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4.0/10
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La storia si svolge nella cittadina di Matsumoto, dove la giovane Naho Takamiya riceve una lettera da un mittente particolare, ossia da una stessa Naho del futuro, più precisamente di dieci anni più avanti, che le narra per filo e per segno cosa succederà quel giorno. In un primo momento la ragazza non sembra credere alla lettera, tuttavia cambia idea quando dal nulla appare un nuovo studente, Naruse Kakeru, proprio come inciso nelle parole situate nel foglio, che si unisce al gruppo di Takamiya e i suoi amici. Da quel momento la giovane si impegna per far sì di cambiare il futuro del nuovo arrivato: salvarlo dalla morte tramite le lettere che le suggeriscono cosa fare per evitare gli errori che la Naho del futuro ha commesso.

L’opera si concentra principalmente su tre personaggi: Naho, Kakeru e Suwa.

Naho è una ragazza timida, debole, impacciata e un po’ tonta. Prova comunque a mettersi in gioco per salvare il suo amico, ma molto spesso a causa di un carattere poco estroverso finisce per mostrare un mix di buone azioni e pessime.
Kakeru invece abbina una poca socievolezza a tristezza e depressione, per via della morte della madre. Succube della sua vita forzata per via del genitore, Naruse segue per filo e per segno le indicazioni, ma nel momento in cui si ribella ne paga le conseguenze sul suo carattere. Un personaggio che, associato a una qualsiasi persona, mostra forse come la vicinanza delle persone può solo fare bene, ma alla fine i pensieri e i problemi rimangono dentro sé stessi. Molto permaloso e con un grande senso di colpa, come Naho abbina buone cose - poche per la verità - a pessimi gesti di stizza nei confronti della sua amica. L’unico che riesce a capire Kakeru è Suwa, un gigante molto apprezzato dalle ragazze della scuola. Di carattere estroverso, disponibile e con un fisico atletico, Hiroto Suwa è il collante del gruppo, specialmente del duo di protagonisti. Nella maggior parte delle volte aiuta Naho, e si fa da parte per far sì che i due riescano a mettersi insieme.

Lo stesso non si può dire del resto del gruppo, a cominciare da Hagita Saku, di carattere e corporatura differente da Suwa. Pignolo, imbronciato, per certi tratti tsundere, Hagita rende alla perfezione lo stereotipo del genio con gli occhiali. Quel poco che fa però non rimane indifferente alle trame della storia. A ronzargli sempre intorno è Azusa Murasaka, una ragazza molto euforica, sempre sorridente e ridente. Lei è figlia di un panettiere, e all’inizio della storia l’invito a mangiare il pane darà il via al salvataggio di Kakeru. Così lei come Hagita, ma soprattutto come Takako Chino, nonostante siano all’interno del gruppo, nella storia sono messi poco in risalto rispetto ai tre personaggi principali. Takako infatti la si vede poco incisiva, solamente per qualche risata o sfuriata da ragazza violenta.
Sulle caratterizzazioni dei personaggi ci sono dubbi. Hagita è il secchione e anche nell'aspetto mostra questa versione. Azusa è iperattiva e prova a tenere incollato il gruppo con battute e affini. Takako è la classica cattivella. Insomma, nei personaggi secondari c’è poco o nulla da dire. All’interno della storia sono inseriti poco o nulla, e questo rende le loro caratterizzazioni poco concentrate. Un conto è abbinare personaggi stereotipati in un buon contesto, un conto è metterli come “riempitivo” di un gruppo.
Inoltre, un grande difetto delle loro caratterizzazioni lo possiamo trovare nei loro rispettivi personaggi del futuro, dove il loro comportamento, a dispetto della morte di Kakeru, rimane uguale. Naho sempre timida e quasi silenziosa, Suwa premuroso, Hagita precisino e Chino sempre poco presente nei dialoghi, giusto qualche battuta di repertorio. A distanza di dieci anni i caratteri delle persone cambiano a seconda delle esperienze vissute, positive o negative che siano, perché aiutano a crescere e a tracciare un’identità ben precisa, invece qui sembra che lo scorrere del tempo non sia passato sulle emozioni dei cinque giovani.

