Recensione
Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler
“Gargoyles - Il risveglio degli eroi” (titolo originale “Gargoyles”) è una serie d’animazione statunitense costituita da settantotto episodi di durata canonica, ideata da Greg Weisman e prodotta da Walt Disney Television Animation e Buena Vista Television. E’ andata in onda dal 1994 al 1997, per poi giungere in Italia nel 1996.
Trama: Scozia, A.D. 994. Il castello di Wyvern, assediato dai Vichinghi, è protetto da un clan di gargoyle (gargolle), creature umanoidi alate che di giorno sono tramutate in statue di pietra dai raggi solari, mentre di notte sono vigili e formidabili guerrieri al servizio degli umani. Nonostante la loro prodezza e la loro fedeltà, i gargoyle non godono di grande considerazione a causa del loro aspetto mostruoso e dei pregiudizi della gente.
Traditi e decimati, i gargoyle superstiti, tra cui il loro leader Golia, vengono colpiti da un incantesimo soporifero e rimangono dormienti per mille anni, finché il miliardario David Xanatos non acquista in blocco l’intera fortezza e la colloca sulla cima del suo grattacielo, a New York, spezzando così la maledizione.
Ora, Golia e i suoi compagni si sono risvegliati in una terra e in un’epoca a loro sconosciute, in cui ad attenderli ci sono nemici, alleati e avventure.
“Gargoyles”, rilasciata originariamente per il Disney Afternoon, blocco televisivo che includeva serie come “Ducktales”, “Darkwing Duck” e “Aladdin”, è un’opera sorprendentemente matura, specialmente considerando il target a cui è rivolta. Con i suoi toni cupi e seriosi, essa non teme il ricorso a un lessico e a un bagaglio immaginifico generalmente banditi dalla programmazione per bambini, a sequenze anche drammatiche e a trame molto complesse e intricate, che si dipanano nel corso di più puntate e che sfoggiano un’incredibile continuità e attenzione per i dettagli.
Non è raro che eventi accaduti in precedenza influiscano sul comportamento dei personaggi o che vi siano elementi ricorrenti che non vengono poco cerimoniosamente gettati nel dimenticatoio. Ovviamente, non mancano piccole imperfezioni e inconsistenze, ma la qualità della sceneggiatura si mantiene su livelli generalmente alti e vede i protagonisti affrontare pericolose sfide e antagonisti agguerriti, alcuni dei quali presi in prestito dalle varie mitologie mondiali (trattate con discreto rispetto) e soprattutto dalle tragedie e commedie shakespeariane.
Se la rapidità con cui il clan di Golia (i cui membri si autonomineranno Brooklyn, Hudson, Broadway, Lexington e Bronx) si adatta alla vita contemporanea appare irrealistica e limita notevolmente l’impatto dello scontro tra culture e parte del coinvolgimento, è pur vero che, in tal modo, si riducono le sequenze banali e maldestre che da sempre vengono accostate a questo genere di storie.
Retaggio tipico delle produzioni più infantili è anche la presenza di episodi autoconclusivi con annesso insegnamento morale (importanza della lettura, del non credere a tutto ciò che si vede in TV, del rapporto con i propri cari, ecc.), ma si tratta di poche istanze concentrate soprattutto nella prima parte della serie, utili a definire la caratterizzazione dei personaggi principali e che poi lasciano spazio ad archi narrativi di ben altro calibro.
Il tema portante di “Gargoyles” è, infatti, quello della tolleranza, del rifiuto dei pregiudizi e dell’odio incondizionato, il cui frutto non è altro che una vendetta senza fine che produce solo disperazione e morte. Proprio la vendetta costituisce la fibra vitale di alcune figure iconiche, come Demona e i Cacciatori, che spesso incroceranno il cammino dei nostri eroi.
Considerato un affollato cast, le figure principali risultano sufficientemente approfondite, anche se non particolarmente sfaccettate. Nonostante il gruppo centrale fosse inizialmente definito da personalità e tratti tipici delle fiction d’azione del passato (il leader risoluto e leale, il saggio mentore, il cervellone, l’imprudente, il grasso e la mascotte), ciascun membro del clan si è poi ritagliato un posticino tutto suo, con le sue piccole manie e le relazioni che intrattiene con gli altri personaggi.
Meritano certamente una menzione gli antagonisti, quasi sempre spietati e preparati e ben di rado macchiette ridicole.
Il comparto tecnico è contraddistinto da alti e bassi. Tenendo conto di un budget complessivo per episodio probabilmente non esaltante, non stupisce la presenza di numerosi cali delle animazioni e della grafica (che penalizzano soprattutto le sequenze di combattimento), con conseguente deformazione delle proporzioni e delle fisionomie del personaggi. Tuttavia, il design di questi ultimi è decisamente ispirato, diversificato al punto da rendere ogni gargoyle immediatamente identificabile e costituito da tratti eleganti e curati, senza considerare che il cast di “Gargoyles” è stupefacente anche per i ruoli di primo piano riservati con nonchalance alle minoranze etniche. Le ambientazioni sono particolareggiate e variegate, tra location storiche, moderne e altre addirittura futuristiche, perfettamente in linea con un’opera che mescola magia e fantascienza, superstizione e avveniristiche tecnologie.
