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8.5/10
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Volevo aspettare a finire il manga, che sto leggendo con calma in questi giorni estivi avendo tutti i volumetti, ma non ho resistito, ed eccomi qui a commentare dopo la lettura del sesto numero.
A settembre dell'anno scorso mi sono avvicinata ad Erased (di cui non conoscevo nulla se non la presentazione della Star Comics e qualche info su wikipedia) attratta dal fatto che fosse un thriller, genere che amo e che latita in forma di manga, dalla trovata del ritorno indietro nel tempo, che trovo sempre affascinante, e infine dal titolo così particolare e in qualche modo lapidario.
Il primo volumetto faceva già capire di star leggendo un manga curato e fuori dagli schemi, ma secondo me l'impennata qualitativa avviene col quarto numero, e da lì in poi penso seriamente di aver letto una delle cose migliori mai giunte dalla Terra del Sol levante.
E' straordinaria la profondità di intreccio, trama e spessore psicologico dei personaggi, considerando che l'autore si muove su due fondamentali binari temporali che si diramano ed intersecano tra di loro con straordinaria scioltezza e coerenza, dando vita ad altri sentieri e possibilità nella vita di Satoru e dei suoi comprimari, buoni e malvagi.

Sinceramente faccio fatica a capire il disappunto di chi ha trovato scontato il colpevole; credo che un po' tutti avessimo dei sospetti già dal secondo numero. Penso che l'intento dell'autore non fosse tanto quello di farci scervellare nel capire chi fosse il serial killer, visto che il capitolo del quinto volume in cui quest'ultimo viene definitivamente fuori, manco a farlo apposta, si intitola "Impressione confermata", quanto sviscerare le implicazioni psicologiche e le conseguenze di una così scioccante presa di consapevolezza su Satoru, e perché no, sul suo antagonista (da brividi il capitolo dedicato alla sua infanzia).
Io intendo questo bellissimo seinen come una storia di formazione mascherata da thriller, dove il protagonista, per crescere come persona, deve paradossalmente ritornare alla sua infanzia ed aiutare e comprendere chi non aveva potuto salvare in precedenza, diventando così per il futuro un uomo migliore.

In quest'ottica, la rivelazione dell'identità del killer è funzionale alla maturazione di Satoru (che infatti vediamo spesso ritornare con la memoria alla figura del padre che si allontana per sempre in macchina).
Il sesto volumetto è quello che ho trovato più ricco e profondo finora, nella sua alternanza tra momenti di disgusto e di orrore per il modo in cui il nostro killer racconta con distacco della sua evoluzione come psicopatico, e la partecipazione e la tenerezza per il destino inaspettato di Satoru, delle persone a lui vicine, e la grande umanità che li avvolge tutti quanti (sì, stavo seriamente rischiando in più punti di scoppiare a piangere per la commozione, e ce ne vuole con me, eh).
Ora sono curiosa di vedere come nei due volumetti rimanenti l'autore sbroglierà tutta la matassa, ma ho piena fiducia in lui.
Questo manga per me è stato una vera sorpresa, e la conferma che il mio target favorito è quello dei seinen; un'opera dalla profondità straordinaria che una volta tanto merita tutti i premi vinti dal primo fino all'ultimo.
E personalmente lo promuovo anche a livello grafico: la mancata abilità nel saper disegnare e le scelte stilistiche, che possono essere non apprezzate, sono due cose ben distinte; Sanbe può non piacere come disegnatore, ma sa indubbiamente il fatto suo, ed è uno di quei pochi autori che ancora conserva una '"artigianalità" pregevole.