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Era da un po’ che non guardavo una serie robotica, “Kenzen Robo Daimidaler” mi ha colpito per la sigla e perché, beh, il mecha del robot è orribile. Come possono gli sceneggiatori avere basato una serie su un robot tanto brutto? Visti i buoni voti, ho ipotizzato che sarebbe potuta essere una serie atipica, e in effetti si tratta di una parodia delle serie robotiche, con abbondanti tematiche ecchi e momenti demenziali. Nel complesso è stata una piacevolissima scoperta: pur in genere non apprezzando le serie ecchi, in questo caso la demenza era tale, che l’ho trovata un elemento che non mi ha affatto disturbato, anzi.

In un mondo minacciato dal terribile Impero Pinguino, ci sono dei soggetti altamente preziosi, perché in possesso del Fattore che gli permette di guidare un potente robot, il Daimidaler, unica speranza per l’umanità. Il Fattore è necessario e indispensabile perché il robot sia in grado di esprimere il proprio potenziale, ma al contempo pure l’Impero Pinguino vuole impossessarsi di questa potente energia. C’è una particolarità non indifferente da tenere in considerazione: il Fattore è potente solo se il pilota è eccitato e, più è eccitato, più il Fattore diventa grande e inarrestabile.

Questa è di base la trama, per nulla originale e, anzi, piena zeppa di cliché. Quello che è originale è lo spirito del prodotto, che non si prende sul serio, ma rielabora in modo demenziale i paradossi del genere. Ci troviamo quindi con un protagonista mezzo teppista arrapato, che alza le gonne a scuola delle compagne e che si trova a pilotare un robot perché è un maniaco sessuale; i nemici sono degli uomini pinguino che hanno la coda posta in posizione anteriore, che ricorda ovviamente le sembianze di un pene; i robot avversari sono in realtà molto meno distruttivi del Daimidaler, visto che è solo il suo intervento che porta alla devastazione delle città; il Daimidaler è bruttissimo e fatto male, così come sono ben poco originali e credibili i mecha in genere, ecc. Il tutto è paradossale e spesso nonsense, ma in modo sorprendente, la sceneggiatura non è affatto mal scritta, anzi, tra le tante idiozie proposte riesce anche a tirare fuori una morale e un finale soddisfacente. Non è esente da difetti: se le trovate fanno ridere all’inizio, ben presto subentra una certa ripetitività e anche le gag basate sul fattore ecchi perdono di efficacia. Ma anche in questo la serie mi ha sorpreso, introducendo dopo qualche episodio, quando la formula perdeva di efficacia, uno stravolgimento che ha spostato l’attenzione su due nuovi soggetti, dando vita a nuove situazioni paradossali e divertenti. “Kenzen Robo Daimidaler” riprende così vigore per un paio di episodi, ma poi si ha nuovamente della stagnazione che va a spegnersi solo nel finale. La ripetitività per fortuna rimane nel complesso su livelli accettabili, anche grazie alla breve durata della serie TV.

Dal punto di vista tecnico l’anime propone una sigla iniziale spettacolare e un bel character design. Il mecha è fatto chiaramente in modo caricaturale, ma, quando vuole proporre qualcosa di fatto bene e accattivante riesce a farlo, basta vedere gli ultimi episodi.
“Kenzen Robo Daimidaler” nel complesso si è rivelato una piacevolissima sorpresa: mi ha fatto ridere, appassionato in certe parti, è ben meno banale di quanto ci si possa aspettare da un anime di tipo demenziale e, a modo suo, è originale.