Recensione
Akame ga Kill!
9.0/10
Akame ga Kill! è un manga scritto da Takahiro e illustrato da Tetsuya Tahiro, la cui serializzazione è iniziata nel 2010 ed è tuttora in corso.
Il protagonista è il giovane Tatsumi che, insieme ad un paio di amici, decide di salvare il proprio villaggio, stritolato dalle tasse, facendo fortuna grazie alle proprie capacità di combattimento, affinate nel corso di anni di addestramento. Separato dai suoi compagni, raggiunge comunque comunque la sua meta: la capitale dell'Impero. Qui viene rapidamente derubato del suo denaro da un'avvenente truffatrice, ma viene fortunatamente accolto nella casa di una famiglia di facoltosi filantropi. La notte seguente, la villa viene attaccata da un gruppo di famigerati assassini, i Night Raid, i quali rivelano a Tatsumi, inizialmente accorso in difesa dei nobili, che questi ultimi in realtà attiravano viandanti e senzatetto nella loro dimora per poi torturali e ucciderli. Dopo aver scoperto che la stessa fine era capitata ai suoi due amici e aver ucciso con le sue stesse mani una dei seviziatori, Tatsumi si unisce ai Night Raid, il cui scopo è uccidere criminali, maniaci omicidi, corrotti e violenti, lottando dalla parte del popolo e degli oppressi.
Dopo un inizio in pieno stile shounen fantasy, con un protagonista giovane e ardito, pieno di fiducia nel prossimo e un'ambientazione variegata, con tanto di mostri incredibili, Akame ga Kill! si rivela un'opera molto più cupa e violenta di quanto mi fossi aspettato. La vicenda è quasi un continuo bagno di sangue, costellata di personaggi sadici ogni oltre limite. Si tratta di un manga che illustra un mondo corrotto, cruento e colmo di disperazione e abusi, che mi ha immediatamente ricordato quello di Berserk.
La storia, inoltre, è tutt'altro che superficiale, non si assiste ad un gruppo di eroi senza macchia che affrontano i cattivi di turno: alcuni dei nemici affrontati sono fermamente convinti di essere dalla parte della ragione e di combattere per la giustizia, mentre i "buoni" sono, in fin dei conti, degli assassini che non disdegnano obiettivi politici. Lo stesso protagonista, all'inizio della vicenda, non riesce ad uccidere a sangue freddo e si interroga sull'effettiva, presunta malvagità degli antagonisti, alcuni dei quali hanno atteggiamenti quantomeno altalenanti (quasi da disturbo bipolare, ad esser sinceri). E' un manga che mostra cose che altri lavori difficilmente rappresentano. L'autore non fa sconti a nessuno, anche a costo di farsi odiare, specialmente per il trattamento riservato ad alcuni protagonisti, spesso e volentieri privi delle cosiddette plot armor.
Molti tra i personaggi, sia protagonisti che loro avversari, sono interessanti e divertenti. Tuttavia, a causa della brevità del manga (sono usciti appena 10 volumi, per meno di 50 capitoli), alcuni tra essi sono ancora nella fase stereotipata (tsundere, pervertito, eroe dall'animo puro e antagonista dal cuore nero come la pece), nonostante a buona parte di loro sia stato dedicato un breve flashback sul motivo che li ha spinti ad intraprendere determinate strade.
I rapporti tra i personaggi sono ben approfonditi e rendono ancora più difficile definire fino a che punto una persona può essere definita buona o cattiva.
La trama, nonostante non sia particolarmente ricca di colpi di scena, è estremamente avvincente ed è davvero straziante interrompere la lettura. Inoltre, è stato davvero piacevole riscontrare la presenza di momenti più rilassanti dedicati alla commedia e a gag (alcune davvero esilaranti), utili per spezzare il continuum di violenza e morte che altrimenti sarebbe quasi insopportabile. C'è persino lo spazio per un pizzico di romanticismo.
Dal punto di vista tecnico, il character design è piacevole e proporzionato, il tratto è tutto sommato pulito, mentre gli sfondi non sono particolarmente curati o suggestivi, per quanto vari.
Le scene d'azione sono emozionanti e di media durata, il che le rende ancora più godibili, rispetto ai combattimenti interminabili presenti in altre opere di carattere simile. Notevole anche l'assenza dei tanto odiati e ingiustificati power up che risolvono gli scontri a favore dell'eroe di turno.
In conclusione, Akame ga Kill! è sicuramente uno dei manga che più mi hanno preso in questo periodo, grazie al suo sapiente mix di atmosfere leggere e cupe, alla sua capacità di mantenere il lettore in perenne tensione e alla sua imprevedibilità, dato che la sopravvivenza dei buoni non è affatto scontata.
