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"La mia vita da Zucchina" è un film d'animazione del 2016, basato sul romanzo scritto da Gilles Paris, diretto da Claude Barras, al suo esordio come regista di un lungometraggio.

Icare, detto Zucchina, è un ragazzo di nove anni che non ha avuto un'infanzia facile: il padre ha tradito la madre facendosi una nuova vita, la madre è un'alcolizzata e maltratterà Zucchina fino a quando poi non morirà, proprio a causa di Zucchina, che si ritroverà quindi a dover andare in orfanotrofio. Qui farà la conoscenza di altri ragazzi, e grazie a loro riuscirà a capire che la vita non è così brutta come pensava.

Inizialmente non ero molto attratto da questo film, ma, dopo aver sentito vari pareri tutti positivi e dopo che il film è stato candidato agli Oscar, ho deciso di visionarlo. Devo dire che alla fine il film non mi ha deluso e tutti i pareri positivi che ho letto/sentito non erano campati per aria.
Il film ruoterà attorno ai vari bambini dell'orfanotrofio, dove oltre a Zucchina risalteranno maggiormente Simon, il bulletto della situazione che ha i genitori drogati e che si dimostrerà più sensibile di quanto vuol far credere, e Camille, ragazza che arriverà in seguito all'orfanotrofio, che viveva con sua zia che la picchiava e che farà di tutto per essere la tutrice della bambina per avere i contributi dallo Sato. Un altro personaggio che nel corso del film ha un bello sviluppo è Ramon, poliziotto vedovo con una figlia che non vede più e che cercherà di formare una nuova famiglia proprio con Camille e Zucchina.
La storia è molto realistica e viene raccontata in maniera essenziale, difatti il film dura circa un'ora, ma proprio questa sua semplicità è un punto di forza del film. Infatti sono entrato subito in empatia con i vari personaggi, e la storia, seppur lineare, ha saputo emozionarmi, proprio perché parla di problemi molto attuali, come ad esempio il razzismo o il maltrattamento sui minori, senza però scadere nel melodrammatico a tutti i costi. Ci sono delle scene comunque abbastanza commoventi, ma sono sempre ben contestualizzate.

Il film è realizzato in stop-motion, una tecnica che ho sempre apprezzato per la sua cura dei dettagli, e in questo caso è stata fatta davvero molto bene, soprattutto per quanto riguarda le espressioni e la gestualità dei vari personaggi. Le musiche sono quasi assenti e con toni molto calmi e rilassati, ottima scelta per un film di questo tipo.

In conclusione, consiglio a tutti di vedere questo film, poiché tratta temi molto attuali e mai banali, puntando dritto al cuore dello spettatore.