Recensione
Innocent Rouge
9.5/10
Piccola premessa, sono un fan sfegatato di Sakamoto, ho quasi tutte le sue opere (mi manca solo "Kiomaru", la prima da lui pubblicata), quindi potrei essere di parte.
Parlando di "Innocent Rouge": tale opera si riconferma anche con il sequel la mia serie preferita, non riesco a trovare difetti. La storia è fluida, complice anche la presenza di raffigurazioni particolarmente esaustive ed espressive, adoro lo stile del disegnatore (attenzione, la storia è basata sul romanzo "Il boia Sanson" di Asakatsu Adachi, dunque quella di Shin'Ichi è un'interpretazione), privo di sbavature, onomatopee, il tutto si riduce ad una esperienza circoscritta dall'odore della carta, dalla sua ruvidità, un dialogo tra il lettore e il personaggio. L'effetto è favorito anche dalla peculiare impostazione lavorativa adottata, fatto che si può comprendere meglio visionando l'intervista dell'autore a questo proposito (intervista reperibile su youtube).
Ma, tornando all'argomento iniziale, dibattiamo in merito ai personaggi. Essi sono ben caratterizzati e, nel loro agire "romanzato", se vogliamo utilizzare questo attributo, riescono ad esprimere la sanguinolenta asprezza della rivoluzione, con le sue crudeltà, morti, privilegi ed effimere presunzioni.
Ora però giungiamo ad una conclusione, perché dare una valutazione così elevata? Potrei rispondere dicendovi di aver apprezzato la meticolosa analisi dei personaggi, ma c'è qualcosa di più del semplice dinamismo, qualcosa oltre il semplice tratto coinvolgente, io lo definirei... empatia.
L'empatia che percepiamo nei riguardi dei personaggi, costretti a mutare le loro stesse considerazioni pur di doversi adeguare alla società, la loro follia, le loro convinzioni, i loro ideali, vuoi colmi di presunzione, vuoi privi di determinazione; un sentimento non esente dal contesto, possa essere chiaro, bensì parte integrante di esso.
Non ritengo le mie parole sufficienti, per carpire l'effettiva magnificenza di quest'opera ritengo sia necessaria l'elaborazione di una personale opinione, talvolta riconducibile anche alla mia tesi, perché no?
Cos'altro aggiungere se non... buona lettura e tenete sotto osservazione Marie Josepine, vi stupirà.
Parlando di "Innocent Rouge": tale opera si riconferma anche con il sequel la mia serie preferita, non riesco a trovare difetti. La storia è fluida, complice anche la presenza di raffigurazioni particolarmente esaustive ed espressive, adoro lo stile del disegnatore (attenzione, la storia è basata sul romanzo "Il boia Sanson" di Asakatsu Adachi, dunque quella di Shin'Ichi è un'interpretazione), privo di sbavature, onomatopee, il tutto si riduce ad una esperienza circoscritta dall'odore della carta, dalla sua ruvidità, un dialogo tra il lettore e il personaggio. L'effetto è favorito anche dalla peculiare impostazione lavorativa adottata, fatto che si può comprendere meglio visionando l'intervista dell'autore a questo proposito (intervista reperibile su youtube).
Ma, tornando all'argomento iniziale, dibattiamo in merito ai personaggi. Essi sono ben caratterizzati e, nel loro agire "romanzato", se vogliamo utilizzare questo attributo, riescono ad esprimere la sanguinolenta asprezza della rivoluzione, con le sue crudeltà, morti, privilegi ed effimere presunzioni.
Ora però giungiamo ad una conclusione, perché dare una valutazione così elevata? Potrei rispondere dicendovi di aver apprezzato la meticolosa analisi dei personaggi, ma c'è qualcosa di più del semplice dinamismo, qualcosa oltre il semplice tratto coinvolgente, io lo definirei... empatia.
L'empatia che percepiamo nei riguardi dei personaggi, costretti a mutare le loro stesse considerazioni pur di doversi adeguare alla società, la loro follia, le loro convinzioni, i loro ideali, vuoi colmi di presunzione, vuoi privi di determinazione; un sentimento non esente dal contesto, possa essere chiaro, bensì parte integrante di esso.
Non ritengo le mie parole sufficienti, per carpire l'effettiva magnificenza di quest'opera ritengo sia necessaria l'elaborazione di una personale opinione, talvolta riconducibile anche alla mia tesi, perché no?
Cos'altro aggiungere se non... buona lettura e tenete sotto osservazione Marie Josepine, vi stupirà.