Recensione
Rocky Joe
10.0/10
Non ci sono parole sufficienti (o almeno io non le ho) per descrivere la bellezza e la profondità di "Ashita no Joe", che per me rappresenta la massima espressione del fumetto giapponese sotto ogni punto di vista.
"Ashita no Joe" è la storia di Joe, un ragazzo arrivato all'improvviso in un quartiere dormitorio popolato solo da balordi e gente che ha fallito nella vita ed è sprofondata nella miseria piú nera. Qui conosce Danpei, un ex pugile la cui carriera è naufragata dopo la perdita di un occhio, e quindi del senso di profondità necessario soprattutto per un pugile. Danpei è un derelitto ormai, si ubriaca e bazzica per il quartiere senza una meta, finchè non scopre in Joe il talento piú assoluto per la boxe.
Danpei inizia quindi a trattare Joe come un prodigio e a supplicarlo di incanalare nella boxe tutta la sua riottosità: Joe infatti è un ragazzo rabbioso, consumato dalla durezza della vita, orfano e odiato da tutti. Tuttavia Joe, che ha un'indole profondamente cattiva, decide di sfruttare quello che gli appare come un vecchio mitomane per farsi mantenere da lui. Mentre Danpei si spacca la schiena in cantiere per permettere a Joe di mangiare e allenarsi correttamente, il ragazzo è sempre occupato in piccole truffe e malefatte, arrivando a coinvolgere Yoko, signorina di buona famiglia e nipote di un uomo molto influente.
Ben presto peró Joe dovrà pagare il prezzo delle sue malefatte, e verrà processato e condannato a andare in riformatorio.
Commovente la scena di Danpei che seppur sfruttato e umiliato da Joe lo rincorre mentre lo caricano sul camioncino che lo porterà al riformatorio, e gli grida che lo allenerà per corrispondenza anche quando sarà in riformatorio, e che continuerà a mandargli le "lezioni per il domani" (queste sono le lezioni di pugilato che Danpei da a Joe, assegnandogli compiti giorno per giorno... e da qui il titolo, "Joe del domani"). Joe risponde umiliando ancora una volta il vecchio allenatore, che non molla e continua a scrivergli.
Nel riformatorio tuttavia Joe verrà a contatto con Rikishi, che diventerà il suo rivale e che sarà sempre motivo per andare avanti, e con Yoko, con la quale si scontrerà piú volte sia sul piano verbale che emotivo.
"Ashita no Joe" parla quindi di Joe e della sua scalata dai bassifondi verso un futuro migliore, passando per il "ponte delle lacrime" che appunto collega il quartiere dormitorio al resto della città, e che tutti attraversano piangendo.
Si parla del riscatto, non solo di Joe ma del Giappone intero nel dopoguerra, rappresentato dall'orfano rabbioso e senza speranza, ma dotato di una fiamma inestinguibile nel cuore.
I personaggi sono tutti indimenticabili, talmente vivi, egoisti e grandiosi da essere incredibilmente veri.
Primo tra tutti Joe, arso vivo dalla rabbia per non essere mai stato voluto da nessuno, incapace di comprendere i sentimenti di Danpei, incapace di rispettare le regole e gli altri, non ha mai pietà di niente e nessuno, fino a che Danpei riesce lentamente (attraverso la boxe) a educarlo ai sentimenti, facendolo sentire per la prima volta amato da qualcuno.
Danpei, allenatore di Joe, arso vivo anche lui da un sentimento, diverso dalla rabbia, bensì dall'amore per la boxe: Danpei è disposto a sacrificare tutto per mettere a frutto il talento di Joe! È pronto a spaccarsi la schiena lavorando, a saltare i pasti, a sfruttare persino gli altri pur di allenare un campione. Danpei è consumato da questa passione, che è il suo unico motivo di vita.
