Recensione
Fune wo Amu
8.5/10
Recensione di vecchio Ojiichan
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Adattato da un romanzo di Shion Miura, "Fune wo Amu" significa, letteralmente, "Assemblare una Nave". Se si considera la trama, questo titolo sembra quasi assurdo, eppure esso è il concetto base della trama stessa.
Il nostro protagonista lavorerà sodo e ci mostrerà il misterioso mondo di coloro che, in Giappone, compilano, editano, un dizionario. La nave è una metafora che rappresenta il dizionario, che, come un'imbarcazione, aiuta coloro che si avventurano in un mare, in questo caso, di parole. Confusi? Beh, in effetti "The Great Passage", come viene intitolato in inglese, è forse una delle opere più complesse e profonde in circolazione.
In questi undici episodi ci verrà mostrata la complessità stessa della vita. Impareremo che talvolta l'esistenza del singolo è sopravvalutata, se paragonata a ciò che è la tradizione. Apprenderemo anche che il tempo esiste per gli esseri umani, ma non per quello che tramandano ai posteri.
Poesia, filosofia e la quotidiana realtà si intrecceranno in una trama semplice ma allo stesso tempo ricca di significati.
La storia ha inizio con Kohei Araki, capo reparto editoriale dei dizionari, deciso ad andare in pensione a causa della moglie malata. L'unico problema è che il reparto ha bisogno di un nuovo dipendente che lo sostituisca. Costui sarà Majime Mitsuya, giovane impiegato del reparto vendite. Con l'inizio del nuovo lavoro ha anche inizio la storia che condurrà Mitsuya alla creazione di un dizionario, rappresentato più volte, appunto, come una nave, e alla scoperta di aspetti fondamentali della vita.
I dizionari non sono solo una fonte di apprendimento, ma anche un compendio di esperienze.
Il mio voto conclusivo è 8,5. Nonostante sia stato rapito dal fascino di quest'opera, ritengo che talvolta i ritmi risultino troppo lenti.
Il nostro protagonista lavorerà sodo e ci mostrerà il misterioso mondo di coloro che, in Giappone, compilano, editano, un dizionario. La nave è una metafora che rappresenta il dizionario, che, come un'imbarcazione, aiuta coloro che si avventurano in un mare, in questo caso, di parole. Confusi? Beh, in effetti "The Great Passage", come viene intitolato in inglese, è forse una delle opere più complesse e profonde in circolazione.
In questi undici episodi ci verrà mostrata la complessità stessa della vita. Impareremo che talvolta l'esistenza del singolo è sopravvalutata, se paragonata a ciò che è la tradizione. Apprenderemo anche che il tempo esiste per gli esseri umani, ma non per quello che tramandano ai posteri.
Poesia, filosofia e la quotidiana realtà si intrecceranno in una trama semplice ma allo stesso tempo ricca di significati.
La storia ha inizio con Kohei Araki, capo reparto editoriale dei dizionari, deciso ad andare in pensione a causa della moglie malata. L'unico problema è che il reparto ha bisogno di un nuovo dipendente che lo sostituisca. Costui sarà Majime Mitsuya, giovane impiegato del reparto vendite. Con l'inizio del nuovo lavoro ha anche inizio la storia che condurrà Mitsuya alla creazione di un dizionario, rappresentato più volte, appunto, come una nave, e alla scoperta di aspetti fondamentali della vita.
I dizionari non sono solo una fonte di apprendimento, ma anche un compendio di esperienze.
Il mio voto conclusivo è 8,5. Nonostante sia stato rapito dal fascino di quest'opera, ritengo che talvolta i ritmi risultino troppo lenti.