Recensione
Akame ga Kill!
10.0/10
Recensione di wolfdarker
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[<b>ATTENZIONE! CONTIENE IMPORTANTI SPOILER SULLA TRAMA!</b>]
Akame ga Kill! è uno shonen dalla forte componente violenta, pieno di scene splatter e combattimenti avvincenti. La trama è molto semplice: un giovane ragazzo di campagna, Tatsumi, vuol far strada nell'esercito assieme a due suoi amici in modo tale da poter guadagnare il denaro per salvare il suo villaggio, in grave difficoltà a causa della forte tassazione dell'Impero. Decide quindi di andare nella capitale, luogo pieno di aspettative: ben presto però si ritrova coinvolto in uno scontro tra la ricca famiglia che lo ospita e un gruppo di criminali, i Night Raid, che semina il panico eliminando persone di alto rango e componenti dell'esercito imperiale.
In uno scontro, scopre quella che è la vera faccia della capitale: corruzione e marcio regnano nella città che dovrebbe essere il simbolo e la forza dell'Impero; a rafforzare queste sensazioni, il ragazzo scopre che la giovane che lo ha ospitato ha come hobby quello di torturare a morte persone che, come lui, provengono dalla campagna. Qui capisce che proprio i suoi due amici d’infanzia sono stati vittime di questa famiglia, e lui stesso decide di porre fine alla vita di chi aveva fatto quello ai suoi amici. Tatsumi decide poi di unirsi ai Night Raid per salvare il suo villaggio ed eliminare la feccia che scorre nella capitale.
L'opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l'esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L'imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è solo il primo ministro a muovere i fili dietro all'esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l'un l'altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre "eliminare" prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassi fondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell'esercito; Bulat, anch'esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l'ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.
Un aspetto che ho davvero apprezzato in quest'opera è stato il fatto che ogni personaggio non ha particolari abilità, un’energia particolare, oppure delle mosse tipiche di alto livello come in moltissimi altri manga (basti pensare al chakra di Naruto, ai frutti del mare di One Piece, ai diversi tipi di nen di Hunter x Hunter, per citarne alcuni): ognuno di loro combatte con la propria abilità e con un'arma. La particolarità degli scontri è infatti determinata dal tipo di arma che ognuno usa. Esistono infatti delle armi chiamate teigu (armi imperiali), forgiate da un vecchio imperatore usando resti di bestie pericolose con caratteristiche speciali e metalli non più reperibili. Queste armi sono di vario tipo: troviamo Murasame (di Akame), capace di iniettare un veleno maledetto nel corpo di chi viene ferito, uccidendolo in un solo colpo; Incursio (di Bulat), teigu armatura che aumenta la potenza fisica dei colpi e permette di usare anche una particolare lancia; Pumpkin (di mine), un fucile che aumenta la potenza di fuoco quando chi la usa è in pericolo…
Non tutti sono in grado di usare i teigu, in quanto per ogni arma esistono diversi gradi di compatibilità che permettono di adoperarle o meno. Ogni membro dei Night Raid ne possiede uno, e anche i membri più forti dell'esercito ne sono in possesso, e ben presto si scopre che esiste una regola non scritta che afferma che in uno scontro tra utilizzatori di teigu uno dei due verrà sicuramente ucciso. I combattimenti sono molto frequenti, e questa “legge non scritta” porta inevitabilmente ad alimentare la già cruenta atmosfera che si percepisce con lo scorrere delle pagine, dando al fumetto una forte componente splatter di cui, secondo me, non si può fare a meno.
I disegni sono molto ben fatti a mio avviso, ricchi di dettagli e di sfumature, e i combattimenti stessi sono molto ben calibrati fin dalle prime pagine, portando il fumetto ad aver un climax ascendente di scontri mozzafiato che sono uno dei punti focali di questa serie. Sono rimasto personalmente colpito da tutto quanto: trama, aspetto grafico, dialoghi, atmosfera tesa alternata da scene piene delle tipiche gag presenti nei manga. C'è tutto quanto ed è tutto ben fatto.
