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7.5/10
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La prima volta che ho sentito nominare "Levius" e il suo adattamento animato su Netflix non ne sapevo molto, e quindi ho consultato il database del sito per capire se poteva essere una serie di mio gradimento. Dopo aver letto le parole "cyberpunk" nella trama e "steampunk" fra i tag, ho capito che poteva fare al caso mio.
Ho un debole per questi due generi e per come mescolano passato e futuro, digitale e analogico; inoltre di solito lo fanno con un'attenzione molto spiccata ai dettagli anche stilistici, creando quindi universi interessanti da scoprire e belli da vedere. Così ho aspettato l'uscita sul portale streaming e ho visto i dodici episodi di cui è composto in una settimana circa. E nel complesso posso dire di essere rimasta soddisfatta. Ma entriamo nel dettaglio.

Di che parla "Levius"? Niente di nuovo sotto al sole, se vogliamo essere pignoli (o se siamo grandi fruitori di anime e manga, quindi consci di aver visto quasi tutto in termini di trame). In un universo collocato altrove, in un'epoca che ha richiami all'Inghilterra vittoriana, si è appena conclusa una guerra che ha lasciato ferite profonde nella popolazione, compreso Levius, il protagonista della serie.
Suo padre è morto e lui ha perso un braccio nel tentativo di salvare sua madre, che ora è in coma. L'arto gli è stato sostituito con una protesi cibernetica che si muove grazie al vapore; il ragazzo vive con lo zio Zack che si occupa di lui e che lo allena al pugilato meccanico, sport violento ma in cui il ragazzo eccelle, e in cui spera di trovare un senso alla propria stessa esistenza.

Levius infatti dopo l'incidente in cui ha perso il braccio si è chiuso in sé stesso, ma quando assiste, per una serie di coincidenze fortuite, a un incontro di pugilato meccanico, egli capisce che potrebbe essere l'unico modo per dare una svolta alla propria vita. Avviene per lui una specie di epifania che lo porterà a diventare uno degli atleti più promettenti della sua categoria.
Ma Levius nasconde nel suo passato ferite profonde che ci saranno rivelate in vari flashback, aiutandoci così a capire il carattere dolce ma riservato e schivo del protagonista. Levius non è uno di molte parole, ma sa cosa vuole e non si ferma davanti a niente, anche a costo di sacrificare la sua protesi in combattimento, se questo può servire a fare pratica e a farlo andare avanti.

Il pugilato meccanico è uno sport brutale, ma da ogni suo avversario Levius impara qualcosa e dona qualcos'altro. Non si accanisce mai contro lo sfidante, nemmeno davanti a delle scorrettezze, bensì ne fa tesoro e le gira a proprio favore. Con l'andare avanti delle puntate conosciamo meglio il suo team, che diventerà a tutti gli effetti una famiglia: dallo zio Zack che lo accoglie in casa come un figlio e da ex pugile gli dona tutte le sue conoscenze, allenandolo e cercando di frenarne l'irruenza, a Bill, l'ingegnere che si occupa di rimettere insieme il braccio di Levius ogni volta che si rompe durante un incontro, e che in un certo modo è stato "adottato" anch'egli da Zack.

Fino ad arrivare a Natalia, rumorosa e senza freni: combattente di rango superiore rispetto a Levius, si accoda al gruppo come un gatto randagio, bisognoso di un posto dove rifugiarsi ma senza darlo troppo a vedere. A chiudere il cerchio c'è poi un villain di prim'ordine, tale Dr. Crown, e una ragazza, AJ, pugile anch'essa ma ben diversa da Levius, e che racchiude in sé un atroce segreto che ovviamente non posso rivelarvi, ma attorno a cui ruota tutta la storia.

Avrete quindi capito che sia i personaggi principali sia quelli secondari sono ben tratteggiati, considerando anche il numero tutto sommato esiguo di episodi che coprono i primi tre volumi del manga di Haruhisa Nakata, edito da noi per Star Comics.
Rumors in rete dicono che questa prima serie sia piaciuta molto e che si stia quindi pensando a una seconda stagione che vada a coprire il seguito del manga, cioè "Levius/Est", tuttora in corso di serializzazione. Molto del merito dell'empatia che si prova per questi personaggi va ai doppiatori giapponesi.