E poi Yoko, ricca e viziata, in cui Joe riesce incredibilmente a riconoscersi: anche Yoko sotto l'apparenza di brava ragazza nasconde un'indole meschina, che la spinge a voler apparire sempre migliore degli altri e a giudicare chiunque. È grazie a questo dualismo sottile che Yoko diventa l'eroina della storia, sotto molti aspetti controparte (opposta e allo stesso tempo simile) a Joe, fino all'indimenticabile finale.
La trama e i meravigliosi testi sono di Asao Takamori, autore con un diverso pseudonimo di "Tiger Mask" (" L'Uomo tigre") che trattava di tematiche simili ma in chiave diversa. Lo sport è sempre visto come un simbolo, l'educazione, un mezzo per risollevarsi dalla miseria, dallo squallore e dalla crudeltà della vita per dirigersi verso un futuro luminoso, un futuro fatto di affetto, sia ricevuto (nel caso di Joe, che trova persone che lo amano) sia da dare agli altri (come Tiger Mask che lotta per i bambini dell'orfanotrofio).
Oltre il sangue e il sudore, c'è la possibilità di un futuro all'apparenza inconcepibile, per questi personaggi arsi, spinti ma al tempo stesso consumati da una fiamma distruttrice.
I disegni sono del divino Tetsuya Chiba: immediati, semplici, belli. L'impostazione delle tavole di Chiba è essa stessa il futuro, le tavole sono limpide e non sono invecchiate di un giorno. Chiba indugia sui moti dell'animo di ogni personaggio, regalandoci espressioni indimenticabili e sottili, quasi impalpabili nei momenti di indecisione e sofferenza, per sporcare poi le tavole dove serve e farci sentire il dolore di Joe quando viene colpito sul ring.
"Ashita no Joe" è un capolavoro senza tempo, in cui la boxe è metafora di qualcosa di piú grande, e viene tuttavia spiegata in maniera semplice e chiara per chiunque.
Esiste una prima edizione italiana in 20 volumi standard, adesso invece sta uscendo una perfect edition (senza pagine a colori, come nell'edizione originale) che accorpa piú volumi insieme.
Meravigliose anche le copertine.
Ottima occasione per recuperare IL capolavoro di due autori straordinari.
"Ashita no Joe" è la storia di Joe, un ragazzo arrivato all'improvviso in un quartiere dormitorio popolato solo da balordi e gente che ha fallito nella vita ed è sprofondata nella miseria piú nera. Qui conosce Danpei, un ex pugile la cui carriera è naufragata dopo la perdita di un occhio, e quindi del senso di profondità necessario soprattutto per un pugile. Danpei è un derelitto ormai, si ubriaca e bazzica per il quartiere senza una meta, finchè non scopre in Joe il talento piú assoluto per la boxe.
Danpei inizia quindi a trattare Joe come un prodigio e a supplicarlo di incanalare nella boxe tutta la sua riottosità: Joe infatti è un ragazzo rabbioso, consumato dalla durezza della vita, orfano e odiato da tutti. Tuttavia Joe, che ha un'indole profondamente cattiva, decide di sfruttare quello che gli appare come un vecchio mitomane per farsi mantenere da lui. Mentre Danpei si spacca la schiena in cantiere per permettere a Joe di mangiare e allenarsi correttamente, il ragazzo è sempre occupato in piccole truffe e malefatte, arrivando a coinvolgere Yoko, signorina di buona famiglia e nipote di un uomo molto influente.
Ben presto peró Joe dovrà pagare il prezzo delle sue malefatte, e verrà processato e condannato a andare in riformatorio.
Commovente la scena di Danpei che seppur sfruttato e umiliato da Joe lo rincorre mentre lo caricano sul camioncino che lo porterà al riformatorio, e gli grida che lo allenerà per corrispondenza anche quando sarà in riformatorio, e che continuerà a mandargli le "lezioni per il domani" (queste sono le lezioni di pugilato che Danpei da a Joe, assegnandogli compiti giorno per giorno... e da qui il titolo, "Joe del domani"). Joe risponde umiliando ancora una volta il vecchio allenatore, che non molla e continua a scrivergli.
