Recensione
Saint Seiya meglio conosciuto in Italia con il nome de I Cavalieri dello Zodiaco è un manga battle shonen, pubblicato tra il 1985 e il 1990, scritto e disegnato da Masami Kurumada. L’opera originale è stata pubblicata in 28 volumi tankobon ma ne esistono diverse edizioni.
Il punto forte di questo manga non è la trama, che infatti risulta abbastanza lineare e semplice (e in alcuni tratti anche ripetitiva). Difatti, la trama, intesa come successione di eventi narrati e consequenziali, risulta banale all’interno di Saint Seiya. Parlando di Saint Seiya occorre, a mio avviso, discutere di sceneggiatura. L’insieme di idee, i personaggi introdotti, le inquadrature nelle vignette, i dialoghi brevi ma pregni di significato sono le soluzioni tecniche che Kurumada applica per costruire quella che di fatto è una sceneggiatura di un manga. L’autore risulta abilissimo: nel creare idee straordinarie (si pensi alle armature legate alle costellazioni, al sincretismo culturale tra mitologia greca e cultura orientale, alle stesse tecniche combattive utilizzate dai personaggi); nell’introdurre personaggi dal background abbozzato ma allo stesso tempo iconici e caratteristici (per alcuni personaggi si evince nel corso della narrazione un’evoluzione caratteriale: molti personaggi percorrono un vero e proprio percorso catartico; mentre altri personaggi risultano già costruiti e privi di un’evoluzione); nel realizzare le inquadrature delle vignette che non sono mai lasciate al caso e riescono a colpire il lettore nonostante la loro staticità; nei dialoghi, brevi e concisi, che risultano parte integrante nella descrizione dei personaggi. I punti di forza dell’opera sono quelli sopra descritti, e poiché l’autore non fa altro che sviluppare solo in parte la trama, lascia molti punti aperti all’interpretazione del lettore. Sembra quasi di leggere un vero e proprio poema epico: dove non vi è l’interesse di sapere quale tipo di allenamento abbia fatto un Cavaliere d’Oro per diventare ciò che è, ma l’interesse è quello di presentare dei personaggi che con i loro pregi, difetti e sentimenti subiscono degli eventi più grandi di loro (guerre tra divinità e complotti orditi da capricci divini). Per concludere, l’autore invoglia il lettore a fare uno sforzo di fantasia. È la mancanza voluta di dettagli nella trama che porta alla riflessione il lettore e che permette di apprezzare appieno la sceneggiatura di Saint Seiya. Kurumada non ha l’interesse (e neanche la voglia) di svelare tutti i retroscena e lascia alcuni punti sempre un po' sul vago. Per apprezzare Saint Seiya occorre, dunque, un piccolo sforzo di fantasia da parte del lettore.
Voto Trama 8,5
Lo stile di Kurumada è quello tipico degli anni ‘70. Molti non apprezzano questo stile di disegno poiché, a primo acchito, risulta bambinesco. Nei primi volumi i disegni risultano molto tozzi e poco dettagliati. Comunque i disegni sono sempre molto chiari anche nelle scene di combattimento. L’autore risulta comunque molto abile nella realizzazione degli sfondi e nell’uso dei retini. Il disegno migliora nel tempo, e gli ultimi volumi della serie risultano molto gradevoli.
Voto Disegni: 7
Per quanto riguarda l’edizione italiana, curata da Star Comics (Perfect Edition in 22 volumi), essa presenta tutte le pagine a colori riportate su rivista ed è di grande formato (15x21). I volumi sono privi di sovraccoperta, ma l’edizione è comunque ben fatta.
Voto Edizione: 8
Consiglio la lettura a tutti coloro che amano il genere battle shonen. Per meglio apprezzare questo manga, consiglio di guardare prima la serie animata classica che, seppure con le notevoli differenze con il manga, facilita il lettore nella comprensione della sceneggiatura kurumadiana. Il lettore si troverà davanti un manga dal sapore epico e dallo stile caratteristico.
Voto Complessivo: 8
Il punto forte di questo manga non è la trama, che infatti risulta abbastanza lineare e semplice (e in alcuni tratti anche ripetitiva). Difatti, la trama, intesa come successione di eventi narrati e consequenziali, risulta banale all’interno di Saint Seiya. Parlando di Saint Seiya occorre, a mio avviso, discutere di sceneggiatura. L’insieme di idee, i personaggi introdotti, le inquadrature nelle vignette, i dialoghi brevi ma pregni di significato sono le soluzioni tecniche che Kurumada applica per costruire quella che di fatto è una sceneggiatura di un manga. L’autore risulta abilissimo: nel creare idee straordinarie (si pensi alle armature legate alle costellazioni, al sincretismo culturale tra mitologia greca e cultura orientale, alle stesse tecniche combattive utilizzate dai personaggi); nell’introdurre personaggi dal background abbozzato ma allo stesso tempo iconici e caratteristici (per alcuni personaggi si evince nel corso della narrazione un’evoluzione caratteriale: molti personaggi percorrono un vero e proprio percorso catartico; mentre altri personaggi risultano già costruiti e privi di un’evoluzione); nel realizzare le inquadrature delle vignette che non sono mai lasciate al caso e riescono a colpire il lettore nonostante la loro staticità; nei dialoghi, brevi e concisi, che risultano parte integrante nella descrizione dei personaggi. I punti di forza dell’opera sono quelli sopra descritti, e poiché l’autore non fa altro che sviluppare solo in parte la trama, lascia molti punti aperti all’interpretazione del lettore. Sembra quasi di leggere un vero e proprio poema epico: dove non vi è l’interesse di sapere quale tipo di allenamento abbia fatto un Cavaliere d’Oro per diventare ciò che è, ma l’interesse è quello di presentare dei personaggi che con i loro pregi, difetti e sentimenti subiscono degli eventi più grandi di loro (guerre tra divinità e complotti orditi da capricci divini). Per concludere, l’autore invoglia il lettore a fare uno sforzo di fantasia. È la mancanza voluta di dettagli nella trama che porta alla riflessione il lettore e che permette di apprezzare appieno la sceneggiatura di Saint Seiya. Kurumada non ha l’interesse (e neanche la voglia) di svelare tutti i retroscena e lascia alcuni punti sempre un po' sul vago. Per apprezzare Saint Seiya occorre, dunque, un piccolo sforzo di fantasia da parte del lettore.
Voto Trama 8,5
Lo stile di Kurumada è quello tipico degli anni ‘70. Molti non apprezzano questo stile di disegno poiché, a primo acchito, risulta bambinesco. Nei primi volumi i disegni risultano molto tozzi e poco dettagliati. Comunque i disegni sono sempre molto chiari anche nelle scene di combattimento. L’autore risulta comunque molto abile nella realizzazione degli sfondi e nell’uso dei retini. Il disegno migliora nel tempo, e gli ultimi volumi della serie risultano molto gradevoli.
Voto Disegni: 7
Per quanto riguarda l’edizione italiana, curata da Star Comics (Perfect Edition in 22 volumi), essa presenta tutte le pagine a colori riportate su rivista ed è di grande formato (15x21). I volumi sono privi di sovraccoperta, ma l’edizione è comunque ben fatta.
Voto Edizione: 8
Consiglio la lettura a tutti coloro che amano il genere battle shonen. Per meglio apprezzare questo manga, consiglio di guardare prima la serie animata classica che, seppure con le notevoli differenze con il manga, facilita il lettore nella comprensione della sceneggiatura kurumadiana. Il lettore si troverà davanti un manga dal sapore epico e dallo stile caratteristico.
Voto Complessivo: 8