Kakeru invece per certi ricorda per l’aspetto Kou di “Ao Haru Ride”. Non è un cattivo personaggio, semplicemente non è - così come Naho - coerente con il suo carattere d base. Si può essere tristi dentro e gioire fuori, e in questo Kakeru eccelle, ma si può essere anche tristi fuori e dentro. Lui abbina la prima categoria con la seconda. Soffre dentro per la madre, ma è gioioso fino a che non gli si dice qualcosa fuori posto per la sua mentalità, e si offende e tratta male tutti. Ci sta prendersela, il problema è che succede ogni volta. Non è coerente la sua sofferenza con la sua voglia di essere gioioso e superare le avversità con gli amici, se poi li tratta male e soprattutto non ascolta quando si offrono di aiutarlo a superare il momento.
Può essere un pensiero egoista, ma gli amici veri vanno ascoltati e non ignorati, in questo modo trasformi il rapporto con essi in maniera tale, da non considerarli amici ma conoscenti. Kakeru si dimostra per certi versi esterno al gruppo, non fortificando quel legame che dovrebbe esserci, specialmente in situazioni spiacevoli dove si vede il vero valore di una persona che tiene al suo amico.

Naho invece esplode alla fine. Specialmente nell’ultimo episodio il suo carattere si trasforma e passa da una ragazza timida a una abbastanza forbita, molto estroversa, addirittura risponde a tono a Ueda - una senpai che ci provava con Kakeru e non sopportava la protagonista e sfogava su di lei le attenzioni che il ragazzo dava a Naho. Certo, anche qui ci può essere la trasformazione, specialmente se si è innamorati, tuttavia non è coerente il cambiare di netto. Fare piccoli passi ci sta, il problema è che per la maggior parte del tempo compie sempre gli stessi errori. Si sforza di fare del bene, ma non lo fa, specialmente perché, nonostante le lettere suggeriscano alcune cose, lei nella maggior parte fa l’esatto contrario.
Cogliere l’attimo è da sempre uno dei più grandi rimorsi di una persona, pensare a cosa sarebbe successo se avessimo fatto in un certo modo. Non puoi saperlo, quindi ipotizzi. Naho invece, nonostante sappia cosa succede, cosa deve fare non lo fa, e lascia correre l’evento come nella sua versione del futuro, riuscendo poche volte nel suo intento. Non coglie quasi mai l’attimo, eppure lei può.

Suwa invece è l’unico che viene reso bene. Forte, socievole, estroverso, aiuta quando deve aiutare e critica quando deve criticare. Mette il bene di Naho e Kakeru più in alto del suo, e lo fa per un motivo preciso - anche se personalmente non condivido -, ovvero che la sua vittoria l’ha già ottenuta.
Dovrebbe essere Azusa il collante, per la sua iperattività, ma in realtà il fulcro che fa girare il duo è lui. Lui rappresenta in realtà lo stereotipo dell’amico o del ragazzo perfetto sotto ogni ambito, eppure c’è quel qualcosa che lo fa distaccare da questo preconcetto, ed è proprio il fatto che nonostante tutto è il primo ad affossare i propri sentimenti per loro due e non si dichiara. Si fosse dichiarato con una respinta da parte di Naho, poteva rientrare in questo stereotipo di amico fedele e perfetto, perché i suoi sentimenti venivano mostrati appieno; in questo caso lascia da parte questo particolare, andando anche contro a ciò che deve fare, e mostra una forza di volontà per il bene dei protagonisti non indifferente.

Le musiche sono molto delicate, rendono bene l’idea, e la realizzazione dell’opera - tralasciando qualche orrore grafico - viene gestita in modo eccellente. Non manca nulla, perché in fin dei conti abbina anche bei momenti ad altri meno belli - seppur con personaggi stereotipati e scene già viste e riviste. L’opening, in particolare, “Hikari no Haen“ di Yu Takahashi - prima volta - è il fiore all’occhiello delle melodie. Risalta inoltre nelle immagini in ciò che dovrebbe essere l’opera stessa, oltre ad avere un sound molto leggero.