Nel riformatorio tuttavia Joe verrà a contatto con Rikishi, che diventerà il suo rivale e che sarà sempre motivo per andare avanti, e con Yoko, con la quale si scontrerà piú volte sia sul piano verbale che emotivo.
"Ashita no Joe" parla quindi di Joe e della sua scalata dai bassifondi verso un futuro migliore, passando per il "ponte delle lacrime" che appunto collega il quartiere dormitorio al resto della città, e che tutti attraversano piangendo.
Si parla del riscatto, non solo di Joe ma del Giappone intero nel dopoguerra, rappresentato dall'orfano rabbioso e senza speranza, ma dotato di una fiamma inestinguibile nel cuore.
I personaggi sono tutti indimenticabili, talmente vivi, egoisti e grandiosi da essere incredibilmente veri.
Primo tra tutti Joe, arso vivo dalla rabbia per non essere mai stato voluto da nessuno, incapace di comprendere i sentimenti di Danpei, incapace di rispettare le regole e gli altri, non ha mai pietà di niente e nessuno, fino a che Danpei riesce lentamente (attraverso la boxe) a educarlo ai sentimenti, facendolo sentire per la prima volta amato da qualcuno.
Danpei, allenatore di Joe, arso vivo anche lui da un sentimento, diverso dalla rabbia, bensì dall'amore per la boxe: Danpei è disposto a sacrificare tutto per mettere a frutto il talento di Joe! È pronto a spaccarsi la schiena lavorando, a saltare i pasti, a sfruttare persino gli altri pur di allenare un campione. Danpei è consumato da questa passione, che è il suo unico motivo di vita.
E poi Yoko, ricca e viziata, in cui Joe riesce incredibilmente a riconoscersi: anche Yoko sotto l'apparenza di brava ragazza nasconde un'indole meschina, che la spinge a voler apparire sempre migliore degli altri e a giudicare chiunque. È grazie a questo dualismo sottile che Yoko diventa l'eroina della storia, sotto molti aspetti controparte (opposta e allo stesso tempo simile) a Joe, fino all'indimenticabile finale.
La trama e i meravigliosi testi sono di Asao Takamori, autore con un diverso pseudonimo di "Tiger Mask" (" L'Uomo tigre") che trattava di tematiche simili ma in chiave diversa. Lo sport è sempre visto come un simbolo, l'educazione, un mezzo per risollevarsi dalla miseria, dallo squallore e dalla crudeltà della vita per dirigersi verso un futuro luminoso, un futuro fatto di affetto, sia ricevuto (nel caso di Joe, che trova persone che lo amano) sia da dare agli altri (come Tiger Mask che lotta per i bambini dell'orfanotrofio).
Oltre il sangue e il sudore, c'è la possibilità di un futuro all'apparenza inconcepibile, per questi personaggi arsi, spinti ma al tempo stesso consumati da una fiamma distruttrice.
I disegni sono del divino Tetsuya Chiba: immediati, semplici, belli. L'impostazione delle tavole di Chiba è essa stessa il futuro, le tavole sono limpide e non sono invecchiate di un giorno. Chiba indugia sui moti dell'animo di ogni personaggio, regalandoci espressioni indimenticabili e sottili, quasi impalpabili nei momenti di indecisione e sofferenza, per sporcare poi le tavole dove serve e farci sentire il dolore di Joe quando viene colpito sul ring.
"Ashita no Joe" è un capolavoro senza tempo, in cui la boxe è metafora di qualcosa di piú grande, e viene tuttavia spiegata in maniera semplice e chiara per chiunque.
Esiste una prima edizione italiana in 20 volumi standard, adesso invece sta uscendo una perfect edition (senza pagine a colori, come nell'edizione originale) che accorpa piú volumi insieme.
Meravigliose anche le copertine.
Ottima occasione per recuperare IL capolavoro di due autori straordinari.