Recensione
Il principe dei draghi
9.0/10
Se vuoi investire in una serie fantasy epica piena di personaggi complessi, magia, spade, draghi e magici artefatti, allora è il momento di abbandonare quello che stai facendo e guardare “The Dragon Prince”, disponibile attraverso Netflix.
Strano che in Italia se ne parli poco, dato che è una serie animata di grande qualità, pesantemente ispirata al mondo degli anime, senza rinunciare però alle sue origini occidentali.
Inoltre la storia manifesta una profonda ispirazione a “Il Trono di Spade”, o ai famosi videogiochi di “Dragon Age”.
“The Dragon Prince” non è adattato da un romanzo o una serie di libri, ma la storia e il mondo creato sono così profondi che sembra esserlo. Basta leggere come inizia la trama della serie, rigorosamente riportato in inglese, un po' perché l'ho seguita nella lingua madre, un po' per dare di più l'idea del fantasy occidentale.
“A thousand years ago, humans, elves and dragons co-existed, until humans began to experiment with dark magic that relied on the life force of magical creatures, which caused a rift between the three factions. The elves and dragons banded together and exiled the humans to the western half of the continent, while the elves remained on the other half, known as Xadia.”
I personaggi sono il punto forte, sia gli eroi che gli antagonisti della serie sono tutti dotati di personalità sotto ogni punto di vista e di forti motivazioni altamente plausibili.
Incredibilmente, non esiste la malvagità fine a sé stessa, non è mai incentrata sul bianco e nero, il bene supremo contro il male supremo. Ad esempio, alcuni umani fanno uso della magia oscura che permette di risolvere situazioni difficili e impossibili in modo apparentemente innocuo, creando così una moltitudine di conflitti morali, come ad esempio ne verrà affetta Claudia, la figlia di Viren.
Molti dei personaggi, dal punto di vista del puro style alla complessità emotiva e caratteriale, sono ispirati a “Il Trono di Spade” (vedi Ned Stark, Jamie Lannister, Lyanna Mormont) e a “Dragon Age” (Zevran, Alistair, Loghain e Aveline).
Inoltre sono veramente originali le creature magiche rappresentate nella serie, da strani animali da compagnia a maestose fenici, possenti lupi e draghi. Non dimentichiamoci di quest'ultimi, importantissimi per la storia: questa serie mi ha permesso di ammirare i draghi più maestosi e belli che abbia mai visto in una serie animata (alcune volte mi è sembrato di rivedere i draghi di “Fairy Tail”, soprattutto per la loro capacità di parlare, non solo di distruggere tutto).
Il target della serie è veramente per tutti, è abbastanza complesso per gli adulti ma coinvolgente/divertente per i bambini, ci sono scene estremamente romantiche, simpatiche, drammatiche e forti.
Non c'è per forza un lieto fine, le persone possono morire portando un dolore immenso e irreparabile nelle vite dei nostri personaggi, ma al tempo stesso permette loro di crescere, di affrontare le proprie paure e di sopportare il peso delle scelte compiute da chi viene prima di loro.
Se due personaggi si piacciono, non impiegano 2000 episodi per far intravedere un possibile sviluppo relazionale. Le cose accadono, proprio come nella realtà, ci si può innamorare di qualcuno dopo un secondo, un giorno o un mese, purché quel sentimento sia vero.
La lealtà, la fedeltà, la vendetta e il desiderio di redenzione sono solo alcune delle cose che mi hanno sorpreso in maniera positiva, il modo in cui vengono trattate e affrontate è lodevole.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, l'unica cosa criticabile è situata nella prima serie, qui infatti alcuni movimenti dei personaggi appaiono spesso legnosi, poiché a detta degli autori viene applicata una frequenza di fotogrammi ridotta per rendere l'azione simile all'animazione bidimensionale tradizionale. Ma dalla seconda stagione le animazioni diventano mano a mano stupende, fluide, fino ad arrivare alla terza serie che è veramente un capolavoro visivo.
Le tre serie sono composte da nove episodi da venti minuti circa ciascuna, quindi si possono riassumere come 180 minuti l'una (praticamente la durata di ogni film de “Il signore degli anelli”). Ma non è finita: ci sono più stagioni e un videogioco in lavorazione, oltre a una stesura di due libri.
Insomma, consiglio la visione (in inglese se possibile) di “The Dragon Prince” veramente a tutti, adulti e piccini, fan del fantasy o no, fan degli anime o no. Dategli una possibilità, chiunque voi siate, difficilmente ve ne pentirete, e, se così non fosse, il mio consiglio è di continuare fino all'inizio della seconda stagione, da lì sono sicuro che verrete presi anche voi dal fantastico mondo di “The Dragon Prince”!
