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Se per coincidenze astrali, un giorno vi imbatterete in My Little Monster (come è capitato alla sottoscritta) dimenticatevi completamente il mondo shoujo degli ultimi anni.
Dite addio alla classica eroina sentimentale, desiderosa di incontrare il fatale amore segnato dal destino. Mizutani (o meglio Mitti) come unico obbiettivo della sua esistenza, si è prefissata il raggiungimento di un milione di reddito annuo, e per ottenere tale cifra, la road-map stabilita prevede l'inevitabile percorso studio-università-lavoro. Non sono ammesse distrazioni, figurarsi un fidanzato. Compiti, test, esami scandiscono le giornate, diventando, involontariamente, la matrice che azionerà l'incontro con il protagonista, distante anni luce dal modello di principe azzurro inneggiato da folle estasiate di ammiratrici.
Yoshida rappresenta (senza tanti giri di parola) un caso umano da evitare, un ragazzo dal carattere impulsivo, bambinone e selvaggio. Insomma, l'anticristo dell'uomo ideale.
Le apparenze però ingannano, e oltre i pregiudizi, oltre alle immagini di facciata, ci si rende conto della disperata ricerca di affetto, bramato indistintamente da tutti i personaggi, desiderosi di incontrare quell'essere speciale, con il quale condividere i momenti di depressione o memorie buie del passato.

Finalmente, dopo "Le situazioni di Lui e Lei", un'altra storia imperniata sul tema della solitudine e dell'amicizia, argomento sovente bistrattato negli shoujo, alla stregua della peste bubbonica.
Per un'oscura ragione, il termine "amico" implica automaticamente un'illogica mutazione nel termine "sfigato", un'illogica trasformazione in un predente dal cuore infranto, reduce dalla calca dei reverse-harem o dal "Il triangolo no! Non l'ho avevo considerato!".
Anche in My Little Monster, ad un certo punto, si palesa la famigerata figura geometrica a tre lati, la storia però riesce a discostarsi dal consueto valzer di musi lunghi, gelosie nevrotiche e occhiatacce, per trasmettere vivamente quel sentimento magistralmente decantato da Cicerone ("Se un uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell'universo e la bellezza degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più intensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perché non avrebbe nessuno a cui comunicarla").

Infine, i momenti intensi sono alternati da spassosissime scenette comiche. In particolare ho adorato il tratto chiaro e spumeggiante della mangaka, soprattutto nella realizzazione delle faccine chibi, fra le quali spicca (ed è da incorniciare) la poker-face della protagonista.
Fidatevi, la visione dei codini impazziti, vale l'acquisto dei tredici volumetti, contraddistinti tra l'altro da un'originale copertina, atta ad evidenziare (con il collare da cane e la relativa catena) il work in progress della vicenda e l'evoluzione, la maturazione dei protagonisti.