Recensione
Category: Freaks
3.0/10
Recensione di SahelMelis
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Avevo letto questo manga per caso e non ero neppure a conoscenza dell'esistenza di un quarto volume che, in ogni caso, non sono riuscita a reperire. E come descriverei questo titolo? ingannevole.
Ingannevole perché è un hentai travestito da manga sul soprannaturale, che strizza l'occhio ai lettori interessati solo al fanservice e lascia basiti quelli che pensavano di trovarsi di fronte a una storia di mistero. Per chi se lo stesse chiedendo, il primo motivo per non leggere quest'opera è che l'autrice è (come ho scoperto dopo l'acquisto) quella di Sensitive Pornograph: leggetevi direttamente Sensitive Pornograph, almeno quello è un manga sincero, chiaro e dal tratto grafico molto migliore. Category Freaks invece è un'accozzaglia di stereotipi, spunti gestiti male, banalità atroci che lo rendono persino peggiore di un hentai sotto alcuni punti di vista.
La trama? Non c'è. O meglio il filo conduttore è quest'agenzia Nanami, che indaga su questi Freaks che non si capisce bene cosa sono ma sicuramente sono generati dai desideri malati dell'essere umano, e che ce l'hanno con una divinità di un folclore poco conosciuto che ha dichiarato guerra a tutti loro. Ci sono hint sul fatto che il belloccio in copertina sia un mezzo freak, che nessuno nell'agenzia sia umano, ma sembra un dettaglio messo a caso per fare figo, perché l'attenzione è tutta sulle bambole umane, sui crossdress dei personaggi, sul lolicon yuri implicito tra le simil-dodicenni che mangiano i freaks, e scene di parto morbose e fuori luogo. No, davvero, donne che partoriscono bambole adulte, di questo stiamo parlando.
Un punto a favore? Credo che l'unico che si salvi sia la vera identità dell'antagonista, una divinità di un culto e un paese praticamente ignorati dai media e dalle opere mainstream: non la conoscevo ed è stata l'unica scoperta buona di questo manga. Il tratto grafico io invece lo boccerei assolutamente, soprattutto per quanto riguarda le loli in mutande con gli occhi più grandi delle loro mani - qualcuno l'ha definito salvabile, ma salvabile non è un buon punto di inizio per un manga, senza contare che tutti i personaggi ma proprio tutti sembrano femmine, non c'è un minimo di attenzione per lo studio di mani maschili, corporatura maschile, eccetera, e l'anatomia ovviamente è un optional. Guardate le copertine e gli estratti qui a fianco per farvi un'idea (guardate il girovita dei personaggi soprattutto).
In sintesi è una serie che sconsiglio su tutti i punti di vista: se volete leggere un manga che appartenga davvero a questo genere piuttosto leggete Kolisch oppure, se lo volete anche con hint omoerotici, Adekan, entrambi manga bellissimi e ignorati dal pubblico. Non è nemmeno un manga degno della Gokurakuin, se siete suoi fans.
Ingannevole perché è un hentai travestito da manga sul soprannaturale, che strizza l'occhio ai lettori interessati solo al fanservice e lascia basiti quelli che pensavano di trovarsi di fronte a una storia di mistero. Per chi se lo stesse chiedendo, il primo motivo per non leggere quest'opera è che l'autrice è (come ho scoperto dopo l'acquisto) quella di Sensitive Pornograph: leggetevi direttamente Sensitive Pornograph, almeno quello è un manga sincero, chiaro e dal tratto grafico molto migliore. Category Freaks invece è un'accozzaglia di stereotipi, spunti gestiti male, banalità atroci che lo rendono persino peggiore di un hentai sotto alcuni punti di vista.
La trama? Non c'è. O meglio il filo conduttore è quest'agenzia Nanami, che indaga su questi Freaks che non si capisce bene cosa sono ma sicuramente sono generati dai desideri malati dell'essere umano, e che ce l'hanno con una divinità di un folclore poco conosciuto che ha dichiarato guerra a tutti loro. Ci sono hint sul fatto che il belloccio in copertina sia un mezzo freak, che nessuno nell'agenzia sia umano, ma sembra un dettaglio messo a caso per fare figo, perché l'attenzione è tutta sulle bambole umane, sui crossdress dei personaggi, sul lolicon yuri implicito tra le simil-dodicenni che mangiano i freaks, e scene di parto morbose e fuori luogo. No, davvero, donne che partoriscono bambole adulte, di questo stiamo parlando.
Un punto a favore? Credo che l'unico che si salvi sia la vera identità dell'antagonista, una divinità di un culto e un paese praticamente ignorati dai media e dalle opere mainstream: non la conoscevo ed è stata l'unica scoperta buona di questo manga. Il tratto grafico io invece lo boccerei assolutamente, soprattutto per quanto riguarda le loli in mutande con gli occhi più grandi delle loro mani - qualcuno l'ha definito salvabile, ma salvabile non è un buon punto di inizio per un manga, senza contare che tutti i personaggi ma proprio tutti sembrano femmine, non c'è un minimo di attenzione per lo studio di mani maschili, corporatura maschile, eccetera, e l'anatomia ovviamente è un optional. Guardate le copertine e gli estratti qui a fianco per farvi un'idea (guardate il girovita dei personaggi soprattutto).
In sintesi è una serie che sconsiglio su tutti i punti di vista: se volete leggere un manga che appartenga davvero a questo genere piuttosto leggete Kolisch oppure, se lo volete anche con hint omoerotici, Adekan, entrambi manga bellissimi e ignorati dal pubblico. Non è nemmeno un manga degno della Gokurakuin, se siete suoi fans.