Consigliato a chi desidera una lettura impegnata, ma mai noiosa, con momenti drammatici e altri dai toni più scherzosi, con una vivida rappresentazione dei combattimenti e di efferate violenze che non risparmiano nessuno.
Il protagonista è il giovane Tatsumi che, insieme ad un paio di amici, decide di salvare il proprio villaggio, stritolato dalle tasse, facendo fortuna grazie alle proprie capacità di combattimento, affinate nel corso di anni di addestramento. Separato dai suoi compagni, raggiunge comunque comunque la sua meta: la capitale dell'Impero. Qui viene rapidamente derubato del suo denaro da un'avvenente truffatrice, ma viene fortunatamente accolto nella casa di una famiglia di facoltosi filantropi. La notte seguente, la villa viene attaccata da un gruppo di famigerati assassini, i Night Raid, i quali rivelano a Tatsumi, inizialmente accorso in difesa dei nobili, che questi ultimi in realtà attiravano viandanti e senzatetto nella loro dimora per poi torturali e ucciderli. Dopo aver scoperto che la stessa fine era capitata ai suoi due amici e aver ucciso con le sue stesse mani una dei seviziatori, Tatsumi si unisce ai Night Raid, il cui scopo è uccidere criminali, maniaci omicidi, corrotti e violenti, lottando dalla parte del popolo e degli oppressi.
Dopo un inizio in pieno stile shounen fantasy, con un protagonista giovane e ardito, pieno di fiducia nel prossimo e un'ambientazione variegata, con tanto di mostri incredibili, Akame ga Kill! si rivela un'opera molto più cupa e violenta di quanto mi fossi aspettato. La vicenda è quasi un continuo bagno di sangue, costellata di personaggi sadici ogni oltre limite. Si tratta di un manga che illustra un mondo corrotto, cruento e colmo di disperazione e abusi, che mi ha immediatamente ricordato quello di Berserk.
La storia, inoltre, è tutt'altro che superficiale, non si assiste ad un gruppo di eroi senza macchia che affrontano i cattivi di turno: alcuni dei nemici affrontati sono fermamente convinti di essere dalla parte della ragione e di combattere per la giustizia, mentre i "buoni" sono, in fin dei conti, degli assassini che non disdegnano obiettivi politici. Lo stesso protagonista, all'inizio della vicenda, non riesce ad uccidere a sangue freddo e si interroga sull'effettiva, presunta malvagità degli antagonisti, alcuni dei quali hanno atteggiamenti quantomeno altalenanti (quasi da disturbo bipolare, ad esser sinceri). E' un manga che mostra cose che altri lavori difficilmente rappresentano. L'autore non fa sconti a nessuno, anche a costo di farsi odiare, specialmente per il trattamento riservato ad alcuni protagonisti, spesso e volentieri privi delle cosiddette plot armor.
Molti tra i personaggi, sia protagonisti che loro avversari, sono interessanti e divertenti. Tuttavia, a causa della brevità del manga (sono usciti appena 10 volumi, per meno di 50 capitoli), alcuni tra essi sono ancora nella fase stereotipata (tsundere, pervertito, eroe dall'animo puro e antagonista dal cuore nero come la pece), nonostante a buona parte di loro sia stato dedicato un breve flashback sul motivo che li ha spinti ad intraprendere determinate strade.
I rapporti tra i personaggi sono ben approfonditi e rendono ancora più difficile definire fino a che punto una persona può essere definita buona o cattiva.
La trama, nonostante non sia particolarmente ricca di colpi di scena, è estremamente avvincente ed è davvero straziante interrompere la lettura. Inoltre, è stato davvero piacevole riscontrare la presenza di momenti più rilassanti dedicati alla commedia e a gag (alcune davvero esilaranti), utili per spezzare il continuum di violenza e morte che altrimenti sarebbe quasi insopportabile. C'è persino lo spazio per un pizzico di romanticismo.
Dal punto di vista tecnico, il character design è piacevole e proporzionato, il tratto è tutto sommato pulito, mentre gli sfondi non sono particolarmente curati o suggestivi, per quanto vari.
Le scene d'azione sono emozionanti e di media durata, il che le rende ancora più godibili, rispetto ai combattimenti interminabili presenti in altre opere di carattere simile. Notevole anche l'assenza dei tanto odiati e ingiustificati power up che risolvono gli scontri a favore dell'eroe di turno.
In conclusione, Akame ga Kill! è sicuramente uno dei manga che più mi hanno preso in questo periodo, grazie al suo sapiente mix di atmosfere leggere e cupe, alla sua capacità di mantenere il lettore in perenne tensione e alla sua imprevedibilità, dato che la sopravvivenza dei buoni non è affatto scontata.
Consigliato a chi desidera una lettura impegnata, ma mai noiosa, con momenti drammatici e altri dai toni più scherzosi, con una vivida rappresentazione dei combattimenti e di efferate violenze che non risparmiano nessuno.