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Partiamo da ciò che io ho amaramente scoperto solo dopo aver visto l'ultima puntata, ovvero che l'intera serie non è che un prologo di un videogioco.
Questo significa che tutto quello che ci verrà mostrato non è che un gettare le basi per la "storia vera" che verrà solo dopo (se mai ci sarà una seconda stagione).

A sua parziale discolpa, c'è da dire che la serie copre un arco ben preciso e ha una sua chiusura, quindi sarebbe potenzialmente godibile di per sé, ma il problema è che fare di un prologo (che spesso ha pochi punti salienti essenziali, essendo una base di world building per la storia principale) un'intera serie di dodici episodi significa spesso allungare parecchio il brodo, e questo è quello che succede qui.

Inoltre un prologo, essendo parte del passato della storia, di solito non è concepito con lo stesso ritmo e dettaglio di una storia vera, e infatti, volendo, si potrebbe riassumere l'intera vicenda narrata in "Shironeko Project: Zero Cronicle" in al massimo quattro o cinque righe, senza tralasciare granché di importante.

La regia della serie non aiuta, concentrando tutti i "veri" eventi della storia nelle prime tre puntate e poi nelle ultime due. In mezzo c'è solo un lungo slice of life con poco-nulla a livello di trama reale, in cui lo spettatore non fa altro che chiedersi: "Ok, carino... ma quindi? Quand'è che succede quello che tutti si aspettano?!"

Quel lungo pezzo di approfondimento dei personaggi e delle loro relazioni sarebbe potuto andare bene per una serie con almeno ventiquattro episodi (o meglio ancora quarantotto), in cui quelle relazioni vengono poi messe a frutto in una lunga storia successiva, mentre invece a seguire il lungo slice-of-life ci sono solo due intense puntate conclusive che chiudono le vicende legate ai personaggi, rendendo "sprecato" tutto il tempo passato a conoscerne la vita quotidiana, con molti di essi che rimangono appena accennati e che contribuiscono assai poco ad arricchire la storia.

La grafica sarebbe anche bella, ed è carino il chiaro distinguo tra i colori brillanti e luminosi del regno di White e i colori smorti e bigi del regno di Black, ma sul character design dei personaggi secondari si è andati parecchio al risparmio (non so se sia una caratteristica del videogioco, o se sia stato fatto così perché il canovaccio del prologo prevedeva poche figure chiave e non si è voluto introdurre personaggi non menzionati).
A parte una decina di individui, quasi tutto il resto del mondo è popolato da facce tutte uguali (vedi soldati di Black o maghe di White) o di gente con la stessa armatura dotata di elmo, quindi facilmente copia-incollabile.

Gli eventi sono spesso estremamente forzati e poco realistici, come quando la Regina di White assiste a un malinteso/ingiustizia che può pregiudicare gravemente i rapporti tra i due regni e lei, pur sapendo perfettamente che quello che sta accadendo di fronte a lei è sbagliato, si limita a balbettare incoerentemente e lasciare che tutto venga portato a termine (anche ore dopo), quando basterebbe una sua singola parola per risolvere il tutto.

Molti personaggi sono macchiette stereotipate, ed espedienti narrativi assurdi (tipo che il Re di Black possa controllare tutto e tutti a distanza a piacimento, rendendolo simile a un dio onnisciente, ma decida di farlo solo in alcuni casi e in altri no) vengono usati per forzare la trama ad andare nel binario previsto dal canovaccio del prologo in maniera del tutto forzosa.

Potrei cambiare idea e arrivare ad una sufficienza (6, perché in fondo la serie in sé si lascia guardare), se mai ci fosse una seconda serie e se questa richiamasse a questo prologo in maniera sufficiente a giustificare il tempo speso a guardarla, ma, presa singolarmente e a giudicare dalla piega che sembra prendere la storia dopo l'epilogo, mi sento di classificare quest'opera una perdita totale di tempo e quindi di sconsigliarne la visione a chiunque non pensi poi di giocare al videogioco.