Recensione
Naruto
8.0/10
Recensione di Robocop XIII
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Io sono cresciuto con "Dragon Ball", ma è stato Naruto a farmi conoscere il mondo dei manga nel particolare. Prima per me erano soltanto "cartoni animati", senza distinzioni di genere. Arrivavo da Topolino e dai comics americani, e sapere che a differenza loro Naruto avesse una continuity più semplice e definita era per me un'attrattiva non indifferente. Iniziai a leggerlo alle elementari, ma l'ho finito solo ora dopo medie, superiori, primo lavoretto e qualche paio di anni in una sessione di binge reading. Naruto è cresciuto con me e questo fa un po' senso.
Naruto ha dalla sue quelle caratteristiche che secondo me uno shonen deve avere per fare i grandi numeri: come "Dragon Ball" e "One Piece", per esempio, ha un'architettura caratteristica che rende il mondo più vivo e stimola la fantasia del lettore. Il character design e il tratto sono personali. Kishimoto ha creato una simbologia e una terminologia accattivante, riuscendo a svecchiare il mondo dei ninja rendendolo fresco e giovane. Inoltre, essendo uno shonen, l'autore ha dalla sua una resa abbastanza fluida e chiara dei combattimenti.
Uno dei punti forti del manga sono sicuramente i personaggi. Ognuno con le sue caratteristiche e poteri. Il problema è che andando avanti con i volumetti Kishimoto si diverte a ricreare una mappa di rimandi assurdamente intrecciata. Ogni personaggio è collegato ad almeno altri tre personaggi o ha un corrispettivo in altre generazioni. Un problema dei personaggi è la loro caratterizzazione. Personaggi ostinati e con un forte ideale cambiano idea da un momento all'altro. Tutti i personaggi sono poco caratterizzati, ma Naruto a un certo punto diventa semplicemente una parodia di se stesso.
I combattimenti inizialmente sono avvincenti e interessanti, con una spolverata di strategia qua e là. Andando avanti con la storia si trasforma tutto in un pullulare di power-up in cui vince chi ce l'ha più grosso. Alla fine dei conti Naruto è un tipico prodotto da Shonen Jump, con i pregi caratteristici e i difetti caratteristici. Il finale lascia un po' a desiderare ma se siete tra quelle persone che danno più importanza al viaggio che alla destinazione allora dategli una possibilità.
Naruto ha dalla sue quelle caratteristiche che secondo me uno shonen deve avere per fare i grandi numeri: come "Dragon Ball" e "One Piece", per esempio, ha un'architettura caratteristica che rende il mondo più vivo e stimola la fantasia del lettore. Il character design e il tratto sono personali. Kishimoto ha creato una simbologia e una terminologia accattivante, riuscendo a svecchiare il mondo dei ninja rendendolo fresco e giovane. Inoltre, essendo uno shonen, l'autore ha dalla sua una resa abbastanza fluida e chiara dei combattimenti.
Uno dei punti forti del manga sono sicuramente i personaggi. Ognuno con le sue caratteristiche e poteri. Il problema è che andando avanti con i volumetti Kishimoto si diverte a ricreare una mappa di rimandi assurdamente intrecciata. Ogni personaggio è collegato ad almeno altri tre personaggi o ha un corrispettivo in altre generazioni. Un problema dei personaggi è la loro caratterizzazione. Personaggi ostinati e con un forte ideale cambiano idea da un momento all'altro. Tutti i personaggi sono poco caratterizzati, ma Naruto a un certo punto diventa semplicemente una parodia di se stesso.
I combattimenti inizialmente sono avvincenti e interessanti, con una spolverata di strategia qua e là. Andando avanti con la storia si trasforma tutto in un pullulare di power-up in cui vince chi ce l'ha più grosso. Alla fine dei conti Naruto è un tipico prodotto da Shonen Jump, con i pregi caratteristici e i difetti caratteristici. Il finale lascia un po' a desiderare ma se siete tra quelle persone che danno più importanza al viaggio che alla destinazione allora dategli una possibilità.