Strano che in Italia se ne parli poco, dato che è una serie animata di grande qualità, pesantemente ispirata al mondo degli anime, senza rinunciare però alle sue origini occidentali.
Inoltre la storia manifesta una profonda ispirazione a “Il Trono di Spade”, o ai famosi videogiochi di “Dragon Age”.
“The Dragon Prince” non è adattato da un romanzo o una serie di libri, ma la storia e il mondo creato sono così profondi che sembra esserlo. Basta leggere come inizia la trama della serie, rigorosamente riportato in inglese, un po' perché l'ho seguita nella lingua madre, un po' per dare di più l'idea del fantasy occidentale.
“A thousand years ago, humans, elves and dragons co-existed, until humans began to experiment with dark magic that relied on the life force of magical creatures, which caused a rift between the three factions. The elves and dragons banded together and exiled the humans to the western half of the continent, while the elves remained on the other half, known as Xadia.”
I personaggi sono il punto forte, sia gli eroi che gli antagonisti della serie sono tutti dotati di personalità sotto ogni punto di vista e di forti motivazioni altamente plausibili.
Incredibilmente, non esiste la malvagità fine a sé stessa, non è mai incentrata sul bianco e nero, il bene supremo contro il male supremo. Ad esempio, alcuni umani fanno uso della magia oscura che permette di risolvere situazioni difficili e impossibili in modo apparentemente innocuo, creando così una moltitudine di conflitti morali, come ad esempio ne verrà affetta Claudia, la figlia di Viren.
Molti dei personaggi, dal punto di vista del puro style alla complessità emotiva e caratteriale, sono ispirati a “Il Trono di Spade” (vedi Ned Stark, Jamie Lannister, Lyanna Mormont) e a “Dragon Age” (Zevran, Alistair, Loghain e Aveline).
Inoltre sono veramente originali le creature magiche rappresentate nella serie, da strani animali da compagnia a maestose fenici, possenti lupi e draghi. Non dimentichiamoci di quest'ultimi, importantissimi per la storia: questa serie mi ha permesso di ammirare i draghi più maestosi e belli che abbia mai visto in una serie animata (alcune volte mi è sembrato di rivedere i draghi di “Fairy Tail”, soprattutto per la loro capacità di parlare, non solo di distruggere tutto).
Il target della serie è veramente per tutti, è abbastanza complesso per gli adulti ma coinvolgente/divertente per i bambini, ci sono scene estremamente romantiche, simpatiche, drammatiche e forti.
Non c'è per forza un lieto fine, le persone possono morire portando un dolore immenso e irreparabile nelle vite dei nostri personaggi, ma al tempo stesso permette loro di crescere, di affrontare le proprie paure e di sopportare il peso delle scelte compiute da chi viene prima di loro.
Se due personaggi si piacciono, non impiegano 2000 episodi per far intravedere un possibile sviluppo relazionale. Le cose accadono, proprio come nella realtà, ci si può innamorare di qualcuno dopo un secondo, un giorno o un mese, purché quel sentimento sia vero.
La lealtà, la fedeltà, la vendetta e il desiderio di redenzione sono solo alcune delle cose che mi hanno sorpreso in maniera positiva, il modo in cui vengono trattate e affrontate è lodevole.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, l'unica cosa criticabile è situata nella prima serie, qui infatti alcuni movimenti dei personaggi appaiono spesso legnosi, poiché a detta degli autori viene applicata una frequenza di fotogrammi ridotta per rendere l'azione simile all'animazione bidimensionale tradizionale. Ma dalla seconda stagione le animazioni diventano mano a mano stupende, fluide, fino ad arrivare alla terza serie che è veramente un capolavoro visivo.
Le tre serie sono composte da nove episodi da venti minuti circa ciascuna, quindi si possono riassumere come 180 minuti l'una (praticamente la durata di ogni film de “Il signore degli anelli”). Ma non è finita: ci sono più stagioni e un videogioco in lavorazione, oltre a una stesura di due libri.
Insomma, consiglio la visione (in inglese se possibile) di “The Dragon Prince” veramente a tutti, adulti e piccini, fan del fantasy o no, fan degli anime o no. Dategli una possibilità, chiunque voi siate, difficilmente ve ne pentirete, e, se così non fosse, il mio consiglio è di continuare fino all'inizio della seconda stagione, da lì sono sicuro che verrete presi anche voi dal fantastico mondo di “The Dragon Prince”!