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Quando si realizzano epopee massicce come quella dei Joestar, il rischio maggiore in cui l'autore può incappare è quello di non riuscire ad attestarsi su livelli di qualità costanti. Proporre al pubblico una saga di N capitoli (con N grande a piacere) comporta la capacità di creare un certo numero di prodotti che, in termini qualitativi complessivi, non presentino cali e siano quantificabili attraverso giudizi abbastanza concentrati e simili l'uno con l'altro. E' una sfida piuttosto ardua, per un autore, soprattutto se l'opera è stata creata in un lungo lasso di tempo, nel quale è ragionevole perdere attenzione, ispirazione, interesse.
Purtroppo, "Diamond is Unbreakable" finisce per rientrare appieno in queste considerazioni come l'anello debole del franchise, almeno fino al punto in cui sono arrivato a leggere le gesta dei Joestar. Perché va riconosciuto, il quarto capitolo di JoJo è in netto calo rispetto ai primi tre, che personalmente considero una trilogia a se' stante e l'apice della saga.

"Diamond is Unbreakable" non risulta essere un capitolo brutto, piatto e mediocre. Ma attraverso il confronto con i primi tre capitoli si nota un vistoso calo. Le vicende del quarto JoJo sono molto meno organizzate e strutturate: stand, personaggi, villain, sembrano spuntare da ogni dove in maniera caotica, come se si stesse tergiversando aspettando l'intuizione giusta per lo scontro finale. Non ho saputo ritrovare quel quadro così ben allestito che avevo notato ed apprezzato in "Stardust Crusaders", un mosaico che partiva dall'evoluzione degli stand, si protraeva nel viaggio asiatico della compagnia dei sei, e terminava nello scontro con un nemico unico nel suo genere. La differenza complessiva è tutta qui: un calo di attenzione all'insieme, un calo che rende le vicende più indipendenti l'una dall'altra e meno subordinate. Una distanza magari piccola, ai più, ma a mio avviso significativa e marchiana.

"Diamond is Unbreakable" non è di per se' un capitolo brutto, nelle vicende dei vari JoJo; solo, il confronto con quanto lo precede non è lusinghiero nei suoi confronti. Un quadro complessivo meno strutturato, una violenza meno angosciante, forse anche i primi accenni ad un cambiamento stilistico più palese nei capitoli successivi, rendono "Diamond is Unbreakable" una sezione non alla stessa altezza dei primi tre capitoli della saga.