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10.0/10
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"Ao haru ride" è assolutamente il mio anime shoujo preferito. La storia di Kou e Futaba mi ha presa fin dal primo episodio, dalle prime immagini di Kou e Futaba bambini, dal gioco di sguardi che i due si lanciavano l'un l'altro, dalla timidezza di Kou e la passione di Futaba.
Quando poi i due si rincontrano dopo gli anni delle medie, l'atmosfera dell'anime si fa molto intensa. Kou è cambiato, non è più quel ragazzino timido e dolce che Futaba ricordava, il ragazzino che le aveva dato appuntamento per il festival e che poi non si era presentato, senza lasciare alcuna traccia di sé. Adesso Kou è misterioso, cupo, chiuso. Futaba ha l'impressione che il cuore di Kou sia protetto da una porta blindata impossibile da aprire, addirittura senza maniglia e serratura, ma è assolutamente intenzionata ad aprire quella porta, anche se dovesse sfondarla a calci. La passione di Futaba per Kou è così forte che riesce a buttare giù quella porta, portando a galla il dolore di Kou, riportandolo alla vita, ridandogli qualcosa che aveva perso: la possibilità di legarsi agli altri, agli amici, a suo padre e a suo fratello, a Futaba.
Questo è un anime che avrebbe assolutamente dovuto avere una seconda serie, dal momento che i fatti si fermano più o meno a metà del manga, lasciandoci col cuore palpitante per Kou e Futaba ma con la consapevolezza che ci sia ancora molto da sapere della loro storia, soprattutto dopo la visione dell'OAV.
Spendo le mie ultime parole per le musiche, in particolare l'opening che adoro e "I Will", bellissima canzone che sottolinea i momenti più intensi tra Kou e Futaba.
Chi ama gli anime scolastici sentimentali non può assolutamente perdersi "Ao haru ride".