Recensione
ES - Eternal Sabbath
7.0/10
Ci sono autori dotati di enorme talento, cui basterebbe un piccolo aiuto per fare il salto di qualità. Una di questi è Fuyumi Soryo, mangaka davvero eccezionale, che affiancata da un bravo sceneggiatore sfornerebbe un capolavoro dietro l'altro. I suoi lavori sono sempre eccezionali, ma non arrivano mai alla perfezione.
"ES - Eternal Sabbath" non fa eccezione; un altro titolo di grande valore al quale manca però quel qualcosa, capace di renderlo indimenticabile.
L'autrice si cimenta in un thriller paranormale, che prende origine dalla innata e spregiudicata ricerca dell'eterna giovinezza da parte dell'uomo.
In un laboratorio vengono creati due esseri umani sintetici, dotati di geni con capacità di immunizzazione pressoché illimitate. I due individui, oltre alla longevità, sviluppano però una facoltà imprevista: sono in grado di leggere nel pensiero e manovrare la quasi totalità delle persone.
Un giorno, una delle due cavie fugge dal laboratorio ed inizia a vendicarsi, a suo modo, degli esseri umani e del loro egoismo. Il suo nome è Izak e il suo passaggio lascerà una scia di morti atroci e avvolte dal mistero.
Il caso vuole che la dottoressa Mine Kujo, studiosa di fisiologia cerebrale, finisca per essere una degli elementi chiave nella caccia al pericoloso assassino. La sua vita viene stravolta, ma il suo vero io può finalmente liberarsi. Ad aiutarla sarà Akiba, compagno di sventure di Izak quando entrambi vivevano rinchiusi nel laboratorio di ricerca.
La Soryo costruisce un intreccio narrativo solido e dinamico, ma non riesce a renderlo completamente avvincente. Le mancano i tempi giusti del thriller; quelli indispensabili a creare la suspense. Ne è un esempio il fatto che il lettore dovrebbe essere spiazzato e sgomento davanti allo spargimento di sangue perpetrato dall'assassino e alla sua crudeltà. È proprio questo, invece, il punto dove l'autrice ha in parte fallito, perdendo la possibilità di fare il salto di qualità. Le vittime avrebbero dovuto essere maggiormente approfondite in modo da creare un relazione emotiva con il lettore, che invece non riesce ad affezionarsi ai personaggi secondari.
Va detto che l'autrice ha l'enorme pregio di portare avanti la trama con grande determinazione, senza lasciarsi mai tentare da facili sentimentalismi e riesce a mantenere sempre vivace il ritmo narrativo.
I disegni sono estremamente curati ed il riconoscibile tratto della Soryo mostra la sua piena maturità. Forse manca l'attenzione al dettaglio o ai fondali, che risultano abbastanza spogli, ma l'impatto visivo è comunque assicurato. Grande risalto, invece, viene dato alla gamma espressiva, evidenziata non soltanto dai volti, ma anche attraverso un attento linguaggio del corpo.
L'edizione della Star Comics è imbarazzante. Mancano i suffissi onorifici e probabilmente le uniche note positive sono il senso di lettura originale e la qualità della carta che, per quanto non bianchissima, in alcuni numeri si attesta su buoni livelli.
Il mio voto è 7.5.
"ES - Eternal Sabbath" non fa eccezione; un altro titolo di grande valore al quale manca però quel qualcosa, capace di renderlo indimenticabile.
L'autrice si cimenta in un thriller paranormale, che prende origine dalla innata e spregiudicata ricerca dell'eterna giovinezza da parte dell'uomo.
In un laboratorio vengono creati due esseri umani sintetici, dotati di geni con capacità di immunizzazione pressoché illimitate. I due individui, oltre alla longevità, sviluppano però una facoltà imprevista: sono in grado di leggere nel pensiero e manovrare la quasi totalità delle persone.
Un giorno, una delle due cavie fugge dal laboratorio ed inizia a vendicarsi, a suo modo, degli esseri umani e del loro egoismo. Il suo nome è Izak e il suo passaggio lascerà una scia di morti atroci e avvolte dal mistero.
Il caso vuole che la dottoressa Mine Kujo, studiosa di fisiologia cerebrale, finisca per essere una degli elementi chiave nella caccia al pericoloso assassino. La sua vita viene stravolta, ma il suo vero io può finalmente liberarsi. Ad aiutarla sarà Akiba, compagno di sventure di Izak quando entrambi vivevano rinchiusi nel laboratorio di ricerca.
La Soryo costruisce un intreccio narrativo solido e dinamico, ma non riesce a renderlo completamente avvincente. Le mancano i tempi giusti del thriller; quelli indispensabili a creare la suspense. Ne è un esempio il fatto che il lettore dovrebbe essere spiazzato e sgomento davanti allo spargimento di sangue perpetrato dall'assassino e alla sua crudeltà. È proprio questo, invece, il punto dove l'autrice ha in parte fallito, perdendo la possibilità di fare il salto di qualità. Le vittime avrebbero dovuto essere maggiormente approfondite in modo da creare un relazione emotiva con il lettore, che invece non riesce ad affezionarsi ai personaggi secondari.
Va detto che l'autrice ha l'enorme pregio di portare avanti la trama con grande determinazione, senza lasciarsi mai tentare da facili sentimentalismi e riesce a mantenere sempre vivace il ritmo narrativo.
I disegni sono estremamente curati ed il riconoscibile tratto della Soryo mostra la sua piena maturità. Forse manca l'attenzione al dettaglio o ai fondali, che risultano abbastanza spogli, ma l'impatto visivo è comunque assicurato. Grande risalto, invece, viene dato alla gamma espressiva, evidenziata non soltanto dai volti, ma anche attraverso un attento linguaggio del corpo.
L'edizione della Star Comics è imbarazzante. Mancano i suffissi onorifici e probabilmente le uniche note positive sono il senso di lettura originale e la qualità della carta che, per quanto non bianchissima, in alcuni numeri si attesta su buoni livelli.
Il mio voto è 7.5.