Akame ga Kill! è uno shonen dalla forte componente violenta, pieno di scene splatter e combattimenti avvincenti. La trama è molto semplice: un giovane ragazzo di campagna, Tatsumi, vuol far strada nell'esercito assieme a due suoi amici in modo tale da poter guadagnare il denaro per salvare il suo villaggio, in grave difficoltà a causa della forte tassazione dell'Impero. Decide quindi di andare nella capitale, luogo pieno di aspettative: ben presto però si ritrova coinvolto in uno scontro tra la ricca famiglia che lo ospita e un gruppo di criminali, i Night Raid, che semina il panico eliminando persone di alto rango e componenti dell'esercito imperiale.
In uno scontro, scopre quella che è la vera faccia della capitale: corruzione e marcio regnano nella città che dovrebbe essere il simbolo e la forza dell'Impero; a rafforzare queste sensazioni, il ragazzo scopre che la giovane che lo ha ospitato ha come hobby quello di torturare a morte persone che, come lui, provengono dalla campagna. Qui capisce che proprio i suoi due amici d’infanzia sono stati vittime di questa famiglia, e lui stesso decide di porre fine alla vita di chi aveva fatto quello ai suoi amici. Tatsumi decide poi di unirsi ai Night Raid per salvare il suo villaggio ed eliminare la feccia che scorre nella capitale.
L'opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l'esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L'imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è solo il primo ministro a muovere i fili dietro all'esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l'un l'altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre "eliminare" prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassi fondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell'esercito; Bulat, anch'esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l'ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.
Un aspetto che ho davvero apprezzato in quest'opera è stato il fatto che ogni personaggio non ha particolari abilità, un’energia particolare, oppure delle mosse tipiche di alto livello come in moltissimi altri manga (basti pensare al chakra di Naruto, ai frutti del mare di One Piece, ai diversi tipi di nen di Hunter x Hunter, per citarne alcuni): ognuno di loro combatte con la propria abilità e con un'arma. La particolarità degli scontri è infatti determinata dal tipo di arma che ognuno usa. Esistono infatti delle armi chiamate teigu (armi imperiali), forgiate da un vecchio imperatore usando resti di bestie pericolose con caratteristiche speciali e metalli non più reperibili. Queste armi sono di vario tipo: troviamo Murasame (di Akame), capace di iniettare un veleno maledetto nel corpo di chi viene ferito, uccidendolo in un solo colpo; Incursio (di Bulat), teigu armatura che aumenta la potenza fisica dei colpi e permette di usare anche una particolare lancia; Pumpkin (di mine), un fucile che aumenta la potenza di fuoco quando chi la usa è in pericolo…
Non tutti sono in grado di usare i teigu, in quanto per ogni arma esistono diversi gradi di compatibilità che permettono di adoperarle o meno. Ogni membro dei Night Raid ne possiede uno, e anche i membri più forti dell'esercito ne sono in possesso, e ben presto si scopre che esiste una regola non scritta che afferma che in uno scontro tra utilizzatori di teigu uno dei due verrà sicuramente ucciso. I combattimenti sono molto frequenti, e questa “legge non scritta” porta inevitabilmente ad alimentare la già cruenta atmosfera che si percepisce con lo scorrere delle pagine, dando al fumetto una forte componente splatter di cui, secondo me, non si può fare a meno.
I disegni sono molto ben fatti a mio avviso, ricchi di dettagli e di sfumature, e i combattimenti stessi sono molto ben calibrati fin dalle prime pagine, portando il fumetto ad aver un climax ascendente di scontri mozzafiato che sono uno dei punti focali di questa serie. Sono rimasto personalmente colpito da tutto quanto: trama, aspetto grafico, dialoghi, atmosfera tesa alternata da scene piene delle tipiche gag presenti nei manga. C'è tutto quanto ed è tutto ben fatto.