Recensione
La Principessa Splendente
8.0/10
La "Principessa Splendente" è uno shojo manga di Reiko Shimizu edito in Italia in 28 volumi dalla Planet manga. Purtroppo è un titolo poco conosciuto e dalle tematiche alquanto insolite: si è concluso dopo una faticosa pubblicazione e alcuni volumi risultano oggi esauriti presso la casa editrice.
Scrivere una recensione su questo titolo non è semplice: si rischia infatti di svelare più di quanto sia necessario, ma soprattutto mi ritrovo nella condizione di non sapere da dove iniziare. Se dovessi descriverlo con una sola parola, lo definirei "insolito", ma allo stesso tempo "intrigante"; "strano" e allo stesso tempo "sorprendente".
La storia ha inizio con la distruzione da parte di due giovani di alcuni disegni in una mostra d'arte. Il soggetto ritratto è la giovane Akira, una quindicenne dall'aspetto un po' androgino e dall'estrema bellezza, adottata quando era appena un infante. Rapita dai due ragazzi, viene a conoscenza di un passato dimenticato: fino ai cinque anni di età era stata cresciuta insieme ad altri bambini in uno strano orfanotrofio su un'isola in cui si venerava la principessa splendente, la protagonista di un'antica leggenda. Convinta dai due ragazzi a far ritorno sull'isola, Akira viene coinvolta in una vicenda tanto oscura quanto sanguinosa.
La trama è ricca di colpi di scena e di misteri. Purtroppo tarda un po' ad ingranare, ma dopo 6-7 volumi inizia ad articolarsi in maniera più chiara e prende una piega totalmente diversa da quella iniziale: se infatti all'inizio la "Principessa Splendente" si configura come una storia dai toni fantasiosi (per il legame alla leggenda che le dà il titolo), in seguito si sviluppano degli intrecci maggiormente fantascientifici e politici. Purtroppo ho attualmente letto fino al volume 16 in quanto è difficile reperire i volumi mancanti, eppure posso affermare che a poco più di metà opera la trama mostra di aver una sua organicità e un suo fascino: si passa infatti da temi politici a questioni di carattere scientifico (inseminazione artificiale, strane operazioni), al mondo della magia (Akira sembra connessa in qualche modo alla principessa della leggenda).
I disegni sono puliti ma molto spigolosi. Il tratto è sottile ma poco morbido. Potrebbe quindi risultare poco gradito: malgrado le proporzioni siano rispettate, gli occhi sono poco espressivi e di conseguenza anche le espressioni risultano piatte. Molti visi si assomigliano. Alcune vignette presentano una grande cura per i dettagli degli abiti, come ad esempio quelle che mostrano Akira abbigliata con le vesti tradizionali e che appaiono davvero superbe. L'attenzione per gli sfondi è invece molto discontinua: nei primi dieci volumi l'ambientazione selvatica dell'isola è ben resa; gli interni risultano invece più spogli o schematici.
La psicologia dei personaggi è ben resa, sia per quelli secondari sia per i primari. Non vengono mai esplicitati i loro pensieri o le loro paure, ma le loro azioni rendono evidenti le loro intenzioni e occasionali flashback chiariscono alcuni modi di agire.
In conclusione, nonostante l'atipicità dei temi trattati, mi sento di valutare con 8 il manga in questione, che ho letto fino al volume 16. Non è un titolo adatto a tutti: consigliato secondo me ad un pubblico più maturo, è adatto sia per le lettrici sia per i lettori maschi (che all'etichetta"shojo" e al titolo un po' fuorviante potrebbero decidere di passare oltre).
Scrivere una recensione su questo titolo non è semplice: si rischia infatti di svelare più di quanto sia necessario, ma soprattutto mi ritrovo nella condizione di non sapere da dove iniziare. Se dovessi descriverlo con una sola parola, lo definirei "insolito", ma allo stesso tempo "intrigante"; "strano" e allo stesso tempo "sorprendente".
La storia ha inizio con la distruzione da parte di due giovani di alcuni disegni in una mostra d'arte. Il soggetto ritratto è la giovane Akira, una quindicenne dall'aspetto un po' androgino e dall'estrema bellezza, adottata quando era appena un infante. Rapita dai due ragazzi, viene a conoscenza di un passato dimenticato: fino ai cinque anni di età era stata cresciuta insieme ad altri bambini in uno strano orfanotrofio su un'isola in cui si venerava la principessa splendente, la protagonista di un'antica leggenda. Convinta dai due ragazzi a far ritorno sull'isola, Akira viene coinvolta in una vicenda tanto oscura quanto sanguinosa.
La trama è ricca di colpi di scena e di misteri. Purtroppo tarda un po' ad ingranare, ma dopo 6-7 volumi inizia ad articolarsi in maniera più chiara e prende una piega totalmente diversa da quella iniziale: se infatti all'inizio la "Principessa Splendente" si configura come una storia dai toni fantasiosi (per il legame alla leggenda che le dà il titolo), in seguito si sviluppano degli intrecci maggiormente fantascientifici e politici. Purtroppo ho attualmente letto fino al volume 16 in quanto è difficile reperire i volumi mancanti, eppure posso affermare che a poco più di metà opera la trama mostra di aver una sua organicità e un suo fascino: si passa infatti da temi politici a questioni di carattere scientifico (inseminazione artificiale, strane operazioni), al mondo della magia (Akira sembra connessa in qualche modo alla principessa della leggenda).
I disegni sono puliti ma molto spigolosi. Il tratto è sottile ma poco morbido. Potrebbe quindi risultare poco gradito: malgrado le proporzioni siano rispettate, gli occhi sono poco espressivi e di conseguenza anche le espressioni risultano piatte. Molti visi si assomigliano. Alcune vignette presentano una grande cura per i dettagli degli abiti, come ad esempio quelle che mostrano Akira abbigliata con le vesti tradizionali e che appaiono davvero superbe. L'attenzione per gli sfondi è invece molto discontinua: nei primi dieci volumi l'ambientazione selvatica dell'isola è ben resa; gli interni risultano invece più spogli o schematici.
La psicologia dei personaggi è ben resa, sia per quelli secondari sia per i primari. Non vengono mai esplicitati i loro pensieri o le loro paure, ma le loro azioni rendono evidenti le loro intenzioni e occasionali flashback chiariscono alcuni modi di agire.
In conclusione, nonostante l'atipicità dei temi trattati, mi sento di valutare con 8 il manga in questione, che ho letto fino al volume 16. Non è un titolo adatto a tutti: consigliato secondo me ad un pubblico più maturo, è adatto sia per le lettrici sia per i lettori maschi (che all'etichetta"shojo" e al titolo un po' fuorviante potrebbero decidere di passare oltre).