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6.5/10
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Dopo l'esperienza tutt'altro che gratificante susseguente alla lettura di “Blue”, non credo che avrei mai dato, coscientemente, un'altra possibilità alla sua autrice, Kozue Chiba. Come già detto altrove, però, il più delle volte mi comporto da incosciente, specie se si tratta di shoujo, uno dei generi che prediligo; e così quando ho saputo della pubblicazione in Italia di questo “Crayon Days” mi son detto che, in fondo, potevo comunque dargli un'occhiata. A dirla tutta ero anche incoraggiato dal fatto che si trattava di un'opera divisa in solo quattro volumetti ed una delle critiche maggiori che avevo rivolto a “Blue” nella mia recensione era proprio il fatto che la storia fosse andata inutilmente avanti per diversi volumi quando ormai non aveva più nulla da dire.
A differenza del suo predecessore, questo “Crayon Days” si è rivelato essere davvero un buon lavoro. Sia chiaro, molti dei difetti che avevo riscontrato in “Blue” sono presenti anche qui: situazioni un po' troppo improvvisate, personaggi secondari dalla dubbia utilità, eccessiva frenesia nel ritmo dell'azione sembrano essere proprio dei tratti caratterizzanti delle opere di questa autrice. Tuttavia in questo caso i danni sono più contenuti e la storia finisce per reggere; anzi devo dire che regge anche discretamente bene.
“Crayon Days” racconta le vicende di Shima e Saji, due ragazzi iscritti ad un prestigioso liceo artistico di Tokyo. Saji, in particolare è un ragazzo dotato di un grandissimo talento, ed è già considerato in patria come un genio della pittura; Shima, invece, è una ragazza di campagna che, almeno all'apparenza, non ha nessuna particolare capacità artistica ma è dotata di grande entusiasmo, passione e forza di volontà. Il rapporto fra i due inizialmente è difficile a causa del cattivo carattere di lui; col tempo, però, le cose saranno destinate a cambiare.
La sceneggiatura di questo manga non è il massimo che si possa desiderare: come dicevo prima ciò che salta subito all'occhio è la presenza di personaggi secondari il cui apporto allo svolgersi degli eventi è praticamente nullo. Tuttavia la storia d'amore nata tra tele e pennelli risulta convincente ed appassionante; i due protagonisti, poi, sono caratterizzati molto bene e svolgono benissimo la loro parte coprendo, in questo modo, molti difetti insiti nella trama.
Come ho già avuto modo di dire per “Blue”, uno shojo deve aver la capacità di far battere il cuore del lettore se non vuol venir meno alle ragioni per cui è stato creato e quindi finire inesorabilmente nel dimenticatoio; “Crayon Days”, seppur sporadicamente, assolve a questa funzione per cui posso ritenermi abbastanza soddisfatto. La mia valutazione, seppur senza esagerare, è buona; speriamo che ora la sensei Chiba riesca a completare il suo processo di maturazione e proporre shojo di buona qualità che occupino un maggior numero di volumetti.