Recensione
Perfect Blue
10.0/10
Recensione di EikichiElric
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Parto col dire che questo è il mio film preferito, amato fin dai primi minuti di visione. Quindi per me è particolarmente difficile esprimere a parole ciò che mi ha trasmesso, ma ci provo.
Satoshi Kon, compianto maestro dell'animazione giapponese, esordì con questo straordinario film che fece conoscere al mondo il suo enorme talento; raramente ho visto un thriller psicologico così ben scritto e diretto.
La storia parla di Mima, giovane idol giapponese che, ormai stanca di quella vita, decide di abbandonarla per intraprende una più, almeno secondo lei, promettente carriera nella recitazione. Arriverà a provare di tutto pur di sfondare in questo campo, anche ad accettare controvoglia scene che cambieranno radicalmente la sua immagine pubblica.
Ma quando inizierà ad essere perseguitata da uno stalker e una serie di uccisioni ad accadere intorno a lei, verrà risucchiata in un inquietante viaggio all'interno della sua psiche, che diverrà sempre più contorta e oscura, portandola a chiedersi chi lei sia veramente e a riflettere su ciò che ne sarà della sua vita.
La trama è molto criptica e necessita più di una visione per essere compresa.
Ciò che più ho apprezzato in questo film è l'esplicita e tagliente critica che Kon muove verso il sistema dello spettacolo giapponese, mostrandoci senza un minimo di censura quanto una giovane ragazza possa essere surclassata da un business che si basa tutto sul denaro, fregandosene delle persone coinvolte. Spesso le persone dello spettacolo, soprattutto quelle femminili, sono forzate a non essere appieno sé stesse, costrette a sostenere un'immagine creata ad hoc per loro dalle case di produzione. Soprattutto le idol giovanili devono sottostare a severe regole comportamentali che proibiscono loro persino di avere una relazione amorosa, in quanto, secondo la loro mentalità, esse appartengono ai fan e devono essere il loro sogno proibito, l'incarnazione della ragazza perfetta. In un ambiente del genere è facile essere vittima di stress e paura, e il regista riesce tranquillamente a trasmetterci queste sensazioni.
La regia è spettacolare, appunto, come in ogni film di Kon. Inquadrature ben studiate e con repentini cambi continueranno a confonderci e a giocare con le nostri menti, portandoci a non distinguere il vero dal falso, la realtà dalla finzione.
Musiche più che buone si adattano bene al contesto e, soprattutto nelle scene di tensione, accentuano maggiormente l'inquietudine che proverà Mima durante tutto il film.
Nonostante il comparto grafico non sia eccelso, le animazioni sono fluide e riescono a sostenere appieno la narrazione.
Un plauso inoltre ai disegni, molto realistici e totalmente privi dei soliti dettagli iper-caricaturali che ormai siamo abituati a vedere negli anime.
Consiglio questo film praticamente a chiunque, appassionati e non. Si tratta di un vero e proprio capolavoro capace di trascinarti all'interno della trama, lasciandoti a bocca aperta fino ai titoli di coda.
In particolar modo lo consiglio a chi non ha mai visto nulla di Kon, dato che è perfetto per avvicinarsi alla filmografia di questo grande autore, in quanto si tratta della sua opera migliore, nonché quella che più di tutte fa capire quale sarà il suo stile, che si è sempre evoluto ma mai snaturato: l'ossessione, l'invida, l'identità, realtà e illusione, tutti temi affrontati con sapienza e senza ingenuità.
Un'opera capace di convincere chiunque e che a fine visione ti lascia volutamente più domande che risposte. Sta a noi interpretare e riflettere su ciò che abbiamo visto, per trarne le nostre personali conclusioni.
Satoshi Kon, compianto maestro dell'animazione giapponese, esordì con questo straordinario film che fece conoscere al mondo il suo enorme talento; raramente ho visto un thriller psicologico così ben scritto e diretto.
La storia parla di Mima, giovane idol giapponese che, ormai stanca di quella vita, decide di abbandonarla per intraprende una più, almeno secondo lei, promettente carriera nella recitazione. Arriverà a provare di tutto pur di sfondare in questo campo, anche ad accettare controvoglia scene che cambieranno radicalmente la sua immagine pubblica.
Ma quando inizierà ad essere perseguitata da uno stalker e una serie di uccisioni ad accadere intorno a lei, verrà risucchiata in un inquietante viaggio all'interno della sua psiche, che diverrà sempre più contorta e oscura, portandola a chiedersi chi lei sia veramente e a riflettere su ciò che ne sarà della sua vita.
La trama è molto criptica e necessita più di una visione per essere compresa.
Ciò che più ho apprezzato in questo film è l'esplicita e tagliente critica che Kon muove verso il sistema dello spettacolo giapponese, mostrandoci senza un minimo di censura quanto una giovane ragazza possa essere surclassata da un business che si basa tutto sul denaro, fregandosene delle persone coinvolte. Spesso le persone dello spettacolo, soprattutto quelle femminili, sono forzate a non essere appieno sé stesse, costrette a sostenere un'immagine creata ad hoc per loro dalle case di produzione. Soprattutto le idol giovanili devono sottostare a severe regole comportamentali che proibiscono loro persino di avere una relazione amorosa, in quanto, secondo la loro mentalità, esse appartengono ai fan e devono essere il loro sogno proibito, l'incarnazione della ragazza perfetta. In un ambiente del genere è facile essere vittima di stress e paura, e il regista riesce tranquillamente a trasmetterci queste sensazioni.
La regia è spettacolare, appunto, come in ogni film di Kon. Inquadrature ben studiate e con repentini cambi continueranno a confonderci e a giocare con le nostri menti, portandoci a non distinguere il vero dal falso, la realtà dalla finzione.
Musiche più che buone si adattano bene al contesto e, soprattutto nelle scene di tensione, accentuano maggiormente l'inquietudine che proverà Mima durante tutto il film.
Nonostante il comparto grafico non sia eccelso, le animazioni sono fluide e riescono a sostenere appieno la narrazione.
Un plauso inoltre ai disegni, molto realistici e totalmente privi dei soliti dettagli iper-caricaturali che ormai siamo abituati a vedere negli anime.
Consiglio questo film praticamente a chiunque, appassionati e non. Si tratta di un vero e proprio capolavoro capace di trascinarti all'interno della trama, lasciandoti a bocca aperta fino ai titoli di coda.
In particolar modo lo consiglio a chi non ha mai visto nulla di Kon, dato che è perfetto per avvicinarsi alla filmografia di questo grande autore, in quanto si tratta della sua opera migliore, nonché quella che più di tutte fa capire quale sarà il suo stile, che si è sempre evoluto ma mai snaturato: l'ossessione, l'invida, l'identità, realtà e illusione, tutti temi affrontati con sapienza e senza ingenuità.
Un'opera capace di convincere chiunque e che a fine visione ti lascia volutamente più domande che risposte. Sta a noi interpretare e riflettere su ciò che abbiamo visto, per trarne le nostre personali conclusioni.