Ovviamente, in corrispondenza dei finali di stagione, è possibile assistere a picchi qualitativi, con animazioni più fluide e maggiori dettagli.
La colonna sonora si distingue per le sonorità epiche e orchestrali, tra cui spicca la sigla di apertura, un brano roboante che accompagna le parole di Golia e le immagini proposte con grande precisione e forte impatto.
Il doppiaggio italiano, a prescindere dalla ripetizione di alcune voci, che può essere fonte di distrazione, e da alcuni errori di adattamento ininfluenti, si rivela incredibilmente curato e affidato a grandi professionisti, capaci di regalare performance intense ed emozionanti.
Un discorso a parte è riservato alla terza stagione, “The Goliath Chronicles”, che introduce una palese flessione narrativa e che, ad eccezione del primo episodio, non è considerata canonica dal creatore stesso della serie, Greg Weisman, sostituito insieme al resto dello staff di produzione originale.
Questa stagione ruota quasi esclusivamente attorno al tema dell’accettazione dei gargoyle (non più nascosti all'occhio inclemente dell'opinione pubblica) da parte del mondo umano, non dissimilmente da quanto è possibile osservare con i media dedicati agli “X-Men”, e introduce un plot teoricamente più omogeneo, ma anche più povero, con spunti meno interessanti e messaggi di fondo esplicitati a inizio puntata dalla voce narrante di Golia. Le caratterizzazioni psicologiche vengono storpiate, alcuni attori lasciano il palcoscenico e alcuni dei migliori villain vengono castrati senza ritegno.
Anche il comparto tecnico subisce un downgrade in ogni suo aspetto: alcune approssimazioni visive sono quasi imbarazzanti e lo stesso doppiaggio, praticamente impeccabile negli episodi precedenti, si fa più fiacco e svogliato.
In conclusione, “Gargoyles - Il risveglio degli eroi” dovrebbe entrare a pieno titolo nell’immaginario collettivo in quanto cartone animato che ha deciso volutamente di non guardare dall’alto in basso il suo pubblico di giovanissimi, proponendo personaggi carismatici, violenza (anche se edulcorata), drammi e argomenti forti e ancora attuali, senza rinunciare ad attimi di comicità, non necessariamente puerili, e di puro ottimismo per un futuro di collaborazione e speranza.
Una visione ancora oggi consigliata e che non ha risentito eccessivamente del peso degli anni, quantomeno a livello contenutistico.
“Gargoyles - Il risveglio degli eroi” (titolo originale “Gargoyles”) è una serie d’animazione statunitense costituita da settantotto episodi di durata canonica, ideata da Greg Weisman e prodotta da Walt Disney Television Animation e Buena Vista Television. E’ andata in onda dal 1994 al 1997, per poi giungere in Italia nel 1996.
Trama: Scozia, A.D. 994. Il castello di Wyvern, assediato dai Vichinghi, è protetto da un clan di gargoyle (gargolle), creature umanoidi alate che di giorno sono tramutate in statue di pietra dai raggi solari, mentre di notte sono vigili e formidabili guerrieri al servizio degli umani. Nonostante la loro prodezza e la loro fedeltà, i gargoyle non godono di grande considerazione a causa del loro aspetto mostruoso e dei pregiudizi della gente.
Traditi e decimati, i gargoyle superstiti, tra cui il loro leader Golia, vengono colpiti da un incantesimo soporifero e rimangono dormienti per mille anni, finché il miliardario David Xanatos non acquista in blocco l’intera fortezza e la colloca sulla cima del suo grattacielo, a New York, spezzando così la maledizione.
Ora, Golia e i suoi compagni si sono risvegliati in una terra e in un’epoca a loro sconosciute, in cui ad attenderli ci sono nemici, alleati e avventure.
“Gargoyles”, rilasciata originariamente per il Disney Afternoon, blocco televisivo che includeva serie come “Ducktales”, “Darkwing Duck” e “Aladdin”, è un’opera sorprendentemente matura, specialmente considerando il target a cui è rivolta. Con i suoi toni cupi e seriosi, essa non teme il ricorso a un lessico e a un bagaglio immaginifico generalmente banditi dalla programmazione per bambini, a sequenze anche drammatiche e a trame molto complesse e intricate, che si dipanano nel corso di più puntate e che sfoggiano un’incredibile continuità e attenzione per i dettagli.
Non è raro che eventi accaduti in precedenza influiscano sul comportamento dei personaggi o che vi siano elementi ricorrenti che non vengono poco cerimoniosamente gettati nel dimenticatoio. Ovviamente, non mancano piccole imperfezioni e inconsistenze, ma la qualità della sceneggiatura si mantiene su livelli generalmente alti e vede i protagonisti affrontare pericolose sfide e antagonisti agguerriti, alcuni dei quali presi in prestito dalle varie mitologie mondiali (trattate con discreto rispetto) e soprattutto dalle tragedie e commedie shakespeariane.
Se la rapidità con cui il clan di Golia (i cui membri si autonomineranno Brooklyn, Hudson, Broadway, Lexington e Bronx) si adatta alla vita contemporanea appare irrealistica e limita notevolmente l’impatto dello scontro tra culture e parte del coinvolgimento, è pur vero che, in tal modo, si riducono le sequenze banali e maldestre che da sempre vengono accostate a questo genere di storie.
Retaggio tipico delle produzioni più infantili è anche la presenza di episodi autoconclusivi con annesso insegnamento morale (importanza della lettura, del non credere a tutto ciò che si vede in TV, del rapporto con i propri cari, ecc.), ma si tratta di poche istanze concentrate soprattutto nella prima parte della serie, utili a definire la caratterizzazione dei personaggi principali e che poi lasciano spazio ad archi narrativi di ben altro calibro.
Il tema portante di “Gargoyles” è, infatti, quello della tolleranza, del rifiuto dei pregiudizi e dell’odio incondizionato, il cui frutto non è altro che una vendetta senza fine che produce solo disperazione e morte. Proprio la vendetta costituisce la fibra vitale di alcune figure iconiche, come Demona e i Cacciatori, che spesso incroceranno il cammino dei nostri eroi.
Considerato un affollato cast, le figure principali risultano sufficientemente approfondite, anche se non particolarmente sfaccettate. Nonostante il gruppo centrale fosse inizialmente definito da personalità e tratti tipici delle fiction d’azione del passato (il leader risoluto e leale, il saggio mentore, il cervellone, l’imprudente, il grasso e la mascotte), ciascun membro del clan si è poi ritagliato un posticino tutto suo, con le sue piccole manie e le relazioni che intrattiene con gli altri personaggi.
Meritano certamente una menzione gli antagonisti, quasi sempre spietati e preparati e ben di rado macchiette ridicole.
Il comparto tecnico è contraddistinto da alti e bassi. Tenendo conto di un budget complessivo per episodio probabilmente non esaltante, non stupisce la presenza di numerosi cali delle animazioni e della grafica (che penalizzano soprattutto le sequenze di combattimento), con conseguente deformazione delle proporzioni e delle fisionomie del personaggi. Tuttavia, il design di questi ultimi è decisamente ispirato, diversificato al punto da rendere ogni gargoyle immediatamente identificabile e costituito da tratti eleganti e curati, senza considerare che il cast di “Gargoyles” è stupefacente anche per i ruoli di primo piano riservati con nonchalance alle minoranze etniche. Le ambientazioni sono particolareggiate e variegate, tra location storiche, moderne e altre addirittura futuristiche, perfettamente in linea con un’opera che mescola magia e fantascienza, superstizione e avveniristiche tecnologie.
Ovviamente, in corrispondenza dei finali di stagione, è possibile assistere a picchi qualitativi, con animazioni più fluide e maggiori dettagli.
La colonna sonora si distingue per le sonorità epiche e orchestrali, tra cui spicca la sigla di apertura, un brano roboante che accompagna le parole di Golia e le immagini proposte con grande precisione e forte impatto.
Il doppiaggio italiano, a prescindere dalla ripetizione di alcune voci, che può essere fonte di distrazione, e da alcuni errori di adattamento ininfluenti, si rivela incredibilmente curato e affidato a grandi professionisti, capaci di regalare performance intense ed emozionanti.
Un discorso a parte è riservato alla terza stagione, “The Goliath Chronicles”, che introduce una palese flessione narrativa e che, ad eccezione del primo episodio, non è considerata canonica dal creatore stesso della serie, Greg Weisman, sostituito insieme al resto dello staff di produzione originale.
Questa stagione ruota quasi esclusivamente attorno al tema dell’accettazione dei gargoyle (non più nascosti all'occhio inclemente dell'opinione pubblica) da parte del mondo umano, non dissimilmente da quanto è possibile osservare con i media dedicati agli “X-Men”, e introduce un plot teoricamente più omogeneo, ma anche più povero, con spunti meno interessanti e messaggi di fondo esplicitati a inizio puntata dalla voce narrante di Golia. Le caratterizzazioni psicologiche vengono storpiate, alcuni attori lasciano il palcoscenico e alcuni dei migliori villain vengono castrati senza ritegno.
Anche il comparto tecnico subisce un downgrade in ogni suo aspetto: alcune approssimazioni visive sono quasi imbarazzanti e lo stesso doppiaggio, praticamente impeccabile negli episodi precedenti, si fa più fiacco e svogliato.
In conclusione, “Gargoyles - Il risveglio degli eroi” dovrebbe entrare a pieno titolo nell’immaginario collettivo in quanto cartone animato che ha deciso volutamente di non guardare dall’alto in basso il suo pubblico di giovanissimi, proponendo personaggi carismatici, violenza (anche se edulcorata), drammi e argomenti forti e ancora attuali, senza rinunciare ad attimi di comicità, non necessariamente puerili, e di puro ottimismo per un futuro di collaborazione e speranza.
Una visione ancora oggi consigliata e che non ha risentito eccessivamente del peso degli anni, quantomeno a livello contenutistico.