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Infine, di domenica, Dio abbandonò il mondo.

"Sunday without God" (titolo originale "Kami-sama no Inai Nichiyōbi") è uno shounen manga in 4 volumi pubblicati in patria dal 2010 al 2014, i cui disegni sono stati curati da Abaraheiki. La storia è basata sulla serie di light novel che porta il medesimo titolo, scritta da Kimihito Irie (che ha anche curato la storia di questo adattamento manga) e disegnata da Shino. Premetto che mi è stato possibile leggere solo alcuni pezzi della light novel (causa traduzione incompleta), quindi non mi sarà possibile effettuare un confronto tra i due adattamenti. I primi tre volumi del manga coprono gli avvenimenti del primo volume della serie di light novel, mentre il quarto tratta di alcuni avvenimenti antecedenti l'inizio della serie (infatti i capitoli di questo volumetto si chiamano tutti "Memorie").

Sono ormai passati quindici anni da quando Dio ha deciso di abbandonare il mondo e, come conseguenza di questo abbandono, gli uomini non sono più in grado di procreare o di morire. In questo mondo esistono degli individui, chiamati "Custodi di tombe", il cui compito è quello di permettere a chi non dovrebbe più essere in vita di riposare in pace. La protagonista della storia è Ai, una Custode dodicenne, che passa le sue giornate a preparare le quarantasette tombe che, un giorno, dovrà utilizzare per garantire l'eterno riposo degli abitanti del suo villaggio. Appena finito questo lavoro, nel villaggio di Ai compare un ragazzo che si fa chiamare Hampnie Hambart, il giocattolo mangia uomini, e questo incontro cambierà per sempre la vita della giovane Custode.

Per quanto riguarda la trama, bisogna prima di tutto mettere in chiaro che il primo volume della serie di light novel (e, quindi, questo adattamento manga) rappresenta una sorta di prologo, cioè va a spiegare i motivi per cui la Custode Ai intraprende il suo viaggio nel mondo. Questo vuol dire che il finale sarà, di fatto, un non-finale apertissimo. Detto questo, si deve ammettere che la trattazione è abbastanza confusionaria, soprattutto nel primo volume. Gli autori hanno voluto strafare cercando di rendere la storia molto enigmatica ma, in realtà, l'unico risultato ottenuto è stato quello di renderla praticamente incomprensibile. Il tutto diventa molto più chiaro con il procedere della storia, quindi mi sento di consigliare a chi è in dubbio la lettura di almeno i primi due volumetti prima di mettere definitivamente una croce su questo titolo.

Credo che l'ambientazione e l'atmosfera siano i punti forte del titolo. La storia si svolge in una sorta di mondo post-apocalittico, quasi completamente devastato, in cui l'avvenimento chiave è stato l'abbandono di Dio. Questa mi sembra una trattazione del tema piuttosto originale ed interessante. Anche se non si direbbe dal villaggio di Ai (che, per vari motivi, è da considerarsi come un paradiso) l'atmosfera è davvero cupa, opprimente, e l'egoismo che alberga nel cuore degli uomini viene messo in bella mostra.

I personaggi che compaiono in questa serie non sono poi molti, ma direi che sono quasi tutti caratterizzati discretamente. Quello che mi ha colpito di più è Hampnie Hambart, un personaggio credibile e affascinante, il cui carattere si adatta perfettamente al mondo in cui vive. Il personaggio più scadente è, forse, proprio la protagonista, Ai. Non voglio dire che non sia interessante, anzi, ma alcuni suoi comportamenti sono in netto contrasto con ciò che la circonda, e questo la rende poco realistica. E' vero che Ai è, in un certo senso, speciale (e forse gli autori volevano sottolineare proprio questa caratteristica con il suo comportamento), ma è un personaggio che stona troppo nell'ambiente in cui è stato inserito. La psicologia di questi due protagonisti è abbastanza approfondita e ben descritta.

I disegni sono molto curati nei particolari ma, allo stesso tempo, abbastanza grezzi. Il tratto è abbastanza particolare ma a me è piaciuto parecchio. Il mangaka è stato in grado di rappresentare alla perfezione i sentimenti su i volti dei suoi personaggi. In particolar modo mi ha colpito come riesce a rappresentare in modo adeguato la crudeltà delle persone.

Questa serie affronta tematiche "pesanti", offrendo diversi spunti per riflessioni molto interessanti. Ad esempio, viene accennata la sottile differenza tra le due affermazioni "Non voglio morire" e "Voglio vivere", apparentemente simili ma diverse proprio come il cielo e la terra.
La ricerca di una "degna morte" è un altro tema importante la cui trattazione mi ha davvero colpito. Onestamente mi aspettavo che il personaggio in questione (evito di fare nomi) con "degna morte" si riferisse ad una morte incontrata mentre si fa ciò che si desidera o si protegge qualcuno che sia ama, o altri concetti banalissimi a cui ormai siamo fin troppo abituati. Invece mi sbagliavo di grosso, perché questo personaggio vuole semplicemente morire circondato dai suoi cari, amici e parenti, riuniti per dargli l'ultimo saluto. Se una persona non lascia il suo ricordo a nessuno quando muore, allora sì che la morte non può più essere considerata degna.
Altri spunti importanti sono "la paura di vivere e non di morire" oppure "il considerarsi mostri perché si è diversi dagli altri". Ho trovato tutti i temi inseriti davvero molto interessanti, ma altrettanto poco sviluppati, e questo è realmente un peccato. Anche il target di pubblico a cui è rivolta l'opera è, secondo me, sbagliato: se gli autori avessero pensato ad un seinen, ciò avrebbe loro consentito una trattazione di questi temi più matura e approfondita e, quindi, senza dubbio più interessante.

In conclusione, "Sunday without God" è una serie con ottime idee di base, ma gestite un po' male.