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Dopo mesi che volevo recuperarla, ho finalmente visto la trilogia di film tratta dal famosissimo ed acclamato manga di Urasawa, “20th century boys”. Le aspettative erano alte, cosa che di solito cerco di non avere proprio per evitarmi eventuali delusioni. Devo dire che, molte cose mi hanno in parte deluso un po’, ma per il resto ho passato tre giornate piacevoli grazie alla compagnia dei personaggi che, attraverso le pagine del maestro, avevo imparato ad amare così tanto.
La nota più dolente del film non è la fedeltà al fumetto; nonostante vengano proposte alcune modifiche (sensate direi, vista la difficoltà di trasporle in film), quello che fa un po’ storcere il naso è la scelta di tagliare alcune parti. Per chi ha letto prima il manga, la comprensione è facile… ma per chi non l’ha mai letto, vedere solo i film potrebbe costituire un bel problema. Perché diverse parti sembrano, purtroppo, dei collage di alcune pagine, senza un filo logico che le unisca. Io stessa, che alcuni dettagli del fumetto li avevo rimossi completamente, ho fatto un po’ di fatica a collegare molti fatti.
La storia però c’è tutta, anche se nel finale manca una parte che, almeno a livello personale, nel manga avevo apprezzato tantissimo… diciamo che c’è tutto l’essenziale.
La nota più positiva è l’incredibile somiglianza di ogni personaggio con la sua controparte cartacea. Gli attori sono tutti azzeccati, anche se per alcuni il livello recitativo è davvero scadente. E’ stato come ritrovarmi di nuovo immersa tra quelle pagine, nella storia che mi aveva messo così tanto hype ad ogni capitolo.
Le emozioni che lascia sono all’incirca le stesse. Molti dettagli, specie nel finale, probabilmente risultano meno struggenti, proprio perché nei disegni era più facile immettere tutta la tristezza di personaggi come Kenji, Kanna o dello stesso antagonista, il carismatico Amico.