Recensione
Badate a non sorridere di alcun brano di questa storia. Se cercate un amore idealizzato, quello come le foglie degli alberi, destinato col tempo a scolorire, sbiadire e appassire, allora lasciate perdere. Se cercate quello più vicino alla natura umana, quello come le rocce ai piedi degli alberi, scarsamente visibile, a volte non piacevole, ma necessario, allora dovete leggere quest'opera. O forse no? Difficile capire quanto si avvicini alla realtà, perché Sakuragari è una storia intensa, potente, tragicamente plausibile.
L'autrice, Yuu Watase, si cimenta per la prima volta con un tipo di manga complesso. Lo yaoi è un genere relativamente recente ma che ha profonde radici nella cultura nipponica. Omosessualità e pederastia erano realtà comuni del Giappone feudale, anche se col tempo sono cambiate e continuano ancora a mutare. La Watase in genere si cimenta con opere dal gusto fantasy (non per questo meno intense) mentre qui predilige lo sfondo storico, proprio per cogliere quei profondi cambiamenti e mutamenti che la società giapponese ha affrontato e i drammi di chi ha vissuto (o meglio, subito) quei cambiamenti. Ma la mangaka afferma di voler usare il tema storico e il genere prescelto solo come pretesti per raccontare una buona storia. Il risultato è notevole.
Siamo nel Giappone subito dopo la Grande Guerra, in un periodo in cui il paese viveva grandi mutamenti già fin dai tempi della Restaurazione Meiji. I giapponesi sotto ogni aspetto, dalla cultura, alla politica, all'economia, stavano cercando affannosamente un compromesso fra le tradizioni e le peculiarità del loro passato, e l'occidentalizzazione e la modernizzazione forzate. Inevitabili i conflitti a seguito di tali stravolgimenti. Conflitti di proporzioni nazionali (crisi economica, rivolte sociali) e altri su scala più intima. In questo confuso scenario, si situano le tragedie di due vite. Un giovane di bassa estrazione sociale tenta di conquistarsi un futuro con gli studi, ma un giorno per caso la sua strada si incrocia con quella dell'erede di una potente famiglia di origine aristocratica che cerca di adattarsi al cambiamento entrando nel mondo dell'industria. E' solo l'inizio di un cammino lungo e contorto fatto di bellezza e orrore, di gioia e rancore, di affetto e violenza, di amore e morte. Un cammino che però ha per coronamento una rinascita, nonostante le cicatrici del passato, che non spariscono; soprattutto perché non si vuole che spariscano. Sono ferite troppo profonde. Un male troppo sublime e troppo necessario.
Maestra del tratto come della narrazione, la Watase ci regala uno straordinario affresco di emozioni in un'opera che è difficile catalogare. A metà fra il romanzo di formazione, l'erotico, lo storico, il romantico, questo manga è senza dubbio uno dei migliori prodotti in tutte queste categorie. Disegni eleganti e precisi, che lasciano il lettore incantato e rapito, soprattutto quando il tratto viene usato con raffinata eleganza anche per scene che richiamano la depravazione e il disgusto. Uno stile delicato con l'efferatezza. L'edizione poi è arricchita da tavole a colori se possibile ancor più suggestive e allusive di quelle dei capitoli. Anche le copertine con i petali di ciliegio a rilievo aumentano l'eleganza del tutto.
Per chi era abituato alle opere precedenti dell'autrice questo manga forse sorprenderà. Sakuragari ci ricorda che c'è sempre qualcosa di violento nella bellezza, di capriccioso nell'affetto, di artificioso nella virtù. Ma ci ricorda anche che è tutto parte dell'essere umano: la sua carne e il suo spirito, le sue aspirazioni e le sue fobie, l'angoscia e la pienezza. Ci invita ad abbandonarci alla nostra umanità. Ci ricorda che non possiamo vivere di assoluti, né possiamo vivere senza di essi.
L'autrice, Yuu Watase, si cimenta per la prima volta con un tipo di manga complesso. Lo yaoi è un genere relativamente recente ma che ha profonde radici nella cultura nipponica. Omosessualità e pederastia erano realtà comuni del Giappone feudale, anche se col tempo sono cambiate e continuano ancora a mutare. La Watase in genere si cimenta con opere dal gusto fantasy (non per questo meno intense) mentre qui predilige lo sfondo storico, proprio per cogliere quei profondi cambiamenti e mutamenti che la società giapponese ha affrontato e i drammi di chi ha vissuto (o meglio, subito) quei cambiamenti. Ma la mangaka afferma di voler usare il tema storico e il genere prescelto solo come pretesti per raccontare una buona storia. Il risultato è notevole.
Siamo nel Giappone subito dopo la Grande Guerra, in un periodo in cui il paese viveva grandi mutamenti già fin dai tempi della Restaurazione Meiji. I giapponesi sotto ogni aspetto, dalla cultura, alla politica, all'economia, stavano cercando affannosamente un compromesso fra le tradizioni e le peculiarità del loro passato, e l'occidentalizzazione e la modernizzazione forzate. Inevitabili i conflitti a seguito di tali stravolgimenti. Conflitti di proporzioni nazionali (crisi economica, rivolte sociali) e altri su scala più intima. In questo confuso scenario, si situano le tragedie di due vite. Un giovane di bassa estrazione sociale tenta di conquistarsi un futuro con gli studi, ma un giorno per caso la sua strada si incrocia con quella dell'erede di una potente famiglia di origine aristocratica che cerca di adattarsi al cambiamento entrando nel mondo dell'industria. E' solo l'inizio di un cammino lungo e contorto fatto di bellezza e orrore, di gioia e rancore, di affetto e violenza, di amore e morte. Un cammino che però ha per coronamento una rinascita, nonostante le cicatrici del passato, che non spariscono; soprattutto perché non si vuole che spariscano. Sono ferite troppo profonde. Un male troppo sublime e troppo necessario.
Maestra del tratto come della narrazione, la Watase ci regala uno straordinario affresco di emozioni in un'opera che è difficile catalogare. A metà fra il romanzo di formazione, l'erotico, lo storico, il romantico, questo manga è senza dubbio uno dei migliori prodotti in tutte queste categorie. Disegni eleganti e precisi, che lasciano il lettore incantato e rapito, soprattutto quando il tratto viene usato con raffinata eleganza anche per scene che richiamano la depravazione e il disgusto. Uno stile delicato con l'efferatezza. L'edizione poi è arricchita da tavole a colori se possibile ancor più suggestive e allusive di quelle dei capitoli. Anche le copertine con i petali di ciliegio a rilievo aumentano l'eleganza del tutto.
Per chi era abituato alle opere precedenti dell'autrice questo manga forse sorprenderà. Sakuragari ci ricorda che c'è sempre qualcosa di violento nella bellezza, di capriccioso nell'affetto, di artificioso nella virtù. Ma ci ricorda anche che è tutto parte dell'essere umano: la sua carne e il suo spirito, le sue aspirazioni e le sue fobie, l'angoscia e la pienezza. Ci invita ad abbandonarci alla nostra umanità. Ci ricorda che non possiamo vivere di assoluti, né possiamo vivere senza di essi.