri e propri pezzi di storia del Giappone feudale.