Il cast infatti è di tutto rispetto. Nobunaga Shimazaki (Yuki di "Fruits Basket" e Haruka di "Free!") dà la voce a Levius, mentre Jun'ichi Suwabe (Viktor di "Yuri!!! On Ice") impersona Zack; poi abbiamo Takahiro Sakurai (Fitzgerald di "Bungo Stray Dogs") per Bill e Ayane Sakura (Tsubaki di "Bugie d'aprile") per Natalia. Come non citare poi Saori Hayami (Kokoro di "DARLING in the FRANXX") per AJ e l'onnipresente Mamoru Miyano (Rintaro Okabe di "Steins;Gate") per il Dr.Crown.
La serie comunque è stata doppiata anche in italiano, quindi fruibile anche da chi non è avvezzo ai sottotitoli. Sotto la direzione di Simone Veltroni, abbiamo Lorenzo De Angelis a dare la voce a Levius, Mattea Serpelloni per Natalia, Emiliano Coltorti per Bill, Annalisa Usai per AJ.

Ma chi lo ha visto o magari si è fermato solo al trailer si starà forse chiedendo: e la computer grafica? Perché tutta le serie è realizzata in una CG3D che può fare storcere il naso a parecchi di voi, me compresa. Ammetto che alla fine del primo episodio la mia reazione è stata: perché?
Perché "sprecare" una storia che prometteva bene con uno stile che mi faceva pensare alla pubblicità di un videogioco? Ma devo dire che lo studio Polygon, ovvero lo stesso di "Ajin" per intenderci, ha fatto davvero un buon lavoro. Alcuni movimenti possono apparire un po' legnosi, ma non quando si tratta degli incontri: lì il lavoro è stato curato, e si vede.

Se di primo acchito Levius appare inespressivo, la colpa non è tanto della computer grafica, quanto del protagonista, chiuso e pacato di suo; stessa cosa dicasi ad esempio di Bill. Ma tanto Zack quanto Natalia ci offrono una gamma di espressioni molto più vasta, in linea con il loro carattere più estroverso e caciarone. Per non parlare degli occhi di AJ: pochi fotogrammi in cui sono ripresi in primo piano strettissimo ci rivelano moltissimo di quello che sta vivendo dentro. D'altronde lo stesso Haruhisa Nakata ha partecipato alle animazioni con la production design.

E il suo zampino potrebbe essere presente anche nella sigla di chiusura: il video infatti mostra disegni che sembrano tratti direttamente dal manga e che ben si sposano con la ending intitolata "Child Dancer", canzone molto malinconica ed evocativa. Molto più ritmata e coinvolgente invece la opening "Wit and Love", perfetta per far salire l'adrenalina prima degli incontri/scontri degli episodi. Entrambi i brani sono cantati da Nozome, artista donna apparsa recentemente dal nulla e di cui si sa solo che ha debuttato per la Warner Music Japan, pubblicando queste due canzoni. D'altronde il suo nome d'arte significa "ragazza misteriosa", quindi non ci si poteva aspettare altro. La colonna sonora in toto invece è stata curata da Yugo Kanno, che aveva già curato quelle di "Psycho-Pass" e delle varie stagioni di "Le bizzarre avventure di Jojo".

"Levius" è quindi una buona serie, che magari non brilla per originalità di argomenti, ma è curata sia sotto l'aspetto tecnico che della sceneggiatura. Dodici episodi non bastano certo a sviscerare un mondo con i suoi personaggi, ma la storia è godibile già così com'è, anche qualora dunque non ne venisse realizzata una seconda stagione.
Alla computer grafica occorre solo fare l'abitudine. Sarebbe davvero un peccato negare una possibilità a questa serie solo perché magari non siamo avvezzi a questo mezzo espressivo.