Recensione
Devilman Crybaby
5.0/10
Quando annunciarono alla regia Masaaki Yuasa ero piuttosto contento. Credevo che il suo stile sperimentale e anticonformista fosse ideale per "Devilman", cosa che difatti è, solo che riproporlo fedelmente pari pari sarebbe stato impossibile, ed è quello che deve aver pensato, soprattutto se doveva avvicinarsi alla generazione attuale. Quindi si poteva immaginare un cambiamento, non uno stravolgimento, che se da un lato mantiene i punti cardine della storia dall'altra lo studio s'inventa di sana pianta parti originali che non hanno nulla a che fare con quella che è la visione di Go Nagai, tanto meno lo rendono una componente sostitutiva all'altezza dell'opera principale.
Benché i trailer mi avessero lasciato buone speranze, al termine della visione mi sono sentito indispettito. Durante il corso degli episodi si nota questo avvicinamento che ti fa dire di star guardando "Devilman", poi d'un tratto si allontana vertiginosamente facendoti sobbalzare dal divano strabiliato, domandandoti cosa diamine stai guardando.
Ci sono scene che stupiscono per la loro potenza visiva onirica come il sabba, poi il ripetersi di alcune scene quasi a diventare psichedeliche sono una miscela vincente e ammaliante e, insieme a un uso di colori atipici, lo rendono ancora più anormale. Tuttavia sono presenti anche vicende che ti fanno cadere le braccia come Akira che si mette a guardare i porno a scuola su un maxi schermo con il volume al massimo o la mania di buttarlo dentro come se non ci fosse un domani.
I personaggi nuovi hanno una centralità piuttosto rilevante e di cui sinceramente si poteva fare a meno. Si perde nel dare rilievo a queste macchiette quando si avrebbe dovuto far risaltare di più al pubblico il duo Akira-Ryo, invece hanno preferito puntare tutto sul finale, quando nel manga aveva una sua evoluzione.
Il paragone con il manga viene a dir quasi scontato e naturale, è impossibile da tralasciare. Ogni avvenimento aveva un suo perché, un motivo, e seppur inventato, un senso logico, mentre qui tutto è allo sbaraglio, finale escluso.
In conclusione, "Devilman Crybaby" si salva su tutto il fronte tecnico, dalle musiche molto convincenti alla regia, ma si perde nelle messe in scene di alcune vicende e nelle parti originali che snaturano l'opera di riferimento. Non dico che provare qualcosa di nuovo sia sbagliato, ma osare troppo a volte porta al procedimento inverso.
Benché i trailer mi avessero lasciato buone speranze, al termine della visione mi sono sentito indispettito. Durante il corso degli episodi si nota questo avvicinamento che ti fa dire di star guardando "Devilman", poi d'un tratto si allontana vertiginosamente facendoti sobbalzare dal divano strabiliato, domandandoti cosa diamine stai guardando.
Ci sono scene che stupiscono per la loro potenza visiva onirica come il sabba, poi il ripetersi di alcune scene quasi a diventare psichedeliche sono una miscela vincente e ammaliante e, insieme a un uso di colori atipici, lo rendono ancora più anormale. Tuttavia sono presenti anche vicende che ti fanno cadere le braccia come Akira che si mette a guardare i porno a scuola su un maxi schermo con il volume al massimo o la mania di buttarlo dentro come se non ci fosse un domani.
I personaggi nuovi hanno una centralità piuttosto rilevante e di cui sinceramente si poteva fare a meno. Si perde nel dare rilievo a queste macchiette quando si avrebbe dovuto far risaltare di più al pubblico il duo Akira-Ryo, invece hanno preferito puntare tutto sul finale, quando nel manga aveva una sua evoluzione.
Il paragone con il manga viene a dir quasi scontato e naturale, è impossibile da tralasciare. Ogni avvenimento aveva un suo perché, un motivo, e seppur inventato, un senso logico, mentre qui tutto è allo sbaraglio, finale escluso.
In conclusione, "Devilman Crybaby" si salva su tutto il fronte tecnico, dalle musiche molto convincenti alla regia, ma si perde nelle messe in scene di alcune vicende e nelle parti originali che snaturano l'opera di riferimento. Non dico che provare qualcosa di nuovo sia sbagliato, ma osare troppo a volte porta al procedimento inverso.