Recensione
Sora log è un manga shoujo romantico e drammatico, realizzato dall'autrice Kako Mitsuki, di ben quattro volumi, che tratta la storia di due personaggi principali: Hikaru, la dolce astronoma e Aso, il freddo pianista.
La partenza di questo manga, che suscita curiosità già dalla copertina con sfondo celeste, tratta un tipo di storia che non è stata del tutto approfondita e che rimane banale e insensata.
<b>(tracce di spoiler)</b>
La ragazza, Hikaru, in modo del tutto casuale sbatte contro Aso, e già per la seconda volta ha il piacere di conoscerlo.
Il ragazzo, Aso, viene rappresentato come un bullo o, comunque sia, un tipo di persona a cui stare alla larga. Hikaru, però, con quel suo cuore ingenuo e dolce riesce a scorgere in lui una personalità che nessuno nota: egli è adorabilmente gentile. Così comincia il loro rapporto già predisposto verso l'inizio di un amore tra i due, poiché si nota la grande intesa e atmosfera che c'è già tra loro fin dal primo volume.
I personaggi secondari, ovvero la cognata di Aso, Shizuku e il fratello di Hikaru, Yui, sono la rovina del manga.
In modo così patetico e nosense, Shizuku prende a malincuore Hikaru, quasi odiandola, per un motivo che non esiste né in cielo né in terra (ma non vi dirò quale). Yui, invece, è il tipico personaggio che quasi "ama" la sorella e la protegge come "una crocerossina" per ogni minima cosa.
Gli errori del manga sono sia questa incongruenza che la poca profondità dei due amanti, che non vediamo crescere in amicizia ma subito spingersi verso l'amore, il che dà per scontato tutto il resto della storia.
Questo manga che poteva essere ottimo; è, invece, uno di quegli shoujo romantici molto ma molto scontati dove i personaggi subito sono spinti a stare insieme per sempre senza colpi di scena, punti di rottura o nulla di tutto ciò.
I disegni non lasciano a bocca aperta, alcuni sono delle bozze, altri disegni di un bambino di 5 anni, altri ancora sono pessimi; poi ci sono alcuni altri che sono bellissimi (forse perché l'autrice si è messa d'impegno) e altri più moderni.
Non do un voto eccezionale perché non era un manga da quattro volumi, quindi do un quattro proprio per ricordare che non lo è.
La partenza di questo manga, che suscita curiosità già dalla copertina con sfondo celeste, tratta un tipo di storia che non è stata del tutto approfondita e che rimane banale e insensata.
<b>(tracce di spoiler)</b>
La ragazza, Hikaru, in modo del tutto casuale sbatte contro Aso, e già per la seconda volta ha il piacere di conoscerlo.
Il ragazzo, Aso, viene rappresentato come un bullo o, comunque sia, un tipo di persona a cui stare alla larga. Hikaru, però, con quel suo cuore ingenuo e dolce riesce a scorgere in lui una personalità che nessuno nota: egli è adorabilmente gentile. Così comincia il loro rapporto già predisposto verso l'inizio di un amore tra i due, poiché si nota la grande intesa e atmosfera che c'è già tra loro fin dal primo volume.
I personaggi secondari, ovvero la cognata di Aso, Shizuku e il fratello di Hikaru, Yui, sono la rovina del manga.
In modo così patetico e nosense, Shizuku prende a malincuore Hikaru, quasi odiandola, per un motivo che non esiste né in cielo né in terra (ma non vi dirò quale). Yui, invece, è il tipico personaggio che quasi "ama" la sorella e la protegge come "una crocerossina" per ogni minima cosa.
Gli errori del manga sono sia questa incongruenza che la poca profondità dei due amanti, che non vediamo crescere in amicizia ma subito spingersi verso l'amore, il che dà per scontato tutto il resto della storia.
Questo manga che poteva essere ottimo; è, invece, uno di quegli shoujo romantici molto ma molto scontati dove i personaggi subito sono spinti a stare insieme per sempre senza colpi di scena, punti di rottura o nulla di tutto ciò.
I disegni non lasciano a bocca aperta, alcuni sono delle bozze, altri disegni di un bambino di 5 anni, altri ancora sono pessimi; poi ci sono alcuni altri che sono bellissimi (forse perché l'autrice si è messa d'impegno) e altri più moderni.
Non do un voto eccezionale perché non era un manga da quattro volumi, quindi do un quattro proprio per ricordare che non lo è.