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8.0/10
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Un volumetto autoconclusivo con una storia solida, senza che sia una raccolta di brevi racconti, è un evento piuttosto raro in Italia. L'unicità aumenta se tratta tematiche vicine all'horror, come in questo caso.
Disegnato e sceneggiato da Usamaru Furuya, autore che non sempre è riuscito a convincermi, è una trasposizione in manga dell'omonimo film giapponese del 2002. A Furuya venne data un'ampia libertà e, pur partendo dallo stesso incipit, sviluppa poi la trama in modo diverso.

L'opera si apre in un modo abbastanza forte: un gran numero di ragazze si getta, tenendosi per mano, sotto un treno. Di queste, miracolosamente, una sopravvive, al contrario di quanto accade nella versione originale cinematografica. I media e l'opinione pubblica si interrogano sul gesto, ma intanto la ragazza sopravvissuta è sempre più strana e inizia a fare proseliti tra le sue coetanee, tanto che qualcuno intravede il rischio che la tragedia possa ripetersi. Tutto questo mostrato visto dagli occhi di una sua amica, che fortunatamente sembra immune alla follia che circonda molte altre ragazze della sua età.

Graficamente molto convincente e ben disegnato, come accennavo propone una tematica difficile in una spazio piuttosto limitato. Il risultato finale l'ho trovato buono, convincente e coinvolgente, seppur non esente da qualche sbavatura. In primis i personaggi hanno poco spazio e sembrano guidati in modo frettoloso ad una conclusione che, comunque sia, sebbene un po' la prevedessi, ho trovato convincente e inquietante. Le due protagoniste non riescono pertanto a convincermi in pieno, soprattutto nella svolta finale, un po' forzata. In secondo luogo mi sarebbe piaciuta qualche pagina in più e più attenzione su alcuni passaggi, la vera dimensione delle vicende narrate secondo me sarebbe stata due volumetti. Si tratta comunque di due difetti che ritengo alla fine di poco conto, sono stato ben più positivamente sorpreso della resa di alcuni tavole, presentate graficamente in modo eccelso e abbinate e dei testi che aumentavano il senso di inquietudine che sono in grado di trasmettere. Denotano non solo un'ottima capacità di disegno, ma anche un'abilità sopra la media nella loro fase di progettazione e ideazione. Aiutano poi ad aggiungere quell'elemento soprannaturale latente che da sempre mi affascina, senza spiegare le cose fino in fondo, mantenendo un velo di mistero che sarà compito di chi sta leggendo provare a interpretare. Il finale gioca appunto su questo e lascia la scrittura della parola fine al lettore, se deciderà che di vera fine si tratti.

Questa volta mi trovo a fare i complimenti a Usamaru Furuya: Suicide Club è un volumetto che ho trovato realizzato in modo intelligente, artisticamente valido e appassionante.
Visto che si specula su una tematica difficile forse il manga potrebbe urtare la sensibilità di alcuni, per cui consiglio un po' di cautela nell'approcciarlo.