Il problema sorge però nella base della trama stessa, ovvero le lettere: nell’anime viene accennato, mentre nel manga, se non erro, viene mostrato, ma in ogni caso non è una cosa fattibile. La teoria dei mondi paralleli è plausibile, però non la spedizione delle lettere. Onde evitare spoiler, chiamerei tutto questo “Felix Felicis” (fortuna liquida). Buona volontà, sentimenti, desideri non ti fanno spedire in quel modo una lettera e non la fanno recapitare a casa dei destinatari. Una pecca enorme che rovina un’opera abbastanza decente e di sicuro tra le migliori degli ultimi anni.
Un errore così grave non è permesso neanche con una buona trama o con personaggi ben caratterizzati o scene commoventi - la scena della maratona è molto bella e significativa. Forse la vera svolta dell’anime stesso arriva da quella maledetta staffetta da portare a termine a tutti i costi.

Per il resto c’è sempre Naho intenta a fare qualcosa e a ripetersi che deve farlo, che ce la deve fare, Kakeru molto irascibile - per non dire altre parole - e Suwa premuroso come un grande amico, ma anche come un padre per alcuni versi, e gli altri che ridono senza un minimo di senso. È un susseguirsi di azioni ripetute per le stesse identiche puntate. A differenza della corsa non c’è un episodio diverso dagli altri, sono tutti uguali nell’impostazione, e questa è una grande pecca in un’opera pretenziosa nel mostrare i sentimenti e i problemi gravi che possono affliggere ragazzi come Kakeru.

<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>

Errori nell’opera:
1) Nell’anime viene accennato che le la lettera viene mandata tramite un buco nero situato nel triangolo delle Bermuda, inoltre vene affermato che è impossibile portarla a mano e che si deve credere nel destino, nel caso.
2) Nell’ultimo episodio tutto ciò che fa Naho quel giorno non serve comunque a nulla, solamente a far venire il diabete alto allo spettatore, poiché lo stesso Kakeru, prima di suicidarsi, ripensa ai suoi amici e ci rinuncia. Inoltre Naho aveva fatto tutto ciò, anche parlare di tutto ciò che pensava, per evitare che il ragazzo decidesse di farla finita.
3) Gli amici di Naho vogliono che riesca a mettersi con Kakeru e fanno il tifo per loro, ma ad un tratto cambiano totalmente idea e tifano per Suwa, spronandolo a dichiararsi.
4) Tutti quanti ad esclusione di Kakeru possiedono una lettera delle loro versioni del futuro. Naho non dice nulla e prova a salvare Naruse da sola, ma alla fine scopre che anche loro ne possiedono una e non glielo dicono, perché offesi dal comportamento della giovane. Inoltre, pur avendo le lettere, compiono l’errore di invitare Kakeru il primo giorno a mangiare il pane, pur sapendo che la madre morirà.

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

“Orange” riesce ad abbinare personaggi visti e rivisti a una trama anche romantica, molto poetica, romanzesca, ma fallisce alla base. Fallisce nei controsensi dei personaggi stessi e soprattutto nell’idea di salvare un amico a distanza di dieci anni con una spiegazione tanto banale. Fallisce quando ad ogni minima cosa c’è una risata e fallisce nelle dichiarazioni che sanno di frasi fatte, del più banale dei film romantici, specialmente perché sono frasi già dette e ripetute nel corso degli episodi dai vari personaggi.

Poteva essere un’ottima idea, un’ottima opera, seppur con difetti sul gruppo di amici, ma fallisce nel pretendere che si possa sorvolare su un qualcosa di astratto in un mondo reale, soprattutto adolescenziale, e non c’è sciagura peggiore di un errore nella trama stessa e di personaggi banali e scontati.