Recensione
Tokyo Ghoul:re
10.0/10
“Tokyo Ghoul:re”, sequel di “Tokyo Ghoul”, è un manga scritto e illustrato da Sui Ishida, pubblicato per la prima volta in Giappone circa un mese dopo la fine della prima serie.
Le vicende vedono come protagonista un investigatore di nome Haise Sasaki, il cui compito è quello di fare luce su alcuni delitti commessi dai ghoul, misteriose creature che si cibano di esseri umani e che infestano la città di Tokyo. Inoltre dovrà fare anche da mentore a una nuova squadra di investigatori composta da quattro giovani reclute chiamati Quinx.
Apparentemente, leggendo i primi capitoli, sembra che la storia non sia collegata alla serie precedente, ma che piuttosto introduca nuovi personaggi e nuove trame ambientate però nello stesso universo narrativo di “Tokyo Ghoul”. In realtà, continuando a leggere, vengono introdotti lentamente e con una nota nostalgica alcuni riferimenti alla serie originale e alcuni dei personaggi principali, facendo affiorare nel lettore la speranza che questa storia in realtà possa centrare con quella precedente, finita tragicamente, se non addirittura farne proprio da seguito. Rincontrare alcuni personaggi chiave di “Tokyo Ghoul” è una delle tante sorprese inaspettate della serie, capace addirittura di far venire il batticuore.
Se “Tokyo Ghoul” è un manga empatico, dotato di un grande livello di introspezione, capace di emozionare e di trasmettere le sensazioni e i sentimenti dei personaggi, Tokyo Ghoul:re lo è ancora di più. È impossibile non farsi coinvolgere mentre lo si legge, nel bene, durante i pochi momenti felici, e nel male, siccome non mancheranno diversi episodi drammatici molti intesi. Personalmente l’ho trovato come il manga più capace di emozionami su ogni punto di vista: sa essere delicato, dolce, crudele, spietato e totalmente imprevedibile. Credo che Ishida sia l’unico scrittore capace in un capitolo di introdurre, caratterizzare al massimo e far affezionare al lettore un personaggio totalmente nuovo.
La trama è molto più fitta che nella serie precedente, anche perché dovrà fare luce sui diversi misteri ed intrighi irrisolti che porteranno a galla sconvolgenti verità. Simboli e indizi vengono sparsi durante la storia, come in un vero e proprio thriller, in modo da lasciar possibilità al lettore di immaginare come si svolgerà la trama e quali sono le macchinazioni di certi personaggi. Ovviamente, quasi sempre ci si troverà spaziati davanti agli sviluppi degli eventi. Ishida è totalmente imprevedibile, capace di tenere tutti col fiato sospeso ad ogni capitolo.
Anche i disegni sono migliori rispetto a “Tokyo Ghoul”. I volti dei personaggi, come anche gli ambienti sono molto dettagliati e i combattimenti, da tanti ritenuti confusionari, io li ho trovati invece molto belli e con una grande dinamicità rispetto a molti altri manga.
Concludendo, considero Tokyo Ghoul:re uno dei più bei manga del momento e lo consiglio vivamente a tutti quelli che cercano una serie non troppo lunga, intensa, appassionante e adatta comunque ad un pubblico maturo, sia per i contenuti che per alcune scene molto forti.
Le vicende vedono come protagonista un investigatore di nome Haise Sasaki, il cui compito è quello di fare luce su alcuni delitti commessi dai ghoul, misteriose creature che si cibano di esseri umani e che infestano la città di Tokyo. Inoltre dovrà fare anche da mentore a una nuova squadra di investigatori composta da quattro giovani reclute chiamati Quinx.
Apparentemente, leggendo i primi capitoli, sembra che la storia non sia collegata alla serie precedente, ma che piuttosto introduca nuovi personaggi e nuove trame ambientate però nello stesso universo narrativo di “Tokyo Ghoul”. In realtà, continuando a leggere, vengono introdotti lentamente e con una nota nostalgica alcuni riferimenti alla serie originale e alcuni dei personaggi principali, facendo affiorare nel lettore la speranza che questa storia in realtà possa centrare con quella precedente, finita tragicamente, se non addirittura farne proprio da seguito. Rincontrare alcuni personaggi chiave di “Tokyo Ghoul” è una delle tante sorprese inaspettate della serie, capace addirittura di far venire il batticuore.
Se “Tokyo Ghoul” è un manga empatico, dotato di un grande livello di introspezione, capace di emozionare e di trasmettere le sensazioni e i sentimenti dei personaggi, Tokyo Ghoul:re lo è ancora di più. È impossibile non farsi coinvolgere mentre lo si legge, nel bene, durante i pochi momenti felici, e nel male, siccome non mancheranno diversi episodi drammatici molti intesi. Personalmente l’ho trovato come il manga più capace di emozionami su ogni punto di vista: sa essere delicato, dolce, crudele, spietato e totalmente imprevedibile. Credo che Ishida sia l’unico scrittore capace in un capitolo di introdurre, caratterizzare al massimo e far affezionare al lettore un personaggio totalmente nuovo.
La trama è molto più fitta che nella serie precedente, anche perché dovrà fare luce sui diversi misteri ed intrighi irrisolti che porteranno a galla sconvolgenti verità. Simboli e indizi vengono sparsi durante la storia, come in un vero e proprio thriller, in modo da lasciar possibilità al lettore di immaginare come si svolgerà la trama e quali sono le macchinazioni di certi personaggi. Ovviamente, quasi sempre ci si troverà spaziati davanti agli sviluppi degli eventi. Ishida è totalmente imprevedibile, capace di tenere tutti col fiato sospeso ad ogni capitolo.
Anche i disegni sono migliori rispetto a “Tokyo Ghoul”. I volti dei personaggi, come anche gli ambienti sono molto dettagliati e i combattimenti, da tanti ritenuti confusionari, io li ho trovati invece molto belli e con una grande dinamicità rispetto a molti altri manga.
Concludendo, considero Tokyo Ghoul:re uno dei più bei manga del momento e lo consiglio vivamente a tutti quelli che cercano una serie non troppo lunga, intensa, appassionante e adatta comunque ad un pubblico maturo, sia per i contenuti che per alcune scene molto forti.