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3.0/10
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Persino nelle scuole inferiori, una delle prime regole che vengono insegnate a chi si appresta a scrivere un tema o una recensione, come in questo caso, è che è necessario attenersi strettamente all'argomento di cui si vuole parlare o all'oggetto che si vuole descrivere e recensire. Limitare le divagazioni, le perdite di tempo, le uscite dal seminato, che hanno il solo ed unico scopo di allontanarsi dal soggetto in questione.
Questa premessa è doverosa, in quanto noto con una punta di dispiacere che in questa pagina, almeno per quanto riguarda "Gantz", questa regola basilare non è stata recepita e messa in pratica. Tutt'altro, sono diversi i recensori che hanno deciso di saltare di palo in frasca, recensendo l'anime "Gantz" basandosi su quanto di positivo aveva portato alla luce il manga omonimo.

Personalmente, penso sia un errore di una gravità elevata: anime e manga, come tutti sappiamo, hanno un certo legame tra loro; eppure, come è successo in questo caso, non è un legame biunivoco e costante, ma prevede differenze sostanziali. Di fatto, parlando di "Gantz", tra anime e manga emergono distanze colossali, mancanze e differenze che non possono rendere l'uno assimilabile interamente con l'altro. Per questo motivo rimbrotto chi ha deciso di compiere, volutamente, questo errore: essendo così pieni di disuguaglianze, questi prodotti non possono essere interscambiabili nelle valutazioni e nelle recensioni. Per forza di cose, quindi, non si può soprassedere alle pecche dell'anime perché nel manga fila tutto liscio, è tutto spiegato bene, è tutto argomentato al meglio, non ci sono interrogativi rimasti in sospeso. Se l'anime ha dei limiti, l'anime ha dei limiti, punto.

Arriviamo alla recensione in sé e per sé. Le differenze tra i due prodotti omonimi sono anche il primo grande difetto che trovo alla serie. Quando si decide di produrre l'adattamento animato di un manga, penso sia buona norma attenersi quanto più possibile a quello che potremmo definire il copione, ossia il manga stesso. E' tollerata qualche differenza a patto che siano questioni dell'importanza più infima, altrimenti si rischia di rovinare la serie televisiva.
E questo è esattamente quanto successo per "Gantz", schiacciato dal peso della poca chiarezza dovuto ad un adattamento frettoloso e grossolano. La natura stessa di Gantz, inteso come la nera sfera che compare nel salotto dell'appartamento in cui vengono chiamati a raccolta i morti/non morti, non è stata esplicata affatto, così come i metodi di cernita dei "bastardi", il perché sia necessario farli combattere o la natura degli esseri che sono chiamati a sconfiggere. Tutto è, molto semplicemente, introdotto e dato per scontato; della serie, questa è la minestra, se ti va bene, bene, altrimenti fatti tuoi. Altro breve esempio, la nonnina dai capelli di zucchero filato che chiede indicazioni ferroviarie: chi è, chi non è, perché compare con quella frequenza, che ci fa con la tuta del protagonista Kei, perché ripete sempre la stessa frase? Chi lo sa? Lei è lì, piaccia o no, punto.

Altro elemento che personalmente non ho apprezzato, e che anzi contesto fino allo sfinimento, è il continuo rimando amoroso e sessuale, troppo pesante e senza motivazioni. Le smanie sessuali del protagonista, la "propulsione erettiva" della sua fantastica tuta, la facilità con la quale accede a parti del corpo di perfette sconosciute e consumare atti carnali: lo trovo tutto completamente fuori luogo, poiché realmente non aggiunge nulla alla serie. Anche il più semplice e leggero legame amoroso tra questo e quel personaggio mi sembra velleitario ed inutile ai fini della narrazione: dalle più semplici mani intrecciate, agli arrossimenti ed agli abbracci, da teneri baci a vere e proprie dichiarazioni d'amore: cos'ha a che fare con lo sconfiggere demoni? Nulla, dico io.
Ora, posso capire che si cerchi di dare una maggiore cornice alle vicende per non farle passare come spoglie vicende horror-splatter, ma penso ci sia un limite a tutto; inteso, quello che è superfluo e ridondante non ha merito di essere inserito in un prodotto, cartaceo o animato. O è essenziale, o è spazzatura, e questa continua presenza amorosa secondo me stona come una nota storta e fa male come succo di limone su un taglio.

In generale l'anime mi ha convinto poco. Oltre ai due grandi limiti che ho riportato, penso che sia un'anime scandito da un'alternarsi di vicende raffazzonate, alle volte troppo rapide alle volte invece inesorabilmente lente e non scorrevoli. A questo trovo vada aggiunta anche la scelta di riproporre una certa intensità alle vicende personali dei protagonisti: anche qui ricadiamo nello sbrigativo, anche qui ricadiamo nel velleitario. Perché introdurre tematiche adulte come l'indifferenza collettiva, "il male che non è ultraterreno, ma è umano", la violenza familiare sia fisica che morale diventa superfluo ed evitabile se non è approfondito come Dio comanda. Cosa che, puntualmente, è avvenuta con "Gantz", l'anime.
Le mie aspettative erano alte, e dal punto di vista dell'impatto visivo non si può certo dire che si tratti di una serie povera o scarsa. Certo, le animazioni ed il tratto grafico sono quello che sono, ma l'ho trovato crudo e morboso quanto basta per rientrare nella categoria horror-splatter a pieno titolo. Su questo aspetto, quindi, le mie pretese sono state appagate. Ma tutti questi altri elementi negativi, questi malus, non possono non aver peso sulla valutazione.