Recensione
Battle Royale
7.0/10
Un'isola, una classe, tante armi da fuoco, impossibile fuggire. Ecco in cosa vengono catapultati gli sfortunati alunni della IIIB.
Nanahara è il nostro protagonista, e scelta migliore non poteva esserci, data la sua esasperata passione per la giustizia. Cresciuto in un orfanotrofio, il ragazzo sviluppa un'intolleranza verso le cattiverie, e l'unica scelta per lui, all'interno di un gioco simile, è opporsi con tutte le proprie forze al sistema.
Ma in cosa consiste "Battle Royale"? Si può dire che il governo ogni anno sceglie, per un non ben precisato motivo, una classe dove oltre quaranta studenti (maschi e femmine) si vedono costretti a farsi fuori, finché non ne rimane soltanto uno in vita. Il luogo scelto per il gioco cambia ad ogni edizione, in questo caso si tratta di un'isola apparentemente disabitata. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione, ci si mette il signor Kamon, direttore del gioco, che monitorando la situazione decide dietro alle quinte quali manovre adoperare. In primis, alcune zone dell'isola vengono definite "off limits" e quindi non possono essere frequentate in determinate ore, per fare in modo che i partecipanti non possano rifugiarsi in un luogo fisso.
Qualcuno cercherà alleanze, qualcun altro preferirà agire da solo, ma ciò che ne esce è una storia tutto sommato piacevole e convincente.
I personaggi sono ben caratterizzati, almeno per quanto riguarda i principali. Il giusto Nanahara, la dolce Noriko, l'esperto Kawada, il solitario Hiroki, il geniale Mimura, la pazza Mitsuko e naturalmente lo spietato Kiriyama, sono presentati alla grande con dei flashback davvero coinvolgenti. L'ambientazione semplice rende bene con la storia, boschi e casolari sono ideali per una trama del genere.
Il tratto del mangaka è un pochino "duro" da digerire nei primi capitoli, soprattutto se siete abituati ai manga più moderni, tuttavia una volta assimilato diventa piacevole, soprattutto nelle scene splatter davvero molto curate. In particolare, Koushun Takami e Masayuki Taguchi sembrano amare i colpi di arma da fuoco al volto. Le scene di uccisioni con colpi al viso, degne della trilogia del "Padrino" non mancano di certo, e spesso ci vengono illustrati interni del cranio e cervelli in modo maniacale.
Conclusione: Nel complesso, un manga consigliato a tutti gli amanti dei survival e dello splatter. Se avete visto i film della saga "Hunger Games" dovreste notare molte similitudini; secondo qualcuno, la serie sarebbe addirittura un plagio di "Battle Royale", anche se non condivido a pieno queste voci. Certo, leggere entrambe le saghe è il miglior modo per togliersi ogni dubbio e crearsi la propria opinione. Ritengo che l'opera richiami molto il genere pulp "Tarantiniano", anche se il black humor non è così fortemente accentuato.
Riguardo ai dati statistici, vi posso dire che le recensioni in patria sono state buonissime, tanto da rendere "Battle Royale" un vero "must" per chi ricerca dei seinen con adrenalina. Quindici volumi non sono molti, e nelle fumetterie si dovrebbe trovare senza grossi affanni tutta la collana. Il mio consiglio finale e di leggerlo più volte in quanto ogni sfaccettatura che a prima lettura potrebbe sfuggire, può essere colta con una seconda revisione dell'opera.
Nanahara è il nostro protagonista, e scelta migliore non poteva esserci, data la sua esasperata passione per la giustizia. Cresciuto in un orfanotrofio, il ragazzo sviluppa un'intolleranza verso le cattiverie, e l'unica scelta per lui, all'interno di un gioco simile, è opporsi con tutte le proprie forze al sistema.
Ma in cosa consiste "Battle Royale"? Si può dire che il governo ogni anno sceglie, per un non ben precisato motivo, una classe dove oltre quaranta studenti (maschi e femmine) si vedono costretti a farsi fuori, finché non ne rimane soltanto uno in vita. Il luogo scelto per il gioco cambia ad ogni edizione, in questo caso si tratta di un'isola apparentemente disabitata. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione, ci si mette il signor Kamon, direttore del gioco, che monitorando la situazione decide dietro alle quinte quali manovre adoperare. In primis, alcune zone dell'isola vengono definite "off limits" e quindi non possono essere frequentate in determinate ore, per fare in modo che i partecipanti non possano rifugiarsi in un luogo fisso.
Qualcuno cercherà alleanze, qualcun altro preferirà agire da solo, ma ciò che ne esce è una storia tutto sommato piacevole e convincente.
I personaggi sono ben caratterizzati, almeno per quanto riguarda i principali. Il giusto Nanahara, la dolce Noriko, l'esperto Kawada, il solitario Hiroki, il geniale Mimura, la pazza Mitsuko e naturalmente lo spietato Kiriyama, sono presentati alla grande con dei flashback davvero coinvolgenti. L'ambientazione semplice rende bene con la storia, boschi e casolari sono ideali per una trama del genere.
Il tratto del mangaka è un pochino "duro" da digerire nei primi capitoli, soprattutto se siete abituati ai manga più moderni, tuttavia una volta assimilato diventa piacevole, soprattutto nelle scene splatter davvero molto curate. In particolare, Koushun Takami e Masayuki Taguchi sembrano amare i colpi di arma da fuoco al volto. Le scene di uccisioni con colpi al viso, degne della trilogia del "Padrino" non mancano di certo, e spesso ci vengono illustrati interni del cranio e cervelli in modo maniacale.
Conclusione: Nel complesso, un manga consigliato a tutti gli amanti dei survival e dello splatter. Se avete visto i film della saga "Hunger Games" dovreste notare molte similitudini; secondo qualcuno, la serie sarebbe addirittura un plagio di "Battle Royale", anche se non condivido a pieno queste voci. Certo, leggere entrambe le saghe è il miglior modo per togliersi ogni dubbio e crearsi la propria opinione. Ritengo che l'opera richiami molto il genere pulp "Tarantiniano", anche se il black humor non è così fortemente accentuato.
Riguardo ai dati statistici, vi posso dire che le recensioni in patria sono state buonissime, tanto da rendere "Battle Royale" un vero "must" per chi ricerca dei seinen con adrenalina. Quindici volumi non sono molti, e nelle fumetterie si dovrebbe trovare senza grossi affanni tutta la collana. Il mio consiglio finale e di leggerlo più volte in quanto ogni sfaccettatura che a prima lettura potrebbe sfuggire, può essere colta con una seconda revisione dell'opera.