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10.0/10
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Voto [10-]

Il mio avvicinamento a questa lettura/visione la devo ad Andrea, il mio fumettaro che, come sempre, mi ha consigliato benissimo (e questa volta egregiamente) indirizzandomi verso Moryo's Box, scritto da Natsuhiko Kyogoku e disegnato da Aki Shimizu.

Tre cose non possono essere nascoste a lungo: il sole, la luna e la verità. [cit. Siddhartha]

Trama
La narrazione di Moryo's box si svolge in Giappone nel periodo della cosiddetta era Showa (1926-1989), più precisamente nei mesi tra Agosto e Ottobre del 1952, successivi quindi alla seconda guerra mondiale.
In questo contesto, le due studentesse Yoriko Kusumoto e Kanako Yuzuki legate da un sentimento quasi morboso, decidono di scappare una sera per andare verso al lago Sagami. Ma è alla stazione che si stravolge tutto, verificandosi un incidente, dove Kanako viene investita dal treno in arrivo. L'agente Shutaro Kiba si trova per caso all'interno dello stesso treno dove è stata investita la povera ragazza. Dopo che Fukumoto, un agente del posto, spiega l'accaduto a Kiba, decidono di andare all'ospedale insieme a Yoriko, completamente traumatizzata, per vedere le condizioni della sua povera amica.
Parallelamente si stanno consumando un numero sempre maggiore di delitti riguardanti "la serie di omicidi dei cadaveri smembrati" seguiti dai nostri Tastumi Sekiguchi e Morihiko Toriguchi: due ragazzi che lavorano per un giornale. Tra santoni, Holy Box, storie d'amore, omicidi, ossessione, cadaveri, colpi di scena, investigazioni e ragionamenti, progressivamente tutti questi elementi, confluiranno in un'unica direzione, o meglio in una sola persona: verso il grandissimo Akihiko Chuzenji conosciuto a tutti come il Kyogoku-do!

Natsuhiko Kyogoku ha scritto un capolavoro, una storia ricca e intrinseca di significato sul connubio interno-esterno, il "dentro" alla "scatola", tra mura dell'animo e animo stesso. Questa relazione-incidente si è riflessa in modo continuo, manifestandosi sotto molti punti di vista sia a livello prettamente materiale (la scatola stessa) che psicologico (l'animo della persona).
Partendo da questa premessa, i personaggi sono tutti molto ben strutturati. Indubbiamente la loro caratterizzazione si basa esclusivamente sull'azione, o meglio sul "che cosa faccio/dico o che cosa non faccio/non dico" rendendolo un personaggio forte o debole psicologicamente in relazione alla combinazione di queste azioni. Tra questi, quello che si "innalza" di più è naturalmente il Kyogoku-do (me lo sono immaginato con la voce di Andrea Ward): un Onmyōji, ovvero uno specialista nelle arti magiche e nella divinazione. Di per sé è difficile da identificare come IL protagonista. E' meglio considerarlo probabilmente come "la chiave" o "la soluzione": colui in grado di svelare il mistero tramite le sue grandi doti. Infatti la sua dote più grande è l'analisi e il successivo ragionamento, spesso infusi dalle conoscenze mistiche che possiede, ma senza mai creare situazioni irreali. Egli infatti si basa più su rappresentazioni spirituali, dell'io interiore amalgamate alla cultura nippo-cinese, piuttosto che delle divinità vere e proprie o realtà paranormali. Quindi il Kyogoku-do si presenta più come una specie di guida spirituale plasmata da una conoscenza poli-culturale che gli permetterà, grazie ai suoi ragionamenti, di mostrare la verità, smontando alla radice il problema e portandolo a galla, attraverso l'uso della sua cultura riguardo le arti magiche. Tutto sommato, egli sarà più una specie di analista-psicologo "spirituale".
Sotto questo punto Natsuhiko ha creato altrettanti personaggi ben caratterizzati come il grande e simpaticissimo Enokizu, un personaggio creato sul "genio e sregolatezza", o il triste Sekiguchi (forse fra tutti è quello potenzialmente da considerarsi come il protagonista), o l'intraprendete Toriguchi o il freddo Kiba (gli ho associato la voce di Riccardo Lombardo) o la bellissima Yoko, per poi passare da Yoriko, Kanako, Kubo e tutti quanti. Indubbiamente i riferimenti alla cultura giapponese saranno molto presenti, ma non creano alcun problema od ostacolo alla narrazione, sempre comunque annotati dalla grandissima Manuela Capriati che ha svolto un lavoro incredibile: è oggettivo che chi meglio conosce questa cultura più si sentirà vicino alle vicende. Concludendo, una storia veramente emozionante dove in questo caso è centrale rispetto al disegno, dove più che guardare il disegno si apprezza e si legge un racconto eccezionale, ricco di colpi di scena e di discorsi a volte memorabili: come non ricordare il monologo sulle differenze tra santone, sensitivo, religioso e indovino fatti dal grandissimo Kyogoku-do. Inoltre ho trovato spettacolare il modo in cui sono stati introdotti determinati personaggi, in primis Enokizu e Kyogoku-do. Una sceneggiatura perfetta, forgiata e scolpita da una grande capacità di intrattenere, facendoci ben scervellare per poi alla fine in qualche modo emozionarci.
Era da tempo che non leggevo un'opera così avvincente.

Disegni
Bisogna premettere che, con Moryo's Box, ci si ritrova in una situazione dove non è la storia a configurasi col disegno, bensì il disegno a configurarsi alla storia, diventando quindi un puro mezzo di trasmissione. In ciòo Aki Shimizu è riuscita in maniera impeccabile. Il disegno è particolarmente pulito è abbastanza ricco di dettagli per quanto riguarda i personaggi, mentre per i fondali, è particolarmente dettagliato e riesce a ben infondere una sua realtà.
Per quanto riguarda il tratto esso è semplice, lineare e per certi aspetti versatile. Versatile proprio perché in relazione alla psicologia del personaggio è riuscita a infondere un tratto conformante. Ad esempio Kiba sarà rappresentato con un tratto più duro, Sekiguchi avrà un tratto rigido-tremante, e Kyouku-do fermo-sicuro, mentre Yoriko e Kanako avranno un tratto dolce-innocente. Indubbiamente ogni vignetta si sposa alla perfezione con la magnifica sceneggiatura e ogni dialogo è ben configurato con l'espressività dei personaggi, nella quale Shimizu è stata di nuovo magistrale. Relazionando ogni vignetta al dialogo queste si sfumano sempre in maniera egregia con l'insieme ma risultando sempre compatte e ben strutturate, senza mostrare mai dei disegni confusi o allocati in malo modo. Inoltre, è particolarmente brava a giocare con le inquadrature, muovendosi tra zoom o degradazioni di esso in maniera eccelsa e perfettamente plasmate nel contesto. Un lavoro eccellente, senza nessuna sbavatura. Una disegnatrice killer per l'eccellenza e capacità di configurazione.

Edizione
L'edizione Star Comics è oggettivamente buona. Partendo dalla sovraccoperta, essa si amalgama discretamente col volume, scivolando poco e dando un senso di protezione misurato. Inoltre, le "prefazioni" del dietrofront descrivono sinteticamente molto bene ciò a cui andremo incontro, senza mai rovinar nulla. Per quanto riguarda le prime pagine, queste saranno a colori, mentre le successive in bianco e nero, trasmettendo una qualità sufficiente al tatto, pur avendo un problema enorme: l'inchiostro macchia tantissimo, e capiterà quindi con grande frequenza che le numerose pagine nere presenti nei volumi macchieranno le nostre dita per poi riflettersi successivamente sui poveri bordi bianchi delle altre pagine. Peccato, perché a lungo andare ne macchieremo parecchie.
A livello di traduzione, Manuela Caprati dovrebbe vincere un premio Oscar per il lavoro svolto: un lavoro impeccabile visto il gran numero di dialoghi presenti e oggettivamente complessi (in più di mille pagine c'è solo una ripetizione di un "che-che" in un balloon da parte di Yoko, se non erro).
Infine sugli ultimi tre volumi ci saranno i project dei personaggi e un simpatico"siparietto-illustrativo", che comunque saranno sempre parti in più che andranno incontro al lettore, facendolo avvicinare "al dietro le quinte" della produzione: sicuramente un bel gesto!
Per quanto riguarda il prezzo è di 5,90 €: un prezzo considerabile "medio nel mercato", forse mediamente alto per la Star Comics MA oggettivamente giustificato dalla proporzione mole di lettura/prezzo a cui si andrà incontro. Infatti i primi tre volumi sono veramente corposi in termini di dialoghi in quantità.
Come detto prima, una buona edizione per sovraccoperta, contenuti/prezzo ma sufficiente (e non di più) per carta e problemi annessi (l'inchiostro macchia spaventosamente).

Concludendo, Moryo's box è sicuramente una dei racconti investigativi più belli che abbia mai letto. Uno dei pochi manga in cui non è la storia a configurasi col disegno, bensì il disegno a configurarsi con la storia, rendendola più centrale al disegno e il disegno esclusivamente come mezzo di trasmissione: trasmesso alla perfezione da Aki Shimizu. Quindi una sceneggiatura impeccabile grazie ad alcuni colpi di scena eccezionali e un'introduzione dei personaggi fantastica (Kyogoku-do e Reijiro Enokizu vincono su tutte), fusa a un quantitativo di dialoghi iper-strutturati e per certi versi memorabili. Un 10 pieno mancato, o meglio sporcato, da una carta che si macchia troppo, ma che oggettivamente ce ne disinteresseremo quasi totalmente, proprio per il fatto che andremo incontro ad un'opera eccezionale; un piccolo-grande capolavoro accompagnato da ottimi disegni plasmati nel contesto alla perfezione. Lo consiglio a tutti coloro che amano i thriller investigativi e i polizieschi ricchi di analisi e con un tocco di mistico (ma mai irrealistico) e, naturalmente, a tutti coloro che vogliono leggersi una gran bella storia, perché per qualche motivo in tutta questa pazzia ci si trova anche una malata sfumatura di poesia.

Consigli per la lettura
Il primo consiglio che darei, oltre ad armarsi di buona pazienza, è quello di avere tutti i volumi "vicini". "Vicini" inteso come facili da reperire, perché essendo molto corposi e pieni di dialoghi e dettagli, è facile dimenticarsi alcune informazioni che potrebbero essere rilevanti, diventando noioso rileggersi i volumi precedenti data la mole non indifferente. Sarebbe ideale avere già subito tutti e cinque volumi e leggere un solo capitolo (sono mediamente centodieci pagine) al giorno per un totale di dieci giorni (ogni volume ha due capitoli) così da non diventare pesante e mentalmente insostenibile, ma soprattutto senza rovinare la suspense che sta dietro a questa fantastico racconto. Non sbranatelo